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Il problema dei prestiti del Ngeu che creeranno nuovo debito
Sergio De Nardis 18/02/2021

Se la ripresa del 2022 si prospetta a un ritmo adeguato, le regole torneranno. La transizione sarà probabilmente graduale per evitare contraccolpi negativi su economie che devono risollevarsi dal profondo fosso in cui sono cadute. Ma transizione verso quali regole? Prima del Covid, la discussione era aperta in Europa sulla riforma della governance fiscale, con un'evidente tendenza a dare un ruolo centrale alla cosiddetta regola della spesa nella presunzione (ottimistica) di una sua maggiore chiarezza e applicabilità. Si ripartirà da lì e con quale velocità avverrà il cambiamento? Inoltre, sono in ballo i fondi del NgEu per favorire ripresa, resilienza e cambiamento strutturale dei paesi membri. Una parte di questi fondi sono prestiti e creano debito. Proprio per questo alcune economie hanno deciso di non accedere a questa parte dei fondi. L'Italia, invece, lo farà (per una cifra di circa 40 miliardi destinati a finanziare interventi aggiuntivi rispetto a quelli già decisi). Come verrà trattato questo extra-debito verso cui la stessa Ue spinge per il rilancio della crescita? La sua correzione dovrà passare per le forche caudine delle regole (vecchie o nuove) contraddicendo la funzione di stimolo che ne giustifica l'accensione?
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