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Altro parere

Proteggere l'Italia da stati canaglia e cavalli di Troia

Redazione InPiù 23/06/2025

Altro parere Altro parere Claudio Cerasa, il Foglio
“Senza difesa non c’è sicurezza. Senza sicurezza non c’è libertà. E senza sicurezza e libertà non ci sono né benessere né prosperità”. Claudio Cerasa sul Foglio cita “il passaggio più importante del discorso tenuto ieri alla Camera dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo” che, scrive il direttore, “è quello che si trova a  metà dell’intervento, quando, dopo una serie di slalom per evitare di apparire troppo europeista agli occhi di Trump e troppo trumpiana agli occhi dell’Europa, Meloni arriva al punto e decide di sfidare il pacifista collettivo. Sia quello di sinistra, sia quello di destra. In un colpo solo, Meloni molla uno schiaffone ai nostalgici del putinismo della sua coalizione, ai pacifisti anti Nato dell’opposizione e a tutti coloro che di fronte al riarmo degli stati canaglia si occupano solo del riarmo difensivo dell’Europa. Al vertice della Nato che inizierà oggi all’Aia, dice, l’Italia confermerà l’impegno ‘ad arrivare al 3,5 per cento del pil in spese di difesa e all’1,5 per cento del pil in spese di sicurezza’. Nel j’accuse della premier contro il pacifista collettivo, vi sono altri elementi importanti. Sull’Iran, Meloni invita tutti ad ‘abbandonare ambiguità e distinguo’. Lo fa – sottolinea Cerasa - pensando alla necessità di lavorare a livello europeo per spingere l’Iran a ‘evitare ritorsioni contro gli Stati Uniti e a cogliere l’opportunità di un accordo con Washington sul proprio programma nucleare’. E lo fa dicendo quello che il mondo progressista fatica a dire con chiarezza per paura di essere percepito come una forza filo Israele. Prendere sul serio le minacce che puntano ai confini dell’Europa significa fare tutto il necessario per difendersi, dove difendersi significa investire tanto nella sicurezza dell’Italia quanto nella difesa dell’Europa. E lo dice, Meloni, mettendo al centro  dell’attenzione il prossimo fronte su cui l’Italia e l’Europa rischiano di mostrare la propria vulnerabilità: la Libia. Difendere la sovranità dell’Italia scommettendo su un’Europa più forte, un riarmo più veloce e un apparato militare all’altezza delle sfide della contemporaneità. Non è un’agenda di destra. E’ l’unica via possibile per difendere l’Italia non solo dagli stati canaglia ma anche da chi giocando con il pacifismo sogna di spingere l’Italia a sventolare la bandiera della resa al posto di quella della Nato”.
 
Marco travaglio, Fatto Quotidiano
“Fanno tenerezza le frasi roboanti dei leader Nato e Ue del 24.2.2022 sull’aggressione della Russia contro l’Ucraina, confrontate ai loro pigolii e balbettii di oggi sull’aggressione di Israele&Usa contro l’Iran”. Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ricorda come “l’intervento russo fosse stato provocato per 15 anni e che le armi atomiche da piazzare sotto le finestre di Putin la Nato le avesse davvero, mentre l’Iran non le ha per minacciare Israele (che le ha da quasi mezzo secolo), aggiunge un tocco di surrealismo ai famosi ‘valori’ dell’Occidente. Ecco il segretario Nato Jens Stoltenberg il 24.2.22: ‘Condanno fermamente l’attacco sconsiderato della Russia all’Ucraina. È una grave violazione del diritto internazionale e una seria minaccia alla sicurezza euro-atlantica. Invito la Russia a cessare immediatamente la sua azione militare e a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Siamo col popolo ucraino in questo momento terribile’. Ed ecco il segretario Nato Mark Rutte ieri: ‘Non sono d’accordo con chi ritiene l’attacco degli Usa in Iran in contrasto col diritto internazionale. La mia principale paura è che Teheran possa avere l’atomica’. Intanto la Von der Leyen chiede non agli aggressori Israele e Usa, ma all’Iran aggredito, di ‘fermarsi’ e ‘impegnarsi in una soluzione diplomatica credibile’ perché ‘il tavolo dei negoziati è l’unico luogo in cui porre fine a questa crisi’: il tavolo dove gli iraniani erano regolarmente seduti, in Oman e a Ginevra, quando prima Netanyahu e poi Trump l’hanno fatto saltare a suon di bombe. Tutti gli altri acconsentono tacendo, ma ripetendo che ‘l’Iran non deve avere l’atomica’, a partire da Macron e Starmer che ce l’hanno. Nessuno condanna la violazione del diritto internazionale e/o propone sanzioni né tantomeno invii di armi e aiuti a Teheran. Il mantra ‘aggressore e aggredito’, ripetuto allo sfinimento per Russia e Ucraina, è evaporato. Una menzione speciale per i finti anti-trumpiani che fino all’altro ieri, quando Trump invocava e organizzava negoziati su Ucraina e Medio Oriente, lo lapidavano come traditore dell’Occidente: ora che bombarda i negoziati, sono tutti più trumpiani di lui. Ci ordina di buttare il 5% del Pil in armi? Sì, buana. Poi – conclude - tutti a menare Conte e le piazze ‘pacifinte’ che ‘vogliono farci uscire dalla Nato’. Poi si scopre che basta dire no per ottenere flessibilità, come la Spagna di Sánchez, che vuol fermarsi al 2,1% e resta nella Nato. Vergogniamoci per loro”.
 
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