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Renzi: Italia retrocessa e sostituita dalla Polonia

Federico Capurso, La Stampa. 17 maggio

Redazione InPiù 17/05/2025

Renzi: Italia retrocessa e sostituita dalla Polonia Renzi: Italia retrocessa e sostituita dalla Polonia Nel consesso internazionale l’Italia è stata sostituita dalla Polonia. Intervistato da Federico Capurso per La Stampa del 17 maggio, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi si scaglia contro la politica estera di Giorgia Meloni: Di fronte all’ennesima crepa aperta da Giorgia Meloni nel suo rapporto con il fronte dei Volenterosi - assente a Tirana al vertice sull’Ucraina tra Francia, Regno Unito, Germania e Polonia - Renzi, pone una domanda affilata proprio nella sua semplicità: «Quand’è l’ultima volta che la Polonia, con tutto il rispetto, ha sostituito l’Italia al tavolo dove siedono le grandi potenze europee?». Ripercorrendo gli ultimi anni, ricorda Renzi, «nei momenti storici cruciali il nostro Paese è sempre stato presente, qualunque fosse il colore del presidente del Consiglio: c’era Mario Draghi, c’ero io, c’era Silvio Berlusconi». Adesso, invece, «con Meloni l’Italia non c’è: è stata retrocessa in serie B». E quando Meloni ha provato a sostenere che i Volenterosi stessero parlando di inviare truppe a Kiev e che per questo non fosse interessata all’incontro, è stata smentita da Macron. «Un fatto incredibile. Meloni, presidente del Consiglio dell’Italia, diffonde una fake news su un vertice in cui, in realtà, si parlava di come arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina e al quale partecipavano tutti Paesi componenti delG7, con Donald Trump in collegamento, più la Polonia e Zelensky: è il segno di una donna che ha completamente perso la ragionevolezza. Mi lascia sinceramente sconvolto». Si è chiesto per quale motivo Macron sia intervenuto in prima persona? «Segno che l’insofferenza non è stata solo francese. Il fatto che non sia uscita una velina, ma sia voluto intervenire direttamente Macron per smentire Meloni è stato un modo per farle capire che sulle questioni cruciali, in momenti storici di crisi, così delicati, gli influencer che distorcono la realtà non possono trovare spazio in Europa».
 
Il rapporto con Parigi è inevitabilmente deteriorato? «Questo governo ha dichiarato guerra a Macron da tempo. Meloni, d’altronde, cura i suoi rapporti internazionali in base alle simpatie personali. E con Parigi gioca sul sentimento antifrancese che c’è in Italia, per poter racimolare qualche consenso in più. Ma Macron si è dimostrato uno statista, Meloni invece ha fatto la figura di una che diffonde fake news in ambienti internazionali: credibilità zero». Perché lo ha fatto? Lei che motivo si dà? «Mente pensando di poter dominare la narrazione interna, anche a suon di bugie. Qui da noi non trova un controcanto adeguato, e allora ha vita facile. Poi però, fuori dall’Italia, il gioco le scappa di mano. Nessuna persona ragionevole può pensare di giustificare così la sua estromissione da un vertice. E il fatto che la Polonia abbia preso il posto dell’Italia a quel tavolo, per di più, è una cosa gigantesca. L’Italia non si merita di fare queste figure e non si merita una persona incapace e ininfluente come Meloni. Una che interviene in Parlamento e sbaglia la definizione di “spread” dimostra di non essere adeguata al ruolo». La Polonia ha preso il posto dell’Italia grazie ai suoi enormi investimenti nella Difesa? «L’asse tra Varsavia e i grandi Paesi europei, in realtà, si è venuto a creare sui dazi. Poi si estende anche all’Ucraina, per una questione geografica e di peso militare nella zona, certo. Mail tema di fondo, cruciale, è un altro: la Polonia condivide l’idea che l’Europa sia la risposta ai grandi problemi di questo tempo». Invece Meloni? «Si presenta come una leader forte, ma si dimostra un’insicura. Non ha deciso da che parte stare perché cambia posizione in base alla convenienza del momento. Come si può fare affidamento su un Paese guidato da qualcuno che cambia idea a seconda di come tira il vento?». Lo spauracchio di Salvini che le fa opposizione dall’interno è un problema? «Salvini è insignificante. Trovare problemi esterni a Palazzo Chigi è il gioco in cui si è rifugiata Meloni finora. Il problema è lei». Eppure, il consenso sembra tenere. «Il consenso è volatile. E stavolta, con questa enorme figuraccia, credo si sia spezzato l’incantesimo. Gli italiani adesso si renderanno conto che oltre la cortina di fumo dell’influencer di Palazzo Chigi c’è un calo della produzione industriale che va avanti da 26 mesi consecutivi, che in Europa la Polonia ha preso il posto dell’Italia e che l’asse con Trump che Meloni raccontava ai giornali, in realtà, lo stanno costruendo Macron e Starmer, come dimostrato in Vaticano ai funerali di Papa Francesco. Piano piano, vedrà, inizieranno a scendere anche i consensi».
 
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