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La difesa ignorata

Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Redazione InPiù 10/10/2024

In edicola In edicola Federico Rampini, Corriere della Sera
“Il conto alla rovescia da qui al 5 novembre sembra non finire mai”. Così Federico Rampini sul Corriere della Sera osservando che “l’Europa lamenta un vuoto di potere Usa perché i suoi effetti si soffrono in due tragiche guerre—Medio Oriente e Ucraina—ben più vicine ai confini italiani o tedeschi, di quanto lo siano a New York e Los Angeles. L’influenza di Biden su Netanyahu è modesta anche perché ogni attore della geopolitica fa le sue scommesse sul dopo-elezioni. L’offensiva di Putin mette alle strette Zelensky senza che ci sia una exit strategy, un piano d’uscita chiaro alla Casa Bianca, mancano leadership e indicazioni dal principale sostenitore della resistenza ucraina. Ma per un momento è utile rovesciare la prospettiva. Quindi chiedersi: come appare l’Europa vista dagli Stati Uniti? Risposta: un disastro, e peggio che in passato. I tre Paesi storicamente importanti, Germania Francia Inghilterra, hanno governi di una debolezza senza precedenti. Il Rapporto Draghi – sottolinea l’editorialista - ha lanciato un allarme già dimenticato. Berlino ha appena rotto la solidarietà europea verso la pressione cinese, votando contro i dazi sulle auto elettriche made in China (segnale di divisione pericoloso). L’Italia fa eccezione per la stabilità di governo. Però non è mai stata vista da Washington come un peso massimo. Inoltre la persistente debolezza negli investimenti italiani per la sicurezza (è uno degli ultimi paesi Nato ancora inadempienti sul 2% del Pil da destinare alla difesa) non aumenta la sua influenza. Visto dalla Casa Bianca e dal Pentagono il governo Meloni dice le cose giuste ma non ne trae tutte le conseguenze, neppure quando il Mediterraneo è una polveriera. Illudersi che Kamala Harris aggiusterà tutto, richiede di sorvolare su alcuni dati di fatto. Il bilancio dei «competenti democratici al comando» è un mondo in fiamme. Un futuro disimpegno Usa in qualche misura è inevitabile: per ragioni finanziarie, e per dare priorità alla sfida cinese. Inoltre gli americani hanno il vizio di votare ogni due anni, fra Congresso e presidenza, per cui aggrapparsi al colore politico del vincitore di turno non è garanzia sempiterna. Infine – conclude - si ignora una metà del problema, quella europea. Diventare meno dipendenti dalla protezione americana costa”.
 
Stefano Folli, la Repubblica
Stefano Folli su Repubblica esamina le possibili ‘opportunità per l’opposizione’: “Il governo Meloni – sottolinea Folli - ha quasi due anni e gli scenari in cui agisce si sono aggrovigliati: dall’economia alla politica internazionale; dall’elezione dei giudici della Consulta all’assetto della Rai, alle promesse non mantenute, eccetera. Niente di sorprendente e soprattutto d’inedito: sono le Forche Caudine che toccano prima o poi a chiunque sieda sulla poltrona di Palazzo Chigi. Tuttavia si avverte un crescente affanno, alimentato da dissidi all’interno della maggioranza che non preludono a una crisi dell’esecutivo, ma sono un fattore di logoramento quotidiano. Si può immaginare che l’opposizione di centrosinistra avanzi a gonfie vele, anche perché non ci sono solo le questioni appena elencate. C’è molto d’altro. L’opposizione martella sul governo più a destra d’Europa, sottolinea i rigurgiti di neo fascismo, tradotti nell’ammirazione per Orbán e i suoi metodi autoritari, indica la mediocrità della classe dirigente melonian-salviniana. Ogni singola accusa – osserva Folli - salvo quelle viziate da un eccesso di ideologismo, contiene un nocciolo di verità. Peraltro il quadro che ne emerge, tutto a tinte fosche, sembra non descrivere la realtà di questo governo nel rapporto con l’opinione pubblica. Dovrebbe essere un rapporto devastante, ma non è così: almeno non fino a oggi. Esiste una contraddizione che non si può sottovalutare. Da un lato il centrodestra con i suoi limiti, dall’altro i sondaggi che continuano a essere positivi per la premier. Sono sbagliati i sondaggi? C’è una realtà sociale che non viene rilevata o addirittura una manipolazione dei dati? Possibile, al limite, ma del tutto inverosimile. Allora bisogna porsi altri interrogativi e qualