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Altro parere

L'Albania degli altri

Redazione InPiù 11/06/2025

Altro parere Altro parere Andrea Colombo, il Manifesto
Sul Manifesto Andrea Colombo traccia un parallelo tra Guantanamo e i centri di detenzione in Albania: “Ma si dia a Giorgia ciò che a Giorgia spetta: il copyright le appartiene di diritto. L’idea è sua e nel vecchio continente era piaciuta subito a tutti, senza distinzioni da XX secolo fra destra e sinistra. Trump non si è inventato niente. Poi, certo, ognuno ha il suo stile e quello europeo è più felpato e ipocrita. L’americano – scrive Colombo - adora ostentare inciviltà, qui si preferisce praticarla senza farlo sapere, magari delegando i compiti più truci al primo libico che passa. Ma all’osso non c’è differenza. L’Albania è la nostra Guantanamo.  La selvaggina è indistinta. Nel mucchio delle prede finiscono tutti, inclusi i cittadini di Paesi amici e alleati, magari impegnati in safari identici a casa loro. Capita persino che il governo più amico che ci sia in Europa, purtroppo il nostro, debba scoprire dai giornali che un paio di compatrioti sono in viaggio verso le delizie di Guantanamo per imprecisabili ragioni. Alla faccia del rapporto privilegiato tra Roma e la Casa bianca. Ma non è questione di mancanza di rispetto. È che una volta impostati così i rapporti non c’è alternativa alla legge del più forte e ogni Paese deve per forza rassegnarsi al vassallaggio oppure ostentare  forza e aggressività in misura pari a quelle dei presunti amici. Donald Trump – osserva l’editorialista - può sembrare a volte pazzo ma nella sua follia c’è del metodo ed è un metodo preciso: riporre nell’armadio degli abiti frusti ogni parvenza di relazione basata su regole e dialogo per sostituirla con la ruvida brutalità dei rapporti di forza. Ma quello che governa non è un Paese co- me tanti: è il cuore di un occidente già traversato ovunque da venti di tempesta identici a quelli che spazzano gli Stati uniti. Se il gioco gli riuscirà, se sostituirà la civiltà delle regole con quella del ko, l’esempio sarà ripreso, magari adattato alle caratteristiche nazionali ma nella sostanza imitato e riprodotto. A tutto scapito di chi, privilegiati o meno che siano i suoi rapporti con il Bullo della Casa bianca, dalla supremazia della forza ha tutto da perdere. Come l’Italia, chiunque la governi”.
 
Paolo Guzzanti, il Riformista
Paolo Guzzanti sul Riformista parla dell’annuncio di Trump di ‘deportare’ immigrati clandestini nel carcere di Guantanamo per arrivare al bambino palestinese accolto in Italia. “Guantanamo – scrive - fa paura anche se tutti I vecchi prigionieri sono stati liberati (o deceduti). La novità ottima e prevedibile (nessun italiano andrà a Guantanamo) è certamente dovuta alla tempestività del nostro ministro degli Esteri. Infatti i due italiani che risiedevano abusivamente negli Stati Uniti sono già in aereo per rientrare in Italia. Tutto è andato bene prima ancora che si svolgesse l’annunciata telefonata fra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il nostro ministro degli Esteri. I repulisti americani sono sempre avvenuti. Il nostro ministro degli Esteri ha fatto comunque una eccellente figura. Anche se poi lo stesso ministro ha annunciato all'assemblea di Confcommercio che il bambino palestinese Adam, ferito e adottato dal governo italiano, era in volo per essere ricoverato all'ospedale Niguarda di Milano e curato per le fratture subite durante i bombardamenti. Con lui, su tre aerei italiani, erano in viaggio altri ottanta palestinesi tra cui 17 bambini e i loro familiari destinati in diversi ospedali italiani. E’ certamente un'ottima notizia perché dove i bambini sono vittime delle guerre, là si impone un'etica diversa da quella della Seconda guerra mondiale, quando gli stessi morivano a centinaia di migliaia in Inghilterra, in Russia, in Germania, in Giappone. Per pura fortuna sono sopravvissuto al bombardamento del quartiere San Lorenzo di Roma del 19 luglio del 1913. ma i miei compagni rimasti sotto le macerie non fecero notizia. I bambini feriti e mutilati o sepolti vivi non hanno bandiera. Ed è sempre un atto morale soccorrerli e salvarli. Bravo, dunque, governo italiano e il ministro Tajani, con una domanda di riserva. Cosa ha fatto questo stesso governo per offrire aerei, ospedali da campo e medici ai bambini ebrei del pogrom del 7 ottobre? E le centinaia di migliaia di bambini ucraini selvaggiamente strappati alle loro madri per essere ricollocati in campi di russificazione coatta per cui la corte dell'Aja ha emesso un mandato di cattura per Vladimir Putin? Non sempre – conclude - è facile e non sempre basta la diplomazia. Ma l'orrore e la difesa dei bambini in guerra devono essere coraggiosi e rischiosi perché riguardano l'etica e non solo la política”.
 
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