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Le paure che la sinistra si ostina ad ignorare
Redazione InPiù 10/06/2025

Luca Ricolfi sul Messaggero analizza ‘le paure che la sinistra si ostina ad ignorare’: “L’esito infelice del referendum (meno del 30% di votanti) – scrive l’editorialista - ha scatenato la caccia agli errori del trio Landini-Conte-Schlein, e moltiplicato le ‘lezioni’ che da quell’esito si dovrebbero imparare: mai fare tanti referendum tutti insieme; incauto scegliere temi non sentiti dalla gente; controproducente politicizzare il voto; autolesionistico (per il Pd) chiamare gli elettori a bocciare le proprie politiche passate; ingenua l’idea di compattare l’opposizione a colpi di referendum. Ognuno, insomma, impara quel che vuole. Ma c’è qualcosa che possiamo imparare sul puro piano dei fatti? Detto in altre parole: ci sono delle informazioni che l’esito dei referendum ci ha fornito, e di cui non potevamo essere sicuri prima? Secondo me sì. L’informazione-base che i referendum ci hanno fornito è che sul tema dell’immigrazione la sinistra è in netta minoranza nel Paese. Il fatto che i sì ai referendum sul lavoro siano stati tutti prossimi al 90% e quelli sulla riduzione dei tempi per la cittadinanza siano poco sopra il 65% - spiega Ricolfi - è un dato estremamente significativo. Su 85-90 elettori di sinistra andati al voto, almeno 20 hanno votato no sulla cittadinanza, il che significa che almeno 1 elettore progressista su 5, forse 1 su 4, non è d’accordo con la linea di Pd e di Verdi-Sinistra sull’immigrazione. Insomma: l’elettorato di sinistra andato al voto ha mostrato la sua estrema diffidenza e iper-sensibilità sulla questione migratoria, anche quando posto di fronte a misure progressiste ma blande. Tutto questo pone un serissimo problema alla sinistra. Se volesse recepire i segnali del suo elettorato, dovrebbe spostarsi sulla linea di Conte, meno acritico di Schlein sull’immigrazione. Ma se scegliesse di perseverare sulla linea pro-migranti attuale, molto difficilmente riuscirebbe a portare al voto un numero di elettori progressisti sufficiente a farle vincere le prossime elezioni politiche. Forse, per la sinistra, sarebbe meglio, semplicemente, cominciare a prendere atto della realtà. Guardandole senza pregiudizi, queste benedette statistiche. I problemi della criminalità e dell’immigrazione esistono, la gente li sente, e non c’è modo di esorcizzarli. Ostinarsi a negarli può portare gli elettori – anche una parte di quelli di sinistra – a rifiutare proposte che, in un clima più sereno, avrebbero ottime possibilità di essere accolte”.
Marino Longoni, Italia Oggi
“Dopo il colpaccio inferto qualche giorno fa da Kiev, con la distruzione di qualche decina di bombardieri strategici russi, Putin ha dichiarato che, «nel tentativo di intimidire la Russia, la leadership di Kiev è passata all'organizzazione di atti terroristici».” Marino Longoni su Italia Oggi definisce ‘balle’ quelle del leader russo e spiega: “Dichiarazioni di questo tipo non sono una novità, anzi sono una costante della leadership russa, che sembra ormai talmente appallottolata nelle proprie falsificazioni, da aver perso il contatto con il mondo reale. L’uomo solo al comando pretende di falsificare ogni giorno la narrativa di un’aggressione da lui voluta per piegarla ai suoi interessi immediati. E tutti i suoi paggetti cercano di compiacerlo rilanciando con enfasi le sue visioni distorte. Così la Russia, a livello di mass media è diventata un manicomio. E la cosa è preoccupante, perché Mosca è una potenza nucleare che ormai usa sempre più spesso la minaccia della bomba atomica per intimidire i propri nemici. Ogni giorno, da anni, Putin lancia droni e missili sulle città dell’Ucraina, devastandole e riempendone i cimiteri di vittime innocenti: come può chiamare atto terroristico la distruzione di aerei militari che vengono utilizzati abitualmente dai russi per bombardare le infrastrutture civili ucraine? Pensa di avere il diritto divino ed esclusivo di aggredire impunemente gli altri? Lui – scrive Longoni - può dichiarare una guerra contro quelli che chiama i nazisti di Kiev e non si rende conto che quello che utilizza metodi e linguaggio tipicamente nazista è proprio lui? I suoi nemici, secondo lui, sarebbero autorizzati tuttalpiù a difendersi con la contraerea dai missili e dai droni russi, mentre se attaccano un aeroporto in territorio russo sarebbero colpevoli di attentato terroristico? Questa follia propagandistica, diffusa con ogni mezzo dal Cremlino e accettata, a quanto pare, da Trump e da una buona fetta dell’opinione pubblica occidentale (oltre che naturalmente dai suoi alleati) contiene in sé il rischio nemmeno tanto recondito di giustificare anche il lancio di ordigni nucleari. Ed è quello che molti osservatori temono stia pensando di fare Putin per vendicare lo smacco subito. Essendo ormai la narrativa russa scivolata su posizioni oltranziste e fuori da ogni logica, tutto è possibile”.
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