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Pia Saraceno 24/01/2023

L'intesa siglata da Eni per una nuova condotta sottomarina per idrogeno e linee elettriche renderebbe nelle intenzioni l'Algeria nostro fornitore privilegiato, e più ambiziosamente servire anche l'Europa di nuove fonti di energie rinnovabili. Al di là degli slogan, l'approccio che il nostro governo vuole seguire è confuso, manca ancora un aggiornamento del Piano energetico anche per far fronte all'impegno di ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 lato domanda, e lato offerta il contributo all'Algeria si vedrà come la riduzione delle emissioni promessa oltre a quelle fuggitive nella fase di estrazione verrà attuata garantendo il salto tecnologico per far fronte al cambiamento climatico.
Quanto a diventare l'Hub del gas europeo, idea accarezzata da Snam oltre 10 anni fa, siamo probabilmente fuori tempo massimo perché il Nord Europa si sta muovendo molto rapidamente con la realizzazione di nuovi rigassificatori, 4 già operativi e altri in via di costruzione. Come ci ricorda realisticamente l'Ad di Eni Descalzi mancano al momento i presupposti infrastrutturali per il governo dei flussi sud-nord in Italia e ancor più col nord Europa, anche perché la nuova condotta prevede di rispolverare il progetto del Galsi per congiungere l'Algeria alla Sardegna, accantonato dopo anni di discussione per il costo del progetto, che richiederebbe comunque una linea di congiungimento col continente.
Alcuni sbottigliamenti nella dorsale adriatica, migliorando l'utilizzo delle infrastrutture esistenti, potrebbero da subito consentire maggiori importazioni dall'Algeria e forse superare la necessità di nuovi rigassificatori bloccati dalle opposizioni locali. Ma se l'Italia intende ridurre la dipendenza dal gas e promuovere l'efficienza energetica per rispettare il Piano europeo Fitfor55, il potenziamento delle infrastrutture dovrebbe essere minimizzato. Appare invece un altro disegno: si contesta la bozza di direttiva per l'efficienza energetica nelle case e le tempistiche già approvate per il passaggio alle auto elettriche e nel contempo si aspira a parole, forse poco realisticamente, a diventare paese di transito del gas, rispolverando un vecchio costoso progetto.
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