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Il magistrato col conflitto d'interessi
Redazione InPiù 30/01/2025

Cosa succede – si domanda Mario Sechi su Libero – quando un magistrato entra in conflitto con il governo e poi deve prendere una decisione sull’avvio di un’inchiesta che riguarda proprio quel governo con cui è in lite? Non è un caso astratto, un esempio scolastico, è la realtà: il procuratore Lo Voi contesta le decisioni della Presidenza del Consiglio (nella persona del sottosegretario Alfredo Mantovano) su una questione di voli di Stato dove, non casualmente, il passeggero sulla rotta Palermo-Roma è lui, il procuratore Lo Voi. Mantovano, che nel governo ha la responsabilità del monitoraggio e dell’autorizzazione dei voli (pagati dal contribuente), ha qualcosa da eccepire e Lo Voi fa ricorso fino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Cosa dirà il Capo dello Stato? In un altro mondo, il Lo Voi in lite con Palazzo Chigi non dovrebbe neppure sfiorare casi giudiziari che riguardano l’esecutivo, per ragioni se non giuridiche (che sarebbero fondate) quantomeno di stile e bon ton istituzionale, perché il confine tra giudizio e pregiudizio in questo caso è una pattinata sul ghiaccio sottile. È uno dei tanti aspetti surreali che girano intorno all’indagine che la Procura di Roma ha avviato su mezzo governo, ma ce ne sono altri, una serie di coincidenze, dettagli in cui s’annida il diavolo: prima di tutto, il ruolo della Corte Penale Internazionale nell’arresto fuori dalle regole del libico Almasri che è diventato una preda nel suolo italiano dopo aver girato indisturbato all’estero. Altro che peculato, questa è una storia di tentato “perculato” nei confronti dell’Italia. Non siamo finiti nel trappolone solo grazie al sesto senso di Meloni per il pericolo. Bene ha fatto il governo italiano a espellere il figuro libico, solo un idiota (e ce ne sono parecchi) può tenersi in casa una calamita di instabilità internazionale. L’Italia ha nemici interni e esterni, tutti pronti a abbattere il governo Meloni che oggi ha un ruolo strategico nel Mediterraneo, lo spazio in cui la Libia è la piattaforma di lancio dei trafficanti di esseri umani. Non c’è nessun complotto, è tutto visibile, viaggia ad alta quota.
Franco Adriano, Italia Oggi
Impressionante – commenta Franco Adriano su Italia Oggi – il silenzio seguito all'allarme lanciato dalle imprese sul costo esorbitante delle bollette energetiche al fine dei costi di produzione e della concorrenza. Problemi di sistema ce ne sono tanti, lo sappiamo. Tuttavia, viene anche da domandarsi fino a che punto ci siamo rassegnati a certi modi di fare. Per esempio, si fa un gran parlare di ritorno al nucleare e delle alternative, ma nel frattempo come devono fare le imprese e i cittadini a sopravvivere nella giungla in cui si stanno muovendo, per i prossimi dieci o venti anni? Si prendano le tariffe. La gente non ne può più della diversità dei prezzi per uno stesso servizio erogato sulla stessa rete. Agli occhi di un padre di famiglia la parola “extra profitti” fa soltanto incavolare, perché significa che qualcuno ci ha guadagnato troppo o, per dirla tutta, ha rubacchiato a lui. Forse sarebbe il caso che intervenisse l’autorità sul settore, notoriamente costituita da esponenti inviati lì dal mondo politico per guadagnare stipendi, pure quelli, fuori mercato. Lo stesso padre di famiglia, infatti, ha il forte sospetto che i controllori siano in combutta con le aziende; ma di certo non può dirlo, non essendo egli un esperto. I gestori, poi, non possono far finta di nulla e fischiettare con le mani in tasca, quando sanno benissimo che i rapporti con gli utenti vengono lasciati anche in mano a soggetti che bombardano di telefonate i cellulari delle persone, ragione per quale scaturiscono incresciosi diverbi telefonici (e per cui è scattata la psicosi generale da telefonata anonima). Basterebbe un comunicato stampa di due righe in cui si dice che nessuno è abilitato a fare proposte per conto delle proprie aziende e diffidare chiunque a farlo. Basterebbero un buon servizio e delle tariffe oneste per conquistare i clienti. Verrebbero di corsa. Non ci vuole l’insistenza. Stiano tranquilli, ce n’è per tutti.
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