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Abdullah Al-Dannan: "Netanyahu sogna il Nuovo Medio Oriente ma non può ottenerlo a forza di massacri"
Francesco Semprini, La Stampa, 27 ottobre
Redazione InPiù 27/10/2024
Abdullah Al-Dannan: "Netanyahu sogna il Nuovo Medio Oriente ma non può ottenerlo a forza di massacri"
"Il governo israeliano vuole con ogni mezzo creare un Nuovo Medio Oriente attaverso una guerra globale, e aprire tutti i fronti possibili di lotta per assumere il controllo della sicurezza e delle ricchezze della regione». A dirlo è Abdullah Al-Dannan, leader del Partito Popolare per la Liberazione della Palestina, e numero due del Fronte Popolare in Libano, intervistato sulla Stampa di domenica 27 ottobre da Francesco Semprini. Siamo sull'orlo di una guerra su larga scala? «il governo israeliano sta cercando attivamente di trascinare la regione in una guerra globale e di aprire tutti i fronti possibili di lotta al fine di raggiungere diversi obiettivi. Il Nuovo Medio Oriente, secondo quanto affermato dal premier Benjamin Netanyahu, prevede l'espansione delle aree di occupazione da parte delle forze dello Stato ebraico ai danni dell'Asse della Resistenza per ottenere sempre maggiore controllo sulla sicurezza e sulle ricchezze della regione. E al contempo attuare la politica di normalizzazione con altri Paesi arabi peri quali la questione palestinese è un tema marginale. Naturalmente, questi sono sogni e illusioni che noln si realizzeranno grazie alla presenza della resistenza». A cosa punta Israele, nell'immediato? «L'obiettivo più immediato è eliminare la resistenza, quello a lungo termine è controllare il Libano e la regione, come ha fatto capire senza nemmeno troppi filtri lo stesso Netanyahu. La natura delle azioni delle forze di occupazione che si rendono protagoniste di massacri e distruzioni, anche ricorrendo all'uso di anni proibite dalle convenzioni internazionali, e con la complicità dell'amministrazione americana, ne è la più evidente conferma. E chiaro che dopo aver tentato di colpire gli amici di Teheran ora Israele vuole minare direttamente la stabilità e la tenuta della Repubblica islamica». Durante i raid israeliani in Libano sono stati uccisi anche tre membri del Fronte di liberazione palestinese. Come mai e qual è il loro rapporto con Hezbollah? «Il Fronte Popolare fa pane della resistenza, prenderne di mira i suoi affiliati è il chiaro tentativo delle forze sinistre di punire chi ha preso parte, ad ogni livello, alla lunga lotta contro l'occupazione. La nostra organizzazione è un'estensione di tutta la resistenza in Libano, e l'occupazione non fa distinzione tra resistenze». Qual è lo stato della "resistenza" in Libano contro Israele? «Il martirio dei leader è un aspetto naturale, quasi fisiologico, nel processo di conflitto contro l'occupazione israeliana. La resistenza continua a lottare contro un nemico che sta cercando di influenzare il morale di chi a lui si oppone con operazioni insidiose e codarde ma non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi. la resistenza sta bene, la sua prontezza e le sue formazioni stanno svolgendo il loro lavoro con raro eroismo a Gaza, in Libano, in Yemen e in Iraq. La guerra è aperta e non indietreggeremo di un passo». Se venisse eletto il presidente in Libano, la situazione potrebbe cambiare? «Il problema in Libano non è eleggere un presidente. Oggi alcuni in Libano stanno cercando di sfidare la resistenza e di usare l'aggressività per realizzare Moro sogno di spaccare il Paese e allontanarlo dai suoi alleati naturali nella regione. La stessa cosa hanno tentato di fare con la Palestina la cui lotta per la sopravvivenza non è iniziata il 7 ottobre 2023 ma più di cento anni fa, dalla Dichiarazione di Balfour. Tutto quello che ne è disceso ha portato a un rafforzamento della resistenza destinato ad allargarne il perimetro ben oltre Gaza sino a dove arrivano le bombe israeliane. Il rischio di un contagio bellico ha quindi radici ben più profonde». C'è un modo per impedirne l'allargamento? «Al contrario di quanto l'Ocddente dica,non siamo noi a volerlo, bensì è Israele a cercarlo in maniera pretestuosa come sta dimostrando in queste settimane. Noi piuttosto chiediamo alla comunità internazionale che venga istituito un comitato investigativo imparziale incaricato di indagare sull'operato di Israele in modo tale che risponda dei crimini di guerra e contro l'umanità. Chiediamo a tutte le persone libere di questo Pianeta di fare pressioni sugli Stati Uniti affinché tenga a badale sue spinte interne di stampo neo imperialista e il suo alleato nella regione che giorno dopo giorno gli sta sfuggendo sempre più di mano».
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