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Altro parere

Peggio per noi

Redazione InPiù 18/06/2025

Altro parere Altro parere Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
“Se Trump interverrà nella guerra privata di Netanyahu contro l’Iran senza ragioni né sbocchi, sarà peggio per lui e per gli americani, ma soprattutto per noi europei”. Lo afferma Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Peggio per lui – spiega il direttore - perché l’ansia di apparire protagonista dappertutto e purchessia, anche in un conflitto che non voleva e tentava di evitare con un negoziato intelligente e promettente troppo presto abbandonato, lo trasformerà nell’attendente di Bibi, che lo trascinerà in una lunga avventura di cui nessuno conosce l’esito finale, ma tutti sanno che sarà disastroso. Peggio per gli americani perché ripiomberanno nell’incubo delle guerre neocon per esportare democrazia, che hanno esportato morte, instabilità e terrorismo e importato migliaia di bare di soldati morti per nulla. E a ripiombarveli sarà Trump, quello del Maga e dell’America First e che in un recente discorso a Riad diceva: ‘I cosiddetti ‘costruttori di nazioni’ hanno distrutto molte più nazioni di quante ne abbiano costruite e gli interventisti hanno ingerito in società complesse che neppure comprendevano... Troppi presidenti americani sono stati affetti dall’idea che sia nostro compito giudicare l’anima dei leader stranieri e dispensare giustizia per i loro peccati…Giudicare è compito di Dio: il mio compito è difendere l’America e promuovere gli interessi fondamentali di stabilità, prosperità e pace’. Per questo era stato rieletto: non certo per ricominciare a impicciarsi nei fatti altrui come un Clinton, un Bush jr., un Obama, un Biden o una Harris qualsiasi. Ma, se Trump smentirà Donald, sarà soprattutto peggio per noi europei. Quando l’Iran diventerà un nuovo Vietnam / Jugoslavia / Afghanistan / Iraq / Siria / Libia / Ucraina – osserva Travaglio - gli Usa fuggiranno come sempre oltre Oceano, lasciandoci le consuete e scontate ondate di profughi e di terrorismo. Il che rende ancor più tragicomica la postura dei vertici Ue e dei governi europei, che non muovono un dito per sanzionare Israele e straparlano di ‘autodifesa’ dell’aggressore dall’aggredito. E sotto sotto pensano ciò che il più demente di tutti (ma è una bella gara), il tedesco Merz, dice in chiaro: ‘Netanyahu sta facendo il lavoro sporco per tutti noi’. Sono troppo impegnati a montare di vedetta a Est contro l’immaginaria invasione russa, per vedere la vera invasione in arrivo da Sud”.
 
Franco Adriano, Italia Oggi
Franco Adriano su Italia Oggi parla della ‘nuova’ visione del mondo di Leone XIV: “Non siamo proprio a ‘Il pastore tedesco’, il titolo a caratteri cubitali del Manifesto che accolse Joseph Ratzinger Papa – osserva Adriano - ma forse poco ci manca che anche il ‘pastorale americano’ non piaccia ad una certa intellighenzia che aspira a dettare il pensiero collettivo. Per carità, il giudizio per ora appare ancora sospeso. Tuttavia, alla manifestazione ‘Repubblica delle Idee’ a Bologna, in casa dunque del cardinale preferito dalla sinistra italiana, Matteo Zuppi, il giornalista, Francesco Merlo, si è fatto portavoce di questo sentimento sul ‘Papa nuovo’: «A me sembra molto freddo», ha detto. «Dicono che ha reintrodotto la liturgia, dicono che fa davvero il Papa, ma Papa Francesco meno faceva il Papa e più diventava Papa. Com’è?». Così riportano le cronache. Questione di pelle. Ma forse c’entra anche il fatto che questo papa sta cambiando l’agenda della Chiesa. L’altro ieri, incontrando i vescovi italiani, Papa Leone XIV ha detto loro innanzitutto di tornare all’essenziale dell’annuncio del Vangelo, di riflettere sull’umano nell’era del digitale e di coltivare la cultura del dialogo. Domenica all’Angelus c’era chi si aspettava che il Papa rispettasse la gerarchia dei media e intervenisse dunque subito sulla guerra Israele-Iran. Invece, Prevost, nel richiamare le crisi internazionali ha cominciato dal Myanmar, è passato per la Nigeria, poi ha ricordato la morte del reverendo Luke Jumu vittima di un bombardamento in Sudan, soltanto alla fine ha detto: «Continuiamo a pregare per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero». Niente più. Perciò ritenendo la cautela una virtù, evidentemente. Un altro boccone amaro è il ritorno del ‘nuovo Papa’ nelle Ville pontificie che furono snobbate da Papa Francesco: la prefettura della Casa pontificia ha comunicato che Leone XIV si recherà a Castel Gandolfo per un periodo di vacanza. L’abbandono della Fiat 500 per spostarsi in città, la scelta di tornare nel Palazzo apostolico invece che abitare a Santa Marta, così come quella di ripristinare l'uso della mozzetta rossa, simbolo di dignità pontificia e di legame con la tradizione, sono tutti segnali che chi ha fede in Gesù Cristo guarda fino ad un certo punto, ma – conclude - chi sa leggere gli eventi solo con gli occhiali della politica fa fatica ad accettare”.
 
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