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Evviva il voto delle sorelle d'Europa

Redazione InPiù 28/11/2024

Altro parere Altro parere Claudio Cerasa, Il Foglio
Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, commenta il voto favorevole dell’Europarlamento alla nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen. “I numeri sono importanti, certo, ma la politica a volte lo è ancora di più. I numeri di ieri ci dicono che il secondo mandato di Ursula nasce con la maggioranza più risicata della storia europea, appena dieci voti in più rispetto alla maggioranza assoluta degli aventi diritto, ma nasce anche con un obiettivo politico ambizioso, importante, che grosso modo suona così: fare tutto il necessario per rendere l’Europa più sovrana, e dunque meno sovranista, arginando i nazionalismi, superando le frammentazioni, investendo sulla Difesa, sulla sicurezza, sull’indipendenza tecnologica, sull’apertura dei mercati, sul sostegno all’Ucraina, sulla competitività, e provando a contenere le minacce veicolate dal possibile isolazionismo” che si annuncia con “la stagione trumpiana in America. Il fatto che vi sia una Commissione europea che abbia scelto di puntare forte sull’agenda anti-trumpiana per costruire il proprio futuro è una notizia rilevante, e positiva. Ma la notizia forse più rilevante è che ad aver abbracciato l’agenda Ursula è stato anche il partito guidato da Giorgia Meloni, che per la prima volta nella sua storia ha compiuto in Europa una scelta strategica, una svolta clamorosa rispetto al passato euroscettico, ma coerente rispetto al percorso compiuto negli ultimi anni: votare insieme ai nemici di un tempo votando contro gli amici di una vita. Ieri il mondo della politica si è concentrato giustamente sulle bizze italiane in Parlamento ma quelle bizze sono nulla rispetto agli assetti strutturali fotografati in Europa, che ci raccontano invece un nuovo equilibrio nelle istituzioni comunitarie che potrebbe avere sulla traiettoria del governo conseguenze più importanti di un emendamento sul canone. E il nuovo equilibrio è questo: Fdi ha votato a favore di von der Leyen come il Pd, oltre che come Forza Italia, e la Lega ha invece votato no, come il M5s, bocciando una Commissione Ue il cui vicepresidente è un ex ministro (Raffaele Fitto) del governo di cui Salvini è vicepremier. Le divisioni romane sono figlie di tensioni probabilmente risolvibili in tempi brevi. Le divisioni europee sono invece figlie di tensioni non risolvibili, almeno dal punto di vista identitario, e sono la spia di una svolta politica che proietta Meloni verso un orizzonte in cui la discontinuità con il suo passato è sempre più forte”.
 
Nicola Porro, Il Giornale
Sul Giornale Nicola Porro parla della scalata alla Banca popolare di Milano da parte di Unicredit definendola “non esattamente un’operazione politicamente neutra”. “L’istituto guidato da Giuseppe Castagna- spiega - stava lavorando da tempo per mettere in piedi un terzo gruppo bancario italiano. Aveva comprato dal Tesoro un pezzo del Mps e aveva lanciato un’offerta per comprarsi la totalità di una delle poche fabbriche di risparmio gestito rimaste in Italia, Anima. Con la scalata a Bpm, l’Ad di Unicredit Andrea Orcel ha ribadito che non ne vuole sapere del Monte. Il che vuol dire che il cerino ritorna in mano al Governo, che ne è ancora azionista. Da trader opportunista Orcel non sta facendo altro che il suo mestiere e cioè massimizzare le opzioni, o se preferite, tenere il piede in più scarpe. Sta cercando di scalare una grande banca tedesca, ma è bloccato dalla crisi politica a Berlino. E nel frattempo mette un chip sullo scacchiere italiano. Cercando di mettere le mani sulla banca che insiste sul territorio più ricco del paese. L’offerta che ha fatto è ridicola. Il prezzo è troppo basso. Tutti si aspettano un rilancio. E comunque ha spostato la palla in avanti: l’assemblea per emettere nuove azioni con cui comprare eventualmente il Banco si terrà ad aprile. Nel frattempo, non solo ha bloccato il tentativo del governo di costruire un terzo polo, ma ha paralizzato anche il numero uno di Bpm, che, essendo sotto scalata, non può fare alcuna operazione straordinaria: per dire non potrebbe aumentare la sua offerta su Anima, alzando il prezzo, se fosse necessario. Si dirà, è il mercato bellezza. Mica tanto, pensando che stiamo parlando di banche. A Palazzo Chigi e dalle parti del ministero di Giorgetti, stanno pensando alle contromosse. Nulla di clamoroso. Per carità. Ma hanno capito che non basta difendere il fortino delle Generali per garantire che le leve finanziarie italiane non siano in mano a qualche trader opportunista”.
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