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Landini: pensioni, il sistema è da cambiare

Valentina Conte, Repubblica, 10 gennaio

Redazione InPiù 12/01/2025

Landini: pensioni, il sistema è da cambiare Landini: pensioni, il sistema è da cambiare «È arrivato il momento di ridiscutere il meccanismo di calcolo e di accesso alle pensioni», dice Maurizio Landini, intervistato da Valentina Conte sulla Repubblica di venerdì 10 gennaio. «I lavori non sono tutti uguali. E non si pub continuare ad aumentare per tutti l'età pensionabile in modo automatico sulla base dell'aspettativa di vita a prescindere dalla gravosità degli impieghi. Non lo fa nessuno in Europa». Il segretario generale della Cgil registra la retromarcia dell'Inps: «Hanno corretto gli applicativi sull'innalzamento dell'età pensionabile solo grazie alla nostra denuncia. Cib che è successo ci preoccupa e conferma che si vuole solo fare cassa». Segretario, la premier Meloni in conferenza stampa d'inizio anno non considera quella delle pensioni come una riforma incompiuta. Cosa ne pensa? «Si erano impegnati ad abrogare la legge Fornero e l'hanno peggiorata. Hanno fatto cassa miliardaria anche sulle rivalutazioni delle pensioni all'inflazione. Hanno stretto tutti i canali di accesso anticipato. Opzione donna quasi non esiste più. I giovani rischiano assegni poco dignitosi, per via del lavoro povero e discontinuo: altro che previdenza integrativa, c'è bisogno di una pensione di garanzia. Quest'anno poi le pensioni si riducono per via dei coefficienti di trasformazione più bassi. E ora il blitz dell'Inps». I requisiti si alzeranno comunque dal 2027. Lo dice Istat. «Aspettiamo il decreto, pero. Nel frattempo, ribadiamo la necessità dell'apertura di una vera trattativa li tavolo delle pensioni non viene convocato da oltre un anno e mezzo. La norma sulla crescita automatica dell'aspettativa di vita risale al 2009, al governo Sacconi-Berlusconi, quello in cui Giorgia Meloni era ministra della Gioventù. Non siamo mai stati d'accordo con questo sistema automatico che fissa regole uguali per lavori diversi. Aumenta le disuguaglianze». II governo rivendica un milione di posti di lavoro in più. "Berlusconi ne sarebbe fiero", si schermiva Meloni l'altro giorno. Non è cosi? «La presidente del Consiglio non dovrebbe far contento Berlusconi, che mi auguro sia in paradiso. Ma le lavoratrici e i lavoratori. Il lavoro che si sta creando è povero e precario. La disoccupazione giovanile aumenta. Crescono i Neet. Chi può fugge all'estero. Gli inattivi esplodono. Abbiamo 6 milioni di lavoratori sotto gli 11 mila euro lordi all'anno. E 4 milioni in part-time, soprattutto involontario. Vola l'occupazione over 50, proprio perché questo governo ha peggiorato l'accesso alle pensioni. Mentre siamo vicini a una crisi strutturale dell'industria. La produzione cala da 21 mesi, aumentano le richieste di cassa integrazione e calano le ore lavorate e gli investimenti». Dipinge un'altra economia. Non ritiene che il governo abbia fatto il possibile? Su 30 miliardi di manovra,17 rendono strutturali il taglio di cuneo e Irpef. «Gli stessi 17 miliardi di maggiore Irpef pagata lo scorso anno da lavoratori e pensionati che in pratica si sono autofinanziati quei tagli. Lo si vedrà presto nella busta paga di gennaio. I lavoratori dipendenti fino a 35 mila euro troveranno meno soldi. Le bollette intanto aumentano, anche per la decisione del governo di superare il mercato tutelato in piena crisi energetica lasciando milioni di famiglie nelle mani del mercato. Cinque milioni di italiani non si curano più: la spesa sanitaria privata già nel 2023 era a 46 miliardi. In manovra ci sono 14 miliardi di tagli su ministeri ed enti locali. Significa meno spesa sociale. E privatizzazione di scuola, sanità, previdenza». Cosa farete, come Cgil, quando dovrete rinnovare il contratto degli enti locali e della sanità? «Non cambiamo la nostra posizione. Il consenso dei lavoratori al contratto imposto dal governo non c'è. E il motivo è semplice: propone un aumento del 6% a fronte del 17% di inflazione. Al referendum da noi proposto nei ministeri e nelle funzioni centrali hanno risposto in 40 mila e il 98% ha bocciato l'accordo raggiunto senza Cgil e Uil. Conferma la correttezza del nostro no. Il rinnovo dei contratti sarà un tema cruciale di quest'anno anche nel privato. Ne scadono di importanti, come edili, metalmeccanici, chimici. Oltre ai pubblici, come sanità, scuola, enti locali. Anziché aumentare la spesa militare, il governo dovrebbe restituire almeno l'inflazione e il drenaggio fiscale, quei 17 miliardi di Irpef in più pagati dai lavoratori dipendenti e dai pensionati». Cosa ne pensa di Starlink? II ministro della Difesa dice che i satelliti di Musk servono all'Italia. «Nell'era del digitale e dellintelligenza artificiale, la gestione dei dati è un elemento strategico per il nostro Paese e per l'Europa. Metterli nelle mani di un privato americano che li può usare a sua discrezione apre anche una questione democratica, perché la tecnologia non è neutra e non può mettere in discussione il ruolo delle Nazioni e degli Stati». Dovremmo quindi rinunciare? «È il momento degli investimenti per rilanciare il ruolo e l'innovazione dei sistemi industriali. Senza non c'è futuro né si crea occupazione. L'autonomia ed il controllo sul futuro digitale ed energetico sono gli obiettivi che l'Italia e l'Europa devono perseguire insieme. Abbiamo competenze, intelligenze e professionalità per poterli realizzare, recuperando i ritardi accumulati. È il momento di aprire questa discussione, non di appaltare il nostro futuro ad Elon Musk». La Consulta deciderà il 20 gennaio sul referendum contro l'autonomia. CI spera? «La Corte di Cassazione ha già giudicato conformi alla legge i sei referendum. Confidiamo nell'ammissibilità di tutti e sei i quesiti da parte della Consulta per affermare la libertà nel lavoro, il diritto di cittadinanza e l'unità del nostro Paese. Nelle prossime settimane lavoreremo in tutta Italia perché il diritto di voto venga esercitato. Diceva don Milani che, in democrazia, per migliorare la propria condizione il popolo ha due strumenti: lo sciopero e il voto. Li useremo con intelligenza entrambi».
 
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