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Il turismo sostiene la crescita
... ma la politica continua a snobbarlo
Giuseppe Roma 05/08/2022

Sono soprattutto i nostri abituali visitatori stranieri a ritornare in forze, dai paesi vicini ma anche dagli Stati Uniti. Certo, continuano a mancare cinesi e russi. La nostra promozione turistica, tuttavia, è debole in Oriente. Basti pensare che, secondo Banca d’Italia, nell'anno precedente il Covid-19 arrivavano in Italia meno viaggiatori dall'Asia (Cina, Giappone, India etc.) che dai Paesi Bassi e la loro spesa era simile a quella che allora realizzavano, in Italia, gli svizzeri. Per i russi, invece, la perdita di turisti va inquadrata nel più generale flusso di acquisti e investimenti di cui è destinatario il nostro paese. Sono turisti che fanno sentire la loro mancanza soprattutto nelle fasce alte di consumi e dell'immobiliare di lusso.
Il contributo del turismo alla formazione del Pil presenta, purtroppo, ancora una valutazione variabile in quanto dipende grandemente da ciò che si aggiunge al valore diretto come componente indiretta e indotta. Per il Wto siamo al 6,2%,del Pil, per la Ue al 10%, fonti italiane stimano il 13%. Per una stima univoca, basterebbe tenere aggiornato il Conto Satellite del Turismo. Capiremmo forse meglio quali politiche adottare per ampliare e migliorare la nostra offerta, soprattutto verso gli stranieri, con servizi di qualità, non per inseguire il numero degli arrivi, ma soprattutto per far crescere spesa e valore aggiunto. In Italia ogni viaggiatore straniero spende in media il 21% in meno che in Spagna. E' prevedibile che un argomento serio per la nostra ripresa economica, come il miglioramento dell'offerta turistica, sarà scarsamente presente nella campagna elettorale, magari sostituito da zuffe su balneari, ambulanti e tassisti. Con tutte le conseguenze che pagheremo negli anni futuri.
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