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Novità dal fronte est

Redazione InPiù 12/06/2025

Altro parere Altro parere Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
“Accecati dalla logica binaria da curve ultrà – Impero del Bene/Impero del Male, filoucraini/putiniani, democratici/trumpiani, europeisti/sovranisti, riformisti/populisti –rischiamo di perderci la realtà che, almeno fuori dall’Italia, è in continuo movimento”. Lo scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Nella Germania del cancelliere Merz che promette ‘l’esercito più grande d’Europa’, butta mille miliardi nel riarmo, straparla di truppe a Kiev con gli altri ‘volenterosi’ e attende con ansia i nuovi euromissili da puntare contro Mosca, un gruppo di deputati dell’Spd sua alleata spacca il Partito Unico della Guerra e firma un documento con la colomba della pace nel logo del partito: no al riarmo, al 5% di Pil in spese militari e agli euromissili Usa, sì a negoziati con la Russia per tornare all’ostpolitik da Brandt alla Merkel. Un nein grosso così alle politiche di Merz&Ursula, ma soprattutto dei socialdemocratici Klingbeil (vice-cancelliere e ministro delle Finanze) e Pistorius (Difesa), che agitano lo spaventapasseri dell’imminente invasione russa per ingrassare Big Arma. I pacifisti Spd – ricorda il direttore - chiedono che ‘il rispetto del diritto internazionale in Ucraina sia legato ai legittimi interessi di sicurezza e stabilità di tutti gli Stati’, inclusa la Russia, e definire ‘un nuovo ordine senza l’uso della forza’. Se i dissidenti dell’Spd votassero in dissenso, il traballante Merz avrebbe qualche problema in più, con un bell’effetto domino sulle Euro-Sturmtruppen. Qualcosa si muove anche in Polonia, dove il governo dell’europeista ‘liberale’ Tusk contende ai tedeschi e ai baltici il primato delle fregole guerrafondaie. Dopo la sconfitta del suo candidato alle Presidenziali, vinte da quello di destra Nawrocki (contrario a inviare truppe all’Ucraina e a farla entrare nell’Ue e nella Nato), Tusk ha riavuto la fiducia in Parlamento con un interessante discorso” aggiunge Travaglio in cui il leader polacco parla della lotta all’immigrazione illegale: “’abbiamo costruito una vera barriera, la cui efficacia è aumentata dal 30 al 98%’. È il muro anti-migranti eretto dal precedente governo di destra ‘sovranista’, che Tusk si vanta di aver potenziato. Poi annuncia controlli al confine tedesco e la revoca dell’accordo con la Georgia che consente ai suoi cittadini di entrare in Polonia senza visto. Più ‘deportazioni’ per tutti. Fortuna che chi parla è un europeista liberale, sennò l’avrebbero già sbattuto fuori dall’Europa”.
 
Claudio Cerasa, il Foglio
“Il governo, ieri, dopo il bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il segretario della Nato, Mark Rutte, ha confermato l’impegno dell’Italia per portare la quota di pil destinata alla Difesa dall’attuale e misero 1,6 per cento del pil al 5 per cento”. Così Claudio Cerasa sul Foglio sottolineando che “la buona notizia, nell’approccio del governo, è l’idea di combattere la narrazione propagandistica, che arriva dall’opposizione, la stessa che quando si è trovata al governo, dal Pd al M5s, ha sempre aumentato le spese per la Difesa, di considerare il raggiungimento dei target indicati dalla Nato non come un semplice costo ma come un investimento necessario per assicurare ai cittadini maggiore sicurezza. L’idea del governo, a quanto risulta al Foglio, è quello di arrivare entro un anno al 2,5 per cento, entro cinque anni al 3,5 per cento, per poi toccare quota 5 per cento. Per arrivare a questo obiettivo, oltre alle spese vi sono assetti da considerare e obiettivi da raggiungere”. Uno di questi, rivela Cerasa, “è legato a uno sforzo già richiesto ai carabinieri nell’ambito degli obiettivi Nato che verrà esplicitato dopo il vertice dell’Aia. Attualmente, per la difesa integrata del territorio, nell’interdizione di area e nella controinterdizione di area, operazioni finalizzate cioè a impedire l’accesso o il movimento in una determinata zona e a neutralizzare le capacità di interdizione, il numero di carabinieri messo a disposizione della Difesa è pari a novemila unità. Entro il 2026, il numero verrà quasi triplicato, e si arriverà a 25 mila unità. La ragione della necessaria escalation difensiva è stata esplicitata giorni fa dal capo di stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, in  un’audizione alla Camera, quando ha spiegato, senza giri di parole, quello che la politica fa ancora fatica a dire con chiarezza. “Mosca e altri competitors stanno adottando strategie di sovversione, disinformazione e persuasione con l’obiettivo di erodere l’influenza occidentale e guadagnare maggiore leva politica. Più difesa uguale più sicurezza. Più sicurezza uguale più sovranità. Meno difesa uguale meno sicurezza. Meno sicurezza uguale più vulnerabilità dinanzi alle esondazioni dei nuovi e vecchi nemici della libertà, a partire da Putin. Scegliere da che parte stare, anche in Italia – conclude - non dovrebbe essere così difficile, a meno di non voler perseguire la stessa politica putiniana: se non volete guai, amici europei, disarmatevi e andrà tutto bene”.
 
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