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Altro parere

La burocrazia masochista

Redazione InPiù 08/04/2025

Altro parere Altro parere Alessandro Sallusti, il Giornale
Alessandro Sallusti sul Giornale parla di burocrazia masochista: “Certo che Donald Trump sta creando un bel danno alla nostra economia. Questa storia dei dazi è un rompicapo di non facile soluzione, tutti a chiedersi quanto sarà il conto che il sistema Italia sarà costretto a pagare. Tutto vero – sottolinea il direttore - ma quanti Trump abbiamo in casa nostra, neppure eletti e quindi teoricamente rimovibili con un tratto di penna? L’ultimo auto-dazio lo abbiamo scoperto ieri e ha dell’incredibile. Succede che tempo fa il commissario straordinario per il Giubileo di Roma, Roberto Gualtieri, ha una idea geniale, raramente ma ogni tanto capita di averle anche dalle parti del Pd. Per scoraggiare l’assalto al centro città dei bus turistici che portano i pellegrini a visitare i luoghi santi, modifica le tariffe dei parcheggi: i bus che si fermeranno nei parcheggi di interscambio pagheranno molto meno, quelli che vorranno fermarsi nel cuore della città molto di più. La cosa funziona: meno 40% di intasamento in centro, più 73% di soste in periferia, con buona pace delle casse pubbliche, della mobilità e della qualità dell’aria. Siccome la mamma del cretino è sempre incinta, qualcuno fa ricorso e il Tar del Lazio lo accoglie: tutto da annullare per un vizio di forma. Quella delibera non andava firmata dal commissario, bensì dal sindaco a cui avrebbe usurpato i poteri. Perfetto, se non fosse che commissario e sindaco sono la stessa persona: Roberto Gualtieri, da ieri usurpatore di sé stesso per sentenza. Difficile dire se è più facile arginare Trump o il dilagare della follia autodistruttiva della nostra burocrazia e della nostra magistratura, civile o penale che sia, il cui costo complessivo è ben superiore a qualsiasi dazio. Lo sviluppo di Milano è stato paralizzato dai teoremi della Procura sull’interpretazione delle norme edilizie, Roma è in balia del mancato buonsenso del Tar, le nostre aziende sono costrette ad aspettare anni diritti che in altri Paesi sono concessi in pochi giorni, la complessità del sistema fiscale è una giungla che fa perdere tempo ed energie anche a chi le tasse le vorrebbe pagare. Non si va lontano dalla realtà – conclude Sallusti - dicendo che il più stupido e oneroso dazio che gli italiani pagano non è quello che si è inventato il presidente americano, bensì quello imposto, non da oggi, dalla loro classe dirigente”.
 
Marino Longoni, Italia Oggi
“Una approfondita inchiesta pubblicata dal New York Times, frutto di indagini sul campo e di oltre 300 interviste ha svelato aspetti inediti della collaborazione americana a sostegno di Kiev, che si è rivelata essere ben più approfondita rispetto a quanto era emerso finora”. Ne parla Marino Longoni su Italia Oggi: “In pratica – riferisce Longoni - nella Base Nato di Wiesbaden si è creato un gruppo di comando composto da generali Usa e ucraini che ha gestito gran parte delle operazioni belliche. La strategia americana è sempre stata quella di mantenere un profilo più basso possibile, per evitare ritorsioni russe, ma il contributo dato alla resistenza è stato determinante, non solo per quanto riguarda la fornitura di materiale bellico. Decisivo è stato infatti l’apporto dell’intelligence, che, operando dietro le quinte non si è limitata a fornire le immagini satellitari ma ha fatto uso di droni di sorveglianza, intercettazioni telefoniche e persino analisi dei movimenti di truppe russe basate su fonti aperte e segrete. Informazioni trasformate in elenchi di obiettivi specifici, come comandanti russi o depositi di carburante che gli ucraini potevano colpire con precisione chirurgica. In alcuni casi, gli americani hanno fornito dati così dettagliati da consentire l’eliminazione di generali nemici. Se la strategia di Biden, portata avanti quasi in punta di piedi, è stata quella di permettere agli ucraini di resistere ad un esercito molto più preparato e meglio rifornito, ed è stata tutto sommato efficace – spiega Longoni - con l’avvento di Trump le cose sono cambiate radicalmente perché Zelensky ora sa che l’appoggio americano, pur essendo assolutamente indispensabile, non è più incondizionato, ed anzi potrebbe richiedergli sacrifici, come l’accordo sulle terre rare o la cessione di territori, che con la precedente amministrazione non erano prevedibili. E se anche con Biden non sono mancati contrasti a causa delle diverse strategia dei due comandi americano e ucraino, più orientato il primo ad indebolire la Russia nel lungo termine, più bisognoso il secondo di sbandierare successi che tenessero alto il morale della nazione, le divergenze con l’amministrazione Trump sono molto più marcate e potrebbero portare ad esiti imprevedibili del conflitto”.
 
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