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Chi affama i lavoratori
Redazione InPiù 27/01/2025

“La Cgil e la Uil non hanno firmato il nuovo contratto nazionale degli statali, ma i loro iscritti e simpatizzanti godranno comunque dei non pochi benefici concessi dal governo”. Lo scrive Alessandro Sallusti sul Giornale parlando provocatoriamente di ‘chi affama i lavoratori’: “L’accordo raggiunto ieri con la Cisl – osserva - solo sul piano economico prevede un aumento del 6%, che si traduce in 165 euro lordi medi al mese. Sono poi state introdotte alcune novità come l’attribuzione del buono pasto anche per i giorni in lavoro agile e la sperimentazione della «settimana corta», cioè la possibilità di articolare in quattro giorni anziché in cinque l’orario di lavoro, che resta comunque fissato in 36 ore. Non sarà una svolta epocale, ma certo è un contratto che va incontro alla maggior parte delle richieste dei lavoratori, al punto che la scelta di Cgil e Uil di abbandonare il tavolo appare incomprensibile. E non è la prima volta che ciò accade. Da tempo – scrive Sallusti - i sindacati stanno bloccando il contratto integrativo per gli infermieri dei pronto soccorso che, secondo la proposta messa sul tavolo dal ministro Paolo Zangrillo, dovrebbe portare nel giro di due anni ad aumenti di stipendio complessivi superiori ai cinquecento euro al mese. Perché succede un così lapalissiano controsenso logico? Be’, a questo punto, la risposta mi sembra ovvia: perché il sindacato non difende più gli interessi dei lavoratori, ma svolge unicamente un ruolo di opposizione politica al governo. Per loro ogni euro in più che Giorgia Meloni riesce a mettere nelle tasche dei lavoratori è un euro maledetto perché potrebbe creare consenso o, quantomeno, smorzare quella «rivolta sociale» auspicata proprio dal segretario della Cgil Maurizio Landini. Non occorre essere dei geni della contrattazione per sapere che anche la trattativa più dura a un certo punto deve trovare un punto di sintesi che la renda applicabile in tempi compatibili con le urgenze dei lavoratori e delle loro famiglie. Ma se, come sta facendo la Cgil, quel momento ogni volta viene rinviato con una scusa diversa, se l’asticella la si continua ad alzare, a prescindere dalla realtà, ecco – conclude - se accade tutto ciò, ad «affamare», come dicono loro, i lavoratori non è certo il governo ma il sindacato stesso”.
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano mette in evidenza le ‘contraddizioni’ tra la Meloni d’opposizione e la Meloni di governo: “Giorgia Meloni – scrive - ha sia ragione sia torto quando afferma che la sua visita a Bin Salman, con tanto di pranzo al sacco nella tenda del tiranno saudita, “non è in contraddizione con quello che dicevo ieri”. Ha ragione perché, quando accusava il regime di Mbs di fiancheggiare il terrorismo, di mandare al patibolo la gente anche per apostasia e adulterio e di aver fatto ammazzare Khashoggi, lo faceva per polemizzare con la Figc che porta le finali a Riad e col noto senatore che prende soldi da quella bella gente. Una cosa è una premier che firma accordi commerciali per far guadagnare le imprese, tutt’altra è un ex premier genuflesso a MbS per rimpinguare il proprio conto in banca. Del resto nessuno tacciò di incoerenza Draghi che prima diede del ‘dittatore’ a Erdogan, poi andò a riverirlo con mezzo governo per firmare accordi commerciali. Semmai la Meloni poteva limitarsi a siglare il patto in una sede ufficiale, evitando i sorrisetti e le moine al figuro sotto la tenda. Però ha torto quando mette sullo stesso piano gli ‘accordi per investimenti’ e quelli ‘per energia e difesa’. Un conto – osserva Travaglio - è favorire le partnership estere della nostra economia. Un altro è vendere armi a un regime che porta su di sé anche il sangue di centinaia di migliaia di vittime della guerra civile in Yemen, combattuta per procura da Riad e Teheran. Infatti nel 2021 il governo Conte-2 bloccò le esportazioni di armi, poi Draghi e Meloni ripresero le forniture. In ogni caso è una buona notizia che la premier si ponga per la prima volta il problema della coerenza fra ciò che diceva dall’opposizione e ciò che fa al governo. Se continua, dovrà spiegare perché ha cambiato idea su Patto di stabilità Ue, Von der Leyen, Israele e palestinesi, privatizzazioni con fondi esteri, Via della Seta, Superbonus, extraprofitti, limiti al contante, legge Fornero, accise, bollette, rendite catastali, trivelle, Tap, separazione delle carriere, dimissioni di tutti i ministri inquisiti (e non) tranne ovviamente i suoi. Attendiamo fiduciosi”.
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