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La morsa doppia
Pizzaballa “Sarà pace vera solo quando si affronterà la questione palestinese”
Francesca Caferri, la Repubblica, mercoledì 25
Redazione InPiù 28/06/2025

Papa Leone cosa pensa di tutto questo? Ha avuto occasione di confrontarsi con lui sulla situazione? «Il Papa ha citato Gaza già nel suo discorso inaugurale e ripete la parola pace continuamente: la situazione gli sta sicuramente a cuore. Insiste molto sulla diplomazia e sulla necessità dei cristiani e delle chiese del mondo di diventare avvocati della pace». Non è essere facile avvocati di pace quando rischi di essere ucciso in chiesa mentre preghi, come è successo a Damasco… «Ho pensato molto a quello che è successo, e sono arrivato a due conclusioni: la prima è che purtroppo stiamo ancora pagando il prezzo di anni di indottrinamento estremista. Il mio secondo pensiero è che bisogna evitare, anche da parte nostra, di cedere alla narrativa dello scontro religioso. Abbiamo bisogno, soprattutto in questi momenti così difficili, di avere il coraggio di gesti di fede e di fiducia: è difficile ma non è impossibile farlo, per chi ha fede». Non ha paura che il mondo si abitui a tanta violenza, e che di conseguenza si dimentichi delle piccole comunità che lei guida? Di Gaza, dei cristiani e dei cattolici della Cisgiordania, di quelli della regione… «Io credo che in mezzo a questa guerra atroce, a questa situazione assolutamente drammatica, quello che dobbiamo fare è resistere: ma non in maniera passiva. Va molto di moda la parola “resilienza” oggi: non la userò direttamente, ma voglio dire che il nostro sforzo è continuare a fare di tutto per esserci. E anche per parlare: noi di fronte al male abbiamo il dovere di dire qualcosa. Le immagini di Gaza sono immagini che toccano l’umanità: e in un contesto in cui c’è la tendenza a deumanizzare l’altro, credo che sia importante tutto questo desiderio di solidarietà che vediamo verso la gente di Gaza. Noi, come Chiesa, a parte i pochi aiuti monetari che possiamo dare, abbiamo solo un’arma: la parola. E dunque, continueremo a parlare. Senza vergogna e senza paura. Anche se l’attenzione del mondo andrà da un’altra parte».
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