-
Altro parere
-
Se la politica si riduce a commedia dell'arte
-
Altro parere
-
L'Europa disunita alla meta
-
Altro parere
-
Giustizia, la riforma e i tempi cambiati
-
Il nuovo azzardo di Trump
-
Urso: "L'Europa eviti la guerra commerciale. I rapporti di Meloni con gli ...
-
Il duello (inatteso) tra Usa e Cina
-
Altro parere
-
La spinta gentile del Colle
-
Altro parere
-
Conflitti pericolosi
-
Altro parere
-
Sicurezza, inganni e ipocrisie
Altro parere
I referendum e la battaglia che deve continuare
Redazione InPiù 30/01/2025

“La recente sentenza della Corte costituzionale sul referendum abrogativo della legge Calderoli ha acceso un dibattito cruciale: quale tipo di mobilitazione è necessario intraprendere e quali sono le ragioni profonde di questo impegno?”. Così Walter Massa sul Manifesto sottolineando che “le motivazioni della Corte non sono ancora note, ma la situazione offre spunti di riflessione. È questa una vittoria o una sconfitta? Da un lato, è positivo che la legge sia bloccata e che il principio del benessere collettivo sia tornato al centro del dibattito. Dall’altro, l’inammissibilità potrebbe evitare una polarizzazione della questione in un referendum pro o contro il governo, costringendoci a considerare un disegno più ampio e preoccupante. Da tempo è in corso nel nostro Paese un processo di trasformazione che mina i dettami costituzionali, alimentando instabilità e fragilità democratiche. Questo disegno non è nato ieri, ma affonda le radici in scelte e riforme che risalgono a ben prima del settembre 2022. Non si tratta di complottismo – sottolinea Massa - ma di riconoscere la deriva sistemica. Misure come la riduzione del numero dei parlamentari, la separazione delle carriere in magistratura, il superamento del bicameralismo perfetto e la soppressione delle province fanno parte di un processo di svuotamento delle istituzioni democratiche. Anche la liberalizzazione delle trasmissioni tv e il controllo dei media, che rispecchiano obiettivi legati alle trame della P2, hanno contribuito a questa trasformazione. La campagna referendaria è però solo una parte del lavoro politico necessario per difendere la democrazia. L’indignazione episodica non basta; serve un impegno costante, quotidiano e strutturale. La sentenza della Corte ha rafforzato le ragioni del nostro impegno. Chi, come noi, ha a cuore lo stato di diritto e la democrazia, deve affrontare questa fase con determinazione. È il momento di trasformare la mobilitazione in un’azione permanente, capace di contrastare ogni tentativo di ridurre le tutele democratiche e di costruire una società più giusta. La difesa della Costituzione – conclude - non è un impegno straordinario ma una missione quotidiana. Anche nei giorni festivi e anche andando a votare i referendum”.
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ricorda un video della Meloni in un intervento alla Camera: “È il 3 dicembre 2020 e, a proposito di uso politico della giustizia per abbattere gli avversari, FdI ha appena denunciato il premier Giuseppe Conte alla Procura di Roma per peculato, con l’accusa di aver mandato la scorta a proteggere la compagna da un agguato delle Iene. Un giornalista, in conferenza stampa, ha chiesto lumi a Conte, che ha spiegato come sono andate le cose e si è messo a disposizione dei pm. Che seguono per lui la stessa procedura ora seguita per Meloni&C.: lo iscrivono nel registro e lo avvisano di aver trasmesso la denuncia di FdI al Tribunale dei ministri, che indaga, sente i protagonisti e quattro mesi dopo archivia. Ma quella volta – osserva Travaglio - la Meloni non accusa i pm di ricattare e intimidire il premier, anzi lancia l’allarme democratico al capo dello Stato perché Conte ha financo risposto a un giornalista. Figurarsi che avrebbe detto se Conte avesse girato un video per sputtanare il procuratore come autore di ‘processi fallimentari’ (tipo quelli sulla Raggi) e di trame contro il governo; o avesse passato al Tg1 notizie riservate per screditarlo; o avesse infamato sul piano personale la denunciante di F-di anziché rispondere nel merito. E figurarsi se, quando fu accusato a Bergamo di aver sulla coscienza la morte di almeno 4.148 persone per Covid, Conte avesse scatenato l'inferno per quell'imputazione infamante e lunare. Invece disse: "Ben vengano le verifiche giudiziarie. Risponderò nelle sedi opportune, ma non aspettatevi show mediatici". E quando i giudici archiviarono, non chiese la testa dei pm che l'avevano indagato: non una parola. Chi pensa che "i politici sono tutti uguali" rifletta su questa fondamentale differenza. C'è chi pensa che la legge sia uguale per tutti echi dice "io so' io e voi non siete un cazzo". Come il sindaco Sala, che intima al Pd di votargli il Salva-abusi sennò ‘sarebbe in discussione il mio operato’. E chi sarà mai, la Vergine Immacolata? Se il Pd voterà pure quella porcata – conclude - non dimostrerà che i politici sono tutti uguali. Ma che il Pd è uguale alle destre”.
Altre sull'argomento

Se Meloni fa la vittima aggressiva
Un velo di ipocrisia nel caso Almasri
Un velo di ipocrisia nel caso Almasri

Caso Almasri, i ministri riferiscono ma non chiariscono
Nordio e Piantedosi in audizione alla Camera
Nordio e Piantedosi in audizione alla Camera

L'Europa disunita alla meta
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Meloni e il Parlamento di Parigi
Il conflitto permanente tra governo e giudici
Il conflitto permanente tra governo e giudici
Pubblica un commento