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Famiglie e Cripto asset

Circa 550 mila nuclei familiari hanno investito in moneta digitale

Andrea Battista 25/01/2023

Famiglie e Cripto asset  Famiglie e Cripto asset Nei giorni scorsi il Sole 24 ore ha riportato e commentato i dati degli investimenti in cripto asset degli italiani: circa 550 mila famiglie vi hanno investito, secondo l’indagine Banca d’Italia. Sono giustificati enfasi, allarme o sorpresa? Si deve ritenere di no, a mio avviso. In primis, il dato va tradotto in percentuale: si attesta poco sopra il due per cento dei nuclei familiari, decisamente meno dei soggetti definibili abbienti secondo un qualche criterio. Il dato è coerente con un’altra indagine Consob ed è inferiore all’area Euro (stimata attorno al 4%).Maggiore appare la propensione all’investimento nel quartile di soggetti più ricchi. Vanno poi presi in considerazione gli importi investiti: la ricerca individua valori abbastanza ridotti (per due terzi dei soggetti, fino a 5 mila euro). Quasi fosse un test, curiosità o al limite la ricerca di imitazione dei primi investitori di successo in bitcoin. Se poi si considera prevalente la natura di scommessa dell’acquisto di asset cripto rispetto alla logica di investimento, ogni sorpresa viene meno, visto l’ammontare speso ogni anno dagli italiani per il gioco.
 
Bitcoin o le altre finite, agli onori delle cronache per default o scandali? Ben diverso appare il rischio di chi investe in bitcoin rispetto alle cripto più piccole e sconosciute, almeno in termini dell’evento estremo di perdere gran parte o tutto. E’ anche rilevante la modalità di acquisto: prendendo il rischio di credito delle c.d. piattaforme exchange, oppure tramite il servizio delle banche commerciali che lo offrono, depositandoli nel proprio portafoglio digitale? In un qualsiasi portafoglio, una piccola percentuale di bitcoin può in teoria avere un effetto di diversificazione, almeno in tempi normali; nel 2022 il bitcoin ha peraltro perso significativo valore come gran parte degli asset finanziari. Da ultimo, va considerato se il processo di acquisto sia avvenuto con l’appropriata informativa e comprensione dei rischi.  Qui sta forse il punto centrale. Uno dei più rischiosi elementi si può comprare non come un prodotto finanziario, ma come un bene qualsiasi. Da questo mese di gennaio almeno l’imposizione fiscale è divenuta paragonabile agli asset finanziari.
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