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L'Appello contro il decreto sicurezza

Si denunciano profili incostituzionali e repressivi

Redazione InPiù 30/04/2025

L'Appello contro il decreto sicurezza  L'Appello contro il decreto sicurezza La stampa ha dato notizia che 250 giuristi esperti di diritto costituzionale hanno sottoscritto un appello contro il decreto sicurezza giudicato incostituzionale e repressivo. Tra i firmatari figurano tre ex presidenti della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky, e due ex vice-presidenti, Enzo Cheli e Paolo Maddalena, e molti altri nomi illustri. Nell’appello si denunciano forzature istituzionali di particolare gravità, di fronte alle quali i firmatari ritengono che non sia più possibile tacere e sia anzi doveroso assumere pubbliche posizioni. Si lamenta la trasformazione del disegno di legge che era in discussione in Senato in decreto-legge senza alcuna straordinarietà ed urgenza, con grave compressione della funzione legislativa. Si lamenta che sono numerosi nel testo del decreto-legge i principi costituzionali che appaiono compromessi. Tra questi il principio di uguaglianza, che non consente in alcun modo di equiparare i centri di trattenimento per stranieri extracomunitari al carcere o la resistenza passiva a condotte attive di rivolta. Il c.d. “daspo urbano”, disposto dal questore che equipara condannati e denunciati, sarebbe in contrasto con l’art. 13 Cost. e la tutela della libertà personale. Preoccupante è la previsione con cui si autorizza la polizia a portare armi, anche diverse da quelle di ordinanza e fuori dal servizio.
 
Ricordiamo che il testo del decreto legge è stato firmato dal Presidente Mattarella soltanto dopo che alcune norme sono state modificate.  Nel commentare il decreto per InPiù avevamo sottolineato che per alcuni versi esso presenta profili positivi, come la previsione che le vittime di usura che intendono beneficiare di un mutuo debbano essere assistite nella redazione del progetto relativo alla loro impresa da un esperto iscritto in apposito albo, o le disposizioni che stabiliscono che le Forze di Polizia operino con body cam che possono registrare quanto avviene.  Altre norme perpetuano errori di politica legislativa: la moltiplicazione dei reati, l’inasprimento di pene nulla aggiungono all’efficacia dissuasiva delle condotte penalmente rilevanti. Preoccupa anche che di fronte alle gravissime condizioni in cui si trovano le nostre carceri il Governo pensi a punire le rivolte, che evidentemente considera probabili, anziché intervenire a porre rimedio al sovraffollamento che ha raggiunto numeri inimmaginabili.  I firmatari dell’appello richiamano tutti gli organi di garanzia costituzionale a mantenere alta l’attenzione e a censurare l’allontanamento dallo spirito della Costituzione, che fonda la convivenza della comunità nazionale su democrazia, pluralismo, diritti di libertà ed uguaglianza di fronte alla legge. Ma la Costituzione vive nella coscienza dei cittadini. Per molti anni la giovane Repubblica ha convissuto con il t.u. di Pubblica Sicurezza scritto dal legislatore fascista senza troppe difficoltà. E’ dall’educazione dei giovani italiani che bisogna partire.
 
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