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Altro parere

Fuori dalla storia

Redazione InPiù 07/04/2025

Altro parere Altro parere Mattia Feltri, La Stampa
Mattia Feltri nel suo ‘Buongiorno’ sulla Stampa ironizza sui politici e sugli elettori (in questo caso del M5S) che si innalzano sul piedistallo dell’etica ponendosi in qualche modo ‘fuori dalla storia’: “Poiché – scrive Feltri - sotto la mia casa romana transitano manifestazioni tre sabati sì e uno no, ho la fortuna di avere apprezzato l’intera casistica degli slogan prodotti dall’uomo che protesta. E ci sono voluti due decenni perché potessi proclamare di avere ascoltato lo slogan più cretino di sempre, nella solida previsione che nessun altro slogan cretino potrà mai essere altrettanto cretino, e nonostante la fisiologica cretineria degli slogan da corteo. È stato pronunciato sabato nella manifestazione promossa da Giuseppe Conte e dal Movimento Cinque stelle, accompagnati dal grosso del resto della sinistra, contro le ipotesi di riarmo europeo e di sostegno militare all’Ucraina invasa da Putin. Eccolo qui: ‘Fuori la guerra dalla storia’. Dopo tanti anni, il popolo di Beppe Grillo è diventato il popolo di Giuseppe Conte, ma ancora non ha imparato dalle proprie minchiate, e continua a riproporsi obiettivi di portata evangelica. Un politico di media levatura e un elettore di qualche maturità dovrebbero partire dal presupposto che l’unico modo di affrontare un problema è sapere di non poterlo risolvere. È impossibile abolire la povertà, impossibile cancellare la corruzione, impossibile raggiungere l’uguaglianza. Quando lo si è capito, di solito entro il ginnasio, nel caso dei Cinque stelle entro la scorsa legislatura (ce lo si augurava), si è già compiuto il primo passo per avere un po’ meno di povertà, un po’ meno di corruzione, un po’ più di uguaglianza. Buttare la guerra fuori dalla storia – conclude - può essere soltanto l’obiettivo di chi fuori dalla storia ci ha piantato le tende: lì vien facile bearsi della propria rettitudine”.
 
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ‘controreplica’ a Massimo Giannini che, sul Venerdì di Repubblica, aveva polemizzato sulla questione del diritto internazionale dopo uno scambio di battute a Otto e Mezzo. “Ora – scrive Travaglio - Giannini prova a ricordarmi ‘qualche verità’ e a ‘fissare i punti fermi’. Purtroppo, invano. 1. ‘Il famoso negoziato di pace di aprile 2022 non saltò perché Usa, Ue e Johnson vietarono a Zelensky di firmarlo... L’Ucraina si ritirò dal tavolo dopo i massacri di Bucha e l’annessione russa con referendum-farsa di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson’. Balle. Le denunce su Bucha iniziano il 3 aprile, ma Zelensky dice che il negoziato prosegue e i suoi delegati rivedono i russi a Istanbul per altri 12 giorni. Poi il 15 aprile se ne vanno. I referendum e le annessioni dei quattro oblast ucraini arrivano 5 mesi dopo: a fine settembre. Il perché lo spiega il capo-delegazione ucraino David Arakhamia alla tv zelenskiana 1+1: ‘I russi erano pronti a porre fine alla guerra se avessimo accettato la neutralità: avremmo dovuto promettere di non aderire alla Nato. Questo era il loro punto chiave’. Ma il 9 aprile ‘Johnson venne a Kiev e disse che non dovevamo firmare nulla coi russi, ma solo combattere e basta’. 2. ‘È vero, i bombardamenti nell’ex Jugoslavia non ottennero il via libera dall’Onu, ma solo perché in Consiglio di sicurezza misero il veto Russia e Cina’. Quindi, siccome Russia e Cina sono membri permanenti del Cds, il loro voto vale solo quando dicono Sì. E il diritto internazionale lo decide Giannini: se le guerre le fa la Nato (con o senza Onu) vanno bene, se le fanno gli altri no. 3 . ‘La missione Afghanistan ebbe almeno la copertura Nato’. Quindi la Nato fa le veci dell’Onu. Come dire che le invasioni sovietiche dell’Ungheria e della Cecoslovacchia ebbero almeno la copertura del Patto di Varsavia. 4. ‘Nulla di ‘illegale’ nelle vicende di Kosovo e Libia’. Se la Nato sostituisce l’Onu, vale tutto (per la Nato). Ma purtroppo il diritto internazionale lo sancisce l’Onu. Nel 1999, dopo i 78 giorni di bombardamenti Nato su Belgrado e la contro-pulizia etnica kosovara su 300 mila serbi e rom, la pace di Kumanovo, ratificata dalla risoluzione Onu n. 1244, riconosce la sovranità serba sul Kosovo. Che però nel 2008 si proclama indipendente e l’Occidente lo riconosce in spregio al trattato e alla risoluzione Onu. Quanto all’attacco Nato alla Libia nel 2011, giustificato dalle solite fake news Usa su fosse comuni e 30 mila vittime dei gheddafiani, la risoluzione Onu n. 1970 autorizza ‘tutte le misure necessarie per proteggere civili e aree a popolazione civile’: non certo quei bombardamenti su civili, centri abitati, tv e scuole (una per disabili). Massimo, dài retta – conclude Travaglio - era meglio fare come a Otto e mezzo: tacere”.
 
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