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Una tregua alle scemenze
Redazione InPiù 19/05/2025

“Mentre continua a non dire una parola e a non far nulla neppure di simbolico su Israele e lo sterminio di palestinesi, la presunta Europa non perde occasione per intralciare il negoziato, già faticosissimo, sull’Ucraina”. Lo scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Il gioco sporco – afferma - è così scientifico che fa di chi lo nega o un ebete o un mascalzone. Sono tre anni che, a ogni vagito di diplomazia, le maggiori cancellerie Ue & Nato rispondono con una mossa per spegnerlo sul nascere. L’unica novità positiva è che con Trump gli Usa giocano a favore della trattativa e non più contro. Per imbucarsi al tavolo a cui fortunatamente non sono invitati, i mitomani sedicenti Volenterosi con le Ursule e le Kallas s’inventano un bastone fra le ruote al giorno. E ieri, mentre Trump parlava con Putin, l’ultimatum di Zelensky, Macron e Kallas a Mosca per ‘30 giorni di tregua incondizionata’, che non risolverebbe nulla senza rimuovere le cause della guerra. Coi russi che avanzano e gli ucraini sull’orlo del tracollo, la tregua non è un obiettivo neutro: è un’esigenza vitale di Kiev che ha bisogno di rifiatare, riorganizzarsi e ricevere nuove armi dall’Europa. Solo uno scemo cesserebbe il fuoco senz’almeno la garanzia che si interrompa il flusso di armamenti. Non può essere una pre-condizione per trattare. Strillare ‘tregua o niente’ – sottolinea Travaglio - serve a Zelensky e agli euro-sabotatori per gonfiare il petto con ultimatum spuntati, dimostrare che Putin è cattivo (come se qualcuno ne dubitasse) e comprare altro tempo prima della resa dei conti: il giorno in cui dovranno arrendersi alla realtà e ammettere di aver perso la guerra e sbagliato tutto. Alternative a mollare i territori perduti, che già a dicembre Zelensky ammise di non poter riconquistare, non ne esistono. Ameno che non gli euro-mitomani, che non hanno i mezzi, ma gli Usa decidano di inviare le truppe: ciò che persino Biden escluse fin da prima dell’invasione russa. Purtroppo Vance avvisa che, se il negoziato fallisce, il suo Paese dirà ‘questa non è la nostra guerra’ e smetterà di armare l’Ucraina. Che così perderà molti più territori di quelli che ora finge di voler riavere. Il piano Zelensky di oggi è il piano Putin di tre anni fa che Kiev rifiutò a Istanbul. Domani il piano Zelensky potrebbe essere il piano Putin di oggi”.
Carlo Valentini, Italia Oggi
Fine vita, chi soffre esige rispetto. Ne parla Carlo Valentini su Italia oggi: “La materia – scrive - è delicata e va affrontata con garbo. Sarebbe opportuno non infarcirla di slogan, etici o politici, bensì trovare una soluzione appropriata che risponda a quella che è un’esigenza reale, nel giusto equilibrio tra le diverse sensibilità. Con una popolazione che invecchia e la medicina che ha fatto passi avanti anche in campo tecnologico, il fine vita in talune situazioni non può più essere ritenuto un problema residuale. C’è un diritto alla vita ma ci dev’essere pure un diritto a una morte dignitosa. Negare questo diritto e costringere una persona a una sofferenza irreversibile è disumano. Il campo andrebbe sgombrato sia dagli eccessi di chi crea confusione mescolando il fine vita dignitoso con l’eutanasia (che è un’altra fattispecie) sia da chi pretende di imporre una propria visione etica e religiosa a chi ha sensibilità e pensieri diversi. Che la politica, cioè il parlamento, non riesca a trovare un punto d’incontro su una legge che, con gli opportuni paletti, consenta a chi è in una situazione terribile e di non ritorno di scegliere di non procrastinare una sorta di tortura, è disdicevole per i parlamentari. Va sottolineato, tra l’altro – aggiunge - che si tratta di consentire una libera scelta personale. Chi ritiene, per proprie convinzioni, di comportarsi diversamente merita lo stesso rispetto di chi invece decide di avvalersi dell’auspicata legge. Un ultimo, emblematico caso è avvenuto negli scorsi giorni a Bologna dove è deceduta per cause naturali dopo lunghe sofferenze una persona che aveva chiesto il suicidio assistito per mettere fine al proprio calvario. Era stata accertata la sussistenza di tutte le condizioni fissate dalla Corte Costituzionale, ma il Tar aveva accolto la sospensiva presentata da una consigliera regionale di Fi e stoppato temporaneamente la sua richiesta. Che colui che si ritrova in queste situazioni senza scampo debba aggiungere alla propria sofferenza fisica le traversie politico-giudiziarie è riprovevole. A questo punto non si tratta più di etica, ma di buon senso”.
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