- Altro parere
- Quel taglio all'Ires pagato con più tasse
- Altro parere
- Incertezze americane
- Altro parere
- L'Occidente e il dopo Assad: di chi fidarsi?
- Non ha perso solo il despota di Damasco
- Luca Cordero Di Montezemolo: «L'auto italiana? Non esiste più, Tavares ...
- Salomè Zourabichvili: "Putin vuole la Georgia, io resto per difendere la ...
- Difesa europea ad ostacoli
- Altro parere
- Caos Francia: ora il macronismo è morto
- Altro parere
- Così la Consulta affossa l'autonomia
- Altro parere
Altro parere
La Ue non sa decidere per il suo futuro
Redazione InPiù 05/11/2024
Altro parere
Carlo Valentini, Italia Oggi
Carlo Valentini su Italia Oggi parla di una ‘Ue che non sa decidere il proprio futuro’: “Dà un senso di frustrazione continuare a constatare l’incapacità dell’Europa di uscire dal letargo per diventare un Continente in grado di proporre una propria politica estera. Neppure la palese modifica del rapporto con l’alleato americano è riuscita a smuovere l’Ue, che continua ad adagiarsi nell’illusione che la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, quando l’Europa era partner essenziale degli Usa nella barriera al comunismo, non abbiano profondamente cambiato l’atteggiamento americano e quindi i termini dell’alleanza. L’Europa – scrive Valentini - ha continuato, nei 4 anni della presidenza di Joe Biden, a tenere la testa sotto la sabbia e ora si ritrova col fiato sospeso di fronte alla sfida elettorale tra Donald Trump e Kamala Harris. Forse sarebbe stato il caso di svegliarsi e diventare adulti, con una propria politica estera, un proprio esercito, un proprio staff militare. In modo da finirla con l’inconsistenza internazionale e la sudditanza. Il nodo è questo, più che parteggiare per l’uno o l’altro candidato. Nel 2020 l’Europa tirò un sospiro di sollievo e si congratulò per la vittoria di Biden su Trump. Il vincitore ringraziò, poi in pieno Covid rifiutò di consentire l’export verso l’Europa dei primi vaccini, si ritirò all’improvviso dall’Afghanistan lasciando sbalorditi non solo gli europei ma tutto il Medio Oriente, nell’aiuto all’Ucraina ha sempre agito da solo (anche in campo diplomatico), ha trasferito il baricentro del suo interesse internazionale dalla Nato al Pacifico, ha avviato barriere commerciali contro Russia e Cina che fanno soffrire innanzitutto l’export europeo, sui grandi appalti internazionali, dagli aerei ai sottomarini per l’Australia, i contratti sono andati alle company Usa sulla scia di pressioni politiche che hanno finito per sconfiggere le imprese europee. Tutto questo – conclude Valentini - nei 4 anni di presidenza Biden senza che l’Ue battesse ciglio. Tutto è stato incassato senza reagire. Ecco perché l’Europa deve guardare dentro se stessa più che alle urne americane. Certo, Trump è rozzo, violento, imprevedibile e c’è da augurare alla democrazia americana che esca sconfitto dalle elezioni. Ma l’Europa non può più vivere di sole speranze”.
Tommaso Cerno, il Tempo
L’America che non c’è in noi”. Così Tommaso Cerno sul Tempo: “Ci diciamo la democrazia più bella del mondo qui in Europa ma poi siamo tutti inchiodati alla tv a sognare l'America. Non perché ci cambi la vita chi vince, Trump è già stato Presidente e noi stavamo pure meglio di adesso, i democratici stanno governando da quattro anni, anche se a sentire gli italiani Kamala sembra arrivata da Marte l'altro giorno. La guardiamo perché – sottolinea il direttore - vorremmo essere anche noi una iperdemocrazia, dove puoi muovere tutte le accuse che vuoi al tycoon Donald, ma poi sono gli americani, e solo gli americani, che decidono se entrerà o no alla Casa Bianca. Mentre noi per un paio di aperitivi su una barca abbiamo fatto dimettere Giovanni Toti tenuto sotto scacco finché non ha smesso di fare politica. La guardiamo perché in America puoi prendere milioni di dollari dai priva-ti, basta che tu lo dica e che tutti sappiano chi ti paga e chi no, in modo da cancellare la corruzione con la forza del buonsenso: se prendo soldi dalla Philip Morris forse farò una legge pro fumo. Ma noi siamo quelli che diamo a Trump del violento perché usa parole forti. E poi – conclude - scopriamo che dare del «coglione» a un avversario politico è Un’allegoria, molto americana”.
