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Gli utili idioti della propaganda
Redazione InPiù 27/06/2025

Sa bellico, commenta sul Giornale Alessandro Sallusti, lo scontro tra America e Israele da una parte e l’Iran dall’altra sta diventando mediatico. Meglio così, ovviamente, anche perché a volte le parole ci dicono molto di più delle armi su quali siano le forze e i valori in campo. Nelle ultime ore hanno parlato sia la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Khamenei, che il presidente americano Trump. Il primo, rintanato come un topo nella sua tana segreta per paura di essere ucciso, ha annunciato al suo popolo che l’Iran «ha dato un duro schiaffo all’America» e che «il regime sionista (Israele, ndr) è stato schiacciato e quasi annullato del tutto». Il secondo, Trump, passando da una conferenza stampa all’altra, ha asserito che le centrali iraniane dove si stava per costruire l’atomica sono state quasi del tutto distrutte. Una cosa è chiara: mentre Khamenei mente spudoratamente (l’America non è stata neppure sfiorata e ha fatto all’Iran un mazzo tanto, lo scudo israeliano è stato perforato da solo tre o quattro delle migliaia di missili lanciati come documentato in diretta tv) Trump sostiene una verità logica, ma non ancora accertata per tabulas nelle sue esatte dimensioni. Ma quale è la differenza sostanziale? Che mentre in America, e in tutto l’Occidente democratico, i mezzi di informazione sono liberi di contestare le verità presidenziali fino a fare infuriare il potere e l’opinione pubblica può decidere a chi credere, in Iran e nelle autarchie nessuno sa come sono andate le cose e quei pochi che lo sanno non possono obiettare la verità di Stato pena finire impiccati sulla pubblica piazza. La differenza, insomma, sta nella libertà di informazione senza la quale non ne può esistere nessuna altra. Il paradosso è che molti di noi occidentali che godiamo di un simile privilegio usiamo questa libertà di informazione, e quindi di giudizio, contro noi stessi e, direttamente o indirettamente, a favore di chi la nega: da Putin ad Hamas fino agli ayatollah è tutto un «sì, ma», vigliacco che uno li chiami con i loro nomi (despoti, bugiardi, terroristi o macellai fate voi) mentre contro Trump o chi per lui, Meloni inclusa, gli epiteti e i dubbi si sprecano. Giusto non credere alle favole, ma peggio è fare la parte degli utili idioti alla propaganda nemica
Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano
L’unica cosa seria che dovrebbe fare la Nato, non da oggi ma da quando sparì il Patto di Varsavia, sarebbe sciogliersi per mancanza di nemici. Invece, afferma sul Fatto Quotidiano Marco Travaglio, da allora, se li inventa. Anzi li lascia inventare ai padroni U- sa, che ogni due per tre sfornano un Impero del Male: l’Iran sciita, l’Iraq sunnita, l’Afghanistan dei talebani (che piacevano tanto quando combattevano i russi), l’Isis sunnita, di nuovo l’Iran sciita, gli alleati della Russia come la Serbia di Milosevic e la Libia di Gheddafi, poi direttamente la Russia. Ora però Trump s’è messo d’accordo con Putin, che gli ha dato una mano a placare l’ira degli ayatollah e a trasformare la guerra all’Iran in una sveltina di una notte, e può tornargli utile in Medio Oriente e con la Cina. Infatti, al vertice Nato dell’Aja, ha sbianchettato ogni accenno all’ “aggressione russa in Ucraina”: è rimasta solo la “minaccia” di Mosca, senza precisare per chi e perché, e una postilla sulla Cina che era appena diventata buona contro i dazi trumpiani ed è tornata cattiva perché si papperà Taiwan d’intesa con Mosca (come se Xi avesse bisogno di Putin). Quindi spezzeremo le reni pure alla Cina, che però affaccia sul Pacifico mentre la Nato è l’alleanza del Nord Atlantico (ma questo Rutte&C. lo scopriranno solo se incontreranno un mappamondo).Il bello è che, mentre sparisce l’ultimo nemico rimasto, la Nato approva un mostruoso piano di riarmo a carico dell’Europa, che non spendeva tanto dalla II guerra mondiale (il 5% del Pil, mentre gli Usa restano al 3). Per difendersi da chi, nessuno lo sa. Sempre dalla Russia, ripetono i trombettieri del riarmo, costretti a inventarsi una balla al giorno per farci digerire un salasso che avremmo rifiutato pure ai tempi della guerra fredda. Dicono che i russi le buscano in Ucraina, ma stanno per invadere Baltici, Finlandia, Polonia e Germania (come minimo); però si scordano di spiegare che cosa se ne farebbe Putin, perché mai dovrebbe attaccare gli amici dell’amico Trump e con quali forze respingerebbe i 32 eserciti Nato.
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