Versione stampabile Riduci dimensione testo Aumenta dimensione testo

Malafede e ingenuità

Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Redazione InPiù 16/06/2025

Malafede e ingenuità Malafede e ingenuità Antonio Polito, Corriere della Sera
Sul Corriere della Sera Antonio Polito critica il doppio standard di coloro per i quali Netanyahu è un pazzo guerrafondaio ad attaccare l’Iran, ma Putin le sue ragioni ce l’aveva per invadere l’Ucraina, un esempio di contraddizione logica ed etica. Oggi nelle piazze il premier israeliano viene condannato come «genocida» o, nel migliore dei casi, autore di una «pulizia etnica» a danno dei palestinesi. Ma a Putin potrebbe essere rivolta la stessa accusa. Ha più volte dichiarato che «l’Ucraina non esiste».  Sia nel caso di Gaza, ma ancor più in quello dell’Iran, Netanyahu può almeno addurre la scusante della provocazione, o il motivo della minaccia esistenziale. Anche col beneficio della creduloneria dei suoi estimatori, Putin non può vantare invece nemmeno una di queste esimenti per aver invaso nel febbraio di tre anni fa uno Stato sovrano e indipendente. Eppure, questo doppio standard morale, Putin statista/Netanyahu assassino, permane e anzi si rafforza, per me incomprensibilmente. Questa enorme contraddizione, che spesso origina da vera e propria malafede e che non è solo della sinistra a 5 stelle, oggi egemonica in quell’area politica, ma anche della destra filo-putiniana perché anti-europea, viene coperta in modo astuto; così astuto da apparire accettabile a una fetta importante dell’opinione pubblica. Coloro che la sostengono si dicono infatti pacifisti, e propongono una lettura opposta a quella che tutte queste guerre dovrebbero invece indurre nella classe dirigente di un Paese come l’Italia, grande ma piccolo. E cioè che il conflitto armato è tornato a essere il metodo abituale di risoluzione dei contrasti e delle controversie internazionali; almeno al di fuori di quell’area, da tanti disprezzata eppur così pacifica, che è l’Unione europea. E che dunque, proprio al fine di ripudiare la guerra, bisogna prenderne atto e prepararsi a proteggere la nostra libertà, benessere, stile di vita, dotandosi insieme con gli alleati europei di una capacità di difesa e deterrenza militare.
 
Paolo Gentiloni, la Repubblica
Le scie dei missili e le esplosioni nei cieli di Teheran e Tel Aviv – commenta Paolo Gentiloni su Repubblica – cancellano le ultime speranze sulla presidenza Trump come presidenza di pace. “Fermerò le guerre”, da Gaza all’Ucraina, aveva promesso il presidente interpretando la spinta di una parte del suo mondo maga: fermare le guerre sarebbe in effetti il modo migliore per coltivare le pulsioni isolazioniste di America first, e anche per assicurarsi affari e guadagni. Purtroppo però le cose non potevano che andare in senso opposto. Le guerre sono sempre una sfida all’ordine mondiale, ma oggi l’ordine mondiale sembra corroso dall’interno, dal suo stesso principale architetto — gli Stati uniti — e questo di fatto autorizza l’uso delle armi. Quando gli Stati uniti ignorano regole e accordi multilaterali, o dichiarano di volersi annettere la Groenlandia e perfino il Canada, può apparire a molti legittimo operare in base ai semplici rapporti di forza. Esemplare il caso di Netanyahu che decide di liquidare la minaccia esistenziale a Israele costituita dall’arma nucleare in mano al regime degli ayatollah proprio tre giorni prima della ripresa dei negoziati Usa-Iran. Il presidente Trump viene informato, e costretto ad applaudire ex post l’operazione delle forze aeree di Tel Aviv. Così l’apprendista diventa apprendista stregone. Ora è difficile prevedere gli sviluppi del conflitto tra Israele ed Iran, ma due conseguenze sembrano già evidenti. Primo, il rinvio sine die dei nuovi negoziati sul nucleare iraniano, avviati dallo stesso Trump dopo che aveva cancellato gli accordi raggiunti dieci anni fa. Secondo, la volontà di Netanyahu di andare oltre l’attacco agli impianti di arricchimento dell’uranio per colpire l’indebolito regime di Teheran. In conclusione, è possibile che anche questo conflitto si prolunghi, con lo strascico di lutti e sofferenze, di odio, di serie conseguenze sull’economia.
 
Alessandro Sallusti, Il Giornale
Dunque – scrive Alessandro Sallusti sul Giornale – Vladimir Putin, parola di Donald Trump, potrebbe fare da mediatore per portare la pace tra Iran ed Israele. Sarà per la mia ignoranza, ma questo mi sembra un mondo di pazzi scatenati. È come chiedere a un piromane di spegnere un incendio, a un rapinatore di arrestare un ladro. Immaginiamoci Churchill che telefona a Hitler: scusa Adolf, ti spiacerebbe telefonare a Hirohito per chiudere qui quella brutta storia di Pearl Harbor? Non dubito che Putin possa mettere sul tavolo buoni argomenti per convincere quei criminali amici suoi degli ayatollah a smetterla con la questione della bomba atomica da scaricare sulla testa di Israele e che Trump ne abbia altrettanti per placare le paure e la rabbia degli israeliani. Dubito di altre cose. La prima è che Israele si faccia intimorire o addomesticare da chicchessia, non è nazione né popolo da cedere a pressioni e ricatti come la storia ha già dimostrato più e più volte. La seconda è che escludo che quel figlio di buona donna di Putin faccia da paciere gratis per nobili principi. Uno che non ne vuole sentire di finire la sua guerra dovrebbe convincere altri a farlo se non a vantaggio suo? All’Occidente manca solo di andare in debito con il tiranno russo per perdere definitivamente faccia, ruolo e probabilmente anche una non piccola fetta delle sue libertà. Putin premio Nobel per la pace è un lusso che non possiamo permetterci. Qui abbiamo uno Stato, Israele, grande e popolato quanto la Lombardia che sta combattendo una guerra di sopravvivenza, per sé e per l’Occidente, contro un nemico dieci volte più grande e noi che facciamo? Chiediamo aiuto a Putin, beninteso non per proteggere Israele bensì per salvare l’Iran, uno dei peggiori e più pericolosi regimi esistenti sulla faccia della terra complice di Putin stesso in tutte le sue follie anti occidentali
Altre sull'argomento
Meno male che Merz c'è
Meno male che Merz c'è
L'appello del Cancelliere a Trump: resta con noi
Contundente
Le ombre sul futuro dell'Ucraina
Le ombre sul futuro dell'Ucraina
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Pubblica un commento
Per inserire un nuovo commento: Scrivi il commento e premi sul pulsante "INVIA".
Dopo l'approvazione, il messaggio sarà reso visibile all'interno del sito.