Carlo Valentini su Italia Oggi parla di una ‘Ue che non sa decidere il proprio futuro’: “Dà un senso di frustrazione continuare a constatare l’incapacità dell’Europa di uscire dal letargo per diventare un Continente in grado di proporre una propria politica estera. Neppure la palese modifica del rapporto con l’alleato americano è riuscita a smuovere l’Ue, che continua ad adagiarsi nell’illusione che la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, quando l’Europa era partner essenziale degli Usa nella barriera al comunismo, non abbiano profondamente cambiato l’atteggiamento americano e quindi i termini dell’alleanza. L’Europa – scrive Valentini - ha continuato, nei 4 anni della presidenza di Joe Biden, a tenere la testa sotto la sabbia e ora si ritrova col fiato sospeso di fronte alla sfida elettorale tra Donald Trump e Kamala Harris. Forse sarebbe stato il caso di svegliarsi e diventare adulti, con una propria politica estera, un proprio esercito, un proprio staff militare. In modo da finirla con l’inconsistenza internazionale e la sudditanza. Il nodo è questo, più che parteggiare per l’uno o l’altro candidato. Nel 2020 l’Europa tirò un sospiro di sollievo e si congratulò per la vittoria di Biden su Trump. Il vincitore ringraziò, poi in pieno Covid rifiutò di consentire l’export verso l’Europa dei primi vaccini, si ritirò all’improvviso dall’Afghanistan lasciando sbalorditi non solo gli europei ma tutto il Medio Oriente, nell’aiuto all’Ucraina ha sempre agito da solo (anche in campo diplomatico), ha trasferito il baricentro del suo interesse internazionale dalla Nato al Pacifico, ha avviato barriere commerciali contro Russia e Cina che fanno soffrire innanzitutto l’export europeo, sui grandi appalti internazionali, dagli aerei ai sottomarini per l’Australia, i contratti sono andati alle company Usa sulla scia di pressioni politiche che hanno finito per sconfiggere le imprese europee. Tutto questo – conclude Valentini - nei 4 anni di presidenza Biden senza che l’Ue battesse ciglio. Tutto è stato incassato senza reagire. Ecco perché l’Europa deve guardare dentro se stessa più che alle urne americane. Certo, Trump è rozzo, violento, imprevedibile e c’è da augurare alla democrazia americana che esca sconfitto dalle elezioni. Ma l’Europa non può più vivere di sole speranze”.
Tommaso Cerno, il Tempo
L’America che non c’è in noi”. Così Tommaso Cerno sul Tempo: “Ci diciamo la democrazia più bella del mondo qui in Europa ma poi siamo tutti inchiodati alla tv a sognare l'America. Non perché ci cambi la vita chi vince, Trump è già stato Presidente e noi stavamo pure meglio di adesso, i democratici stanno governando da quattro anni, anche se a sentire gli italiani Kamala sembra arrivata da Marte l'altro giorno. La guardiamo perché – sottolinea il direttore - vorremmo essere anche noi una iperdemocrazia, dove puoi muovere tutte le accuse che vuoi al tycoon Donald, ma poi sono gli americani, e solo gli americani, che decidono se entrerà o no alla Casa Bianca. Mentre noi per un paio di aperitivi su una barca abbiamo fatto dimettere Giovanni Toti tenuto sotto scacco finché non ha smesso di fare politica. La guardiamo perché in America puoi prendere milioni di dollari dai priva-ti, basta che tu lo dica e che tutti sappiano chi ti paga e chi no, in modo da cancellare la corruzione con la forza del buonsenso: se prendo soldi dalla Philip Morris forse farò una legge pro fumo. Ma noi siamo quelli che diamo a Trump del violento perché usa parole forti. E poi – conclude - scopriamo che dare del «coglione» a un avversario politico è Un’allegoria, molto americana”.
Altre sull'argomento
Contundente
Incontro
Incontro
Incertezze americane
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
Contundente
Luna
Luna
Il sogno impossibile di Elon Musk
E i nostri tentativi di spending review finiti in nulla
E i nostri tentativi di spending review finiti in nulla
Pubblica un commento