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Dal 7 ottobre al Real Estate Gaza
Redazione InPiù 06/02/2025

"Quella di Trump è un'idea surreale, ma non meno dei piani alternativi". Così Giuliano Ferrara commenta sul Foglio l’idea del presidente Usa di fare della Striscia di Gaza, una volta trasferiti i palestinesi in Egitto e in Giordania, la Riviera del Medio Oriente. “Se stiamo al Trump di ieri, a Yalta i tre vincitori della guerra avrebbero dovuto fondare la più gran de immobiliare mai vista. Churchill Roosevelt e Stalin, come tre Aga Khan, avrebbero dovuto immaginare resort in Germania e in Polonia, magari al posto di Dachau e Auschwitz, Dresda ricostruita come un set, e l’Italia trasformata globalmente in un giardino overtourism antemarcia. Tutto verosimile e di apparente buonsenso nella superberlusconata di The Donald, il cui modello italiano ragionava anche così ma per lo più si teneva. Il passaggio dall’autodifesa all’iniziativa Real Estate, e così brusco, sorridente, ha qualcosa di surreale. Su questo giornale la litania dei due stati per due popoli era agonizzante da tempo. La retorica della convivenza con il Nessuno terrorista e con il nichilismo antisemita è lontana dalla considerazione realistica delle cose quanto intrinseca alla diplomazia degli impotenti e dei commentatori garruli che ancora credono all’Autorità nazionale palestinese. Più che la nuova Riviera ci sembrava che il problema fosse il nucleare dei mullah. Il rimpatrio degli immigrati illegali non lo confondevamo però con l’espatrio e la deportazione forzata di un paio di milioni di palestinesi. Cambiare la faccia del Medio Oriente è stata un’impresa accelerata dalla tragedia del pogrom del 7 ottobre, d’accordo, con i suoi costi esorbitanti, tragici. Ma una risoluzione dell’Onu che legittimi una impresa fra il turistico e l’umanitario, fondata sull’espropriazione, anzi l’esproprio, posto che l’Onu abbia ancora l’autorità di emettere risoluzioni legittimanti dopo la vergognosa figura rimediata durante la guerra del 7 ottobre, non è lontanamente immaginabile. Trump deve avere scambiato la sua larga investitura per una licenza edilizia, come per la Trump Tower o per Atlantic City, aree inabitabili e dunque edificabili. Il tremendo è che il suo piano, di fronte alla fragilità dei piani alternativi, di fronte ai famosi due stati, con uno democratico e l’altro terrorista o in mano ai terroristi, acquista una specie di comprensibilità, sicuramente per le opinioni pubbliche mondiali e per i loro megafoni più o meno autoritari”.
Alessandro Sallusti, Il Giornale
Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, commenta le reazioni delle opposizioni alle informative rese ieri in Parlamento dai ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almasri. “Sia alla Camera sia al Senato – scrive Sallusti - si è assistito a una sequenza di insulti e battute da osteria nei confronti della premier Meloni. E fin qui nulla di nuovo. La novità è che ha fatto un certo effetto vedere, oltre al capo dell’opposizione Elly Schlein, due ex premier della Repubblica italiana, Giuseppe Conte e Matteo Renzi, trascinare i peones nella rissa con metodi mutuati in parte da Sigfrido Ranucci e in parte da Maurizio Crozza. Avessero parlato di politica, di sicurezza nazionale, di come le cose si sarebbero potute fare in modo più ordinato, nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Niente, due ore di puro teatrino da avanspettacolo, cioè mediocre e di scarsa qualità, da parte di due ex leader che non si rassegnano al destino di non esserlo più e di mai più potere tornare ad esserlo. E pensare che parliamo di politici che hanno partecipato a vertici internazionali con i grandi del mondo, che hanno maneggiato materiale ben più esplosivo e indicibile di quello che ieri era all’ordine del giorno e che per questo uno di loro, Conte, è stato pure pubblicamente ringraziato dall’allora presidente Trump con il famoso tweet «Grazie Giuseppi». Sogniamo un’opposizione che si opponga al governo, non all’Italia e ai suoi interessi primari e strategici. Invece, che si parli di sicurezza nazionale o di lotta all’immigrazione clandestina, abbiamo un’opposizione semplicemente distruttiva. Che fino a che la fanno quegli scappati di casa di Bonelli e Fratoianni ci può anche stare. Ma due ex premier che scendono al loro livello dialettico e politico – conclude Sallusti - è una cosa che al Paese si poteva anche risparmiare”.
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