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Altro parere

I veri costi della missione in Albania

Redazione InPiù 23/10/2024

Altro parere Altro parere Luca Ricolfi, il Messaggero
“L’operazione Albania sta spostando consensi elettorali verso destra o verso sinistra?”. Lo scrive Luca Ricolfi in un articolo sul Messaggero in cui prova ad analizzarne i costi: “Ora, grazie a un buon numero di sondaggi usciti negli ultimi giorni, possiamo azzardare qualche risposta. A prima vista, si direbbe proprio che gli italiani non abbiano gradito. Potremmo fermarci qui, se non fosse per due complicazioni. La prima è che, nello stesso momento in cui i sondaggi sull’opinione pubblica certificano che la gente non apprezza il modello Albania, i sondaggi elettorali non confermano il trend: il consenso ai partiti di centro-destra non cala, anzi ci sono segnali di un ulteriore rafforzamento. Ma c’è anche una seconda complicazione: i sondaggi di questi giorni, a esaminarli attentamente, forniscono una serie di indizi che attenuano l’immagine di un’opinione pubblica risolutamente ostile all’esperimento albanese. Per leggerli – sottolinea l’editorialista - dobbiamo cambiare la domanda: anziché chiederci se gli italiani sono pro o contro quell’esperimento, dobbiamo chiederci quali sono le ragioni per cui sono contro. Ad esempio, che sono relativamente pochi i cittadini che osteggiano l’esperimento albanese per ragioni di principio, umanitarie, o di diritto. Leggendo le risposte ai sondaggi, non è difficile capirlo. Una parte dei rispondenti si dice contrario non perché il modello sia iniquo, sbagliato, o disumano, ma semplicemente perché pensa che non funzionerà. Ma il segmento più interessante è quello di coloro che giudicano negativamente l’esperimento albanese per i suoi costi. Qui mi accontento di osservare che la stragrande maggioranza dei cittadini (compresi alcuni giornalisti e commentatori) non ha la minima percezione degli ordini di grandezza in gioco. La spesa totale per l’accoglienza è dell’ordine di 50 euro all’anno per ogni abitante. E il costo – ingente, mostruoso, vergognoso – dell’esperimento Albania? Tenetevi forte: 2.2 euro per abitante all’anno (il costo di 2 caffè). E il costo dell’intera operazione Albania, spalmato su 5 anni? ben 11 euro per abitante. Di qui un dubbio: siamo sicuri che gli intervistati che si sono dichiarati contrari all’operazione Albania perché troppo dispendiosa avessero idea che il costo per abitante era di 2 euro l’anno? O sapessero di averne sborsati 500 (ossia 250 volte tanti) per permettere a 1 famiglia su 20 di ristrutturare case e ville?”.
 
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
“C’erano una volta gli ‘scappati di casa’: i famigerati ‘grillini’ che, siccome nessuno aveva il loro numero di telefono per raccomandarsi né riusciva a ricattarli perché non rubavano, furono classificati in blocco come dilettanti allo sbaraglio, incapaci di intendere e volere, forieri di disastri che avrebbero rovinato l’Italia”. Lo scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ricordando che “appena arrivati, scontavano anche loro una buona dose di dilettantismo, improvvisazione, inclinazione alla gaffe. Ma all’appuntamento col governo si rivelarono l’opposto di com’erano dipinti. Merito di Luigi Di Maio, che ora s’è perso nel Golfo (Persico, non di Napoli), ma nel 2018 reclutò un gruppo di esperti da università, centri di ricerca, istituzioni e professioni, disponibili ad assumere ruoli di governo. Li presentò in una convention a Roma una settimana prima delle elezioni. E quella kermesse – ricorda Travaglio - mostrò agli italiani che gli ‘scappati di casa’ erano pronti a governare. Lo fecero, chi bene e chi così così, ma nessuno combinò i disastri dei famosi ‘professionisti della politica’ berlusconiani, renziani, salviniani e ora meloniani fra un Lollo, un Nordio, un Genny e un Giuli. Nemmeno il ‘bibitaro’ Di Maio, che mai aveva venduto bibite e si rivelò un ottimo ministro del Lavoro e dello Sviluppo (degli Esteri molto meno, ma non per incompetenza: per turbo-atlantismo acritico). Nemmeno il vituperato Toninelli che – gaffe a parte – ai Trasporti sfidò il Partito Unico del Cemento e sottopose ad analisi costi-benefici le grandi opere, per finire quelle utili e tentare di archiviare quelle inutili e dannose, dal Tav Torino-Lione al Ponte sullo Stretto. Nemmeno la lapidata Raggi che oggi, visti i risultati di quelli ‘bravi’ tornati in Campidoglio, è sempre più rimpianta. Ieri Renzi ha twittato: ‘La classe dirigente di Giorgia Meloni è tecnicamente impresentabile’. Difficile dargli torto, ma è il pulpito che fa ridere. Giusto dieci anni fa il Rignanese irrompeva a Palazzo Chigi portandosi dietro una corte dei miracoli e dei miracolati in cui svettava la vigilessa Antonella Manzione, già capo dei vigili a Pietrasanta e poi a Firenze, promossa nientemeno che a capo dell’Ufficio legislativo, mentre il fratello Domenico faceva il sottosegretario. E poi – conclude - sistemata nel 2016 al Consiglio di Stato, anche se non aveva l’età prevista dalla legge”.
 
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