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Il carnevale dell'opposizione
Redazione InPiù 05/02/2025

Oggi – scrive sul Giornale Alessandro Sallusti – sia alla Camera sia al Senato va in scena la più classica delle commedie di cui è capace la politica. I ministri Nordio e Piantedosi sono chiamati a riferire sul rimpatrio del generale-delinquente libico Almasri, incautamente arrestato una decina di giorni fa mentre era di passaggio a Torino su mandato di cattura della Corte penale internazionale emesso, guarda caso, un minuto dopo che il ricercato aveva varcato il confine tra Germania e Francia. Sul perché ce ne siamo velocemente liberati, abbiamo scritto fino alla nausea: sicurezza nazionale, stante l’alta probabilità di ritorsioni anche violente nei confronti dei nostri concittadini e delle nostre aziende che vivono e operano in Libia. Le opposizioni tutte stanno preparando lo show a favore di telecamere, un concentrato di retorica e stupidità di cui abbiamo avuto più di un assaggio negli ultimi giorni: «Governo complice degli assassini», «Meloni complice dei torturatori», immagino saranno gli slogan meno offensivi tra i tanti che sentiremo. Ci sta, fare cagnara è il mestiere dell’opposizione, di questa opposizione in particolare, data la sua inconsistenza. A proposito di questo ricordo una fulminante battuta di Adriano Galliani ai tempi in cui era senatore di opposizione di Forza Italia, governo Conte: «Com’è fare il senatore di opposizione? Inutile e frustrante, è come passare il tempo a vedere due che fanno l’amore e dover urlare tutto il tempo: ma come lo fate male, ma proprio non sapete farlo. Intanto loro lo fanno e noi facciamo pippa». La metafora ardita di Galliani ben spiega che ci sono certe cose che competono solo al governo, e tra queste sicuramente tutelare la sicurezza dell’Italia e degli italiani è tra le più importanti, costi quel che costi, morale ed etica vengono dopo. Sono certo che a parti inverse sarebbe accaduta la stessa cosa - e chissà quante volte è successa senza che lo abbiamo saputo -, altrimenti vorrebbe dire che le sinistre italiane rappresentano un pericolo reale e concreto per tutti noi.
Claudio Cerasa, Il Foglio
Scongiurare i bulli mostrando i muscoli o rendere inevitabile l’arrivo dei bulli rinunciando a mostrare i muscoli? E’ la domanda che pone sul Foglio Claudio Cerasa. Di fronte all’estremismo dei partiti nazionalisti abituati a utilizzare le peggiori leve della xenofobi sull’immigrazione, esiste per contrapporsi alle pulsioni nazionaliste una linea politica terza, in grado cioè di non respingere un problema concreto, che fare con l’immigrazione irregolare, nell’istante in cui si cerca di respingere una forma di estremismo altrettanto reale? Buona parte delle risposte per tentare di governare l’immigrazione irregolare – continua Cerasa – si trova in Europa e non c’è dubbio che i paesi maggiormente esposti ai flussi migratori abbiano la necessità di chiedere all’Europa di fare di più (rimpatri, asilo, espulsioni, redistribuzioni) e non di fare di meno (meno integrazione, meno unione, meno solidarietà, meno sovranità europea). Ma le risposte europee non sono sufficienti per governare il fenomeno, per potersi presentare di fronte agli elettori con la postura e le idee utili a mostrare sensibilità sul tema dell’immigrazione irregolare. E in mancanza di una terza via, di una posizione centrista, la polarizzazione spesso rischia di essere questa. Da una parte vi è una destra che cerca di governare il fenomeno, a volte armandosi di pragmatismo (governo Meloni), altre armandosi di populismo (governo Orbán). Dall’altra vi è una sinistra che nega il fenomeno e che decide di farsi rappresentare da chi (magistratura compresa) fa di tutto per affermare un principio pericoloso: l’immigrazione irregolare non si può e non si deve fermare e il massimo che la politica può fare di fronte a un immigrato irregolare è affrettarsi a integrarlo. Il punto dunque è quello da cui siamo partiti: scongiurare i bulli mostrando i muscoli, puntando sulla legalità, o rendere inevitabile l’arrivo dei bulli rinunciando a mostrare i muscoli, puntando sull’umanità? Appuntamento in Germania il 23 febbraio, con molti brividi, con molti rischi e con molti estremismi alle porte, pronti a ricordare anche all’Italia l’importanza di avere sull’immigrazione una terza via, in grado di miscelare legalità e umanità, e quando serve anche segreti di stato.
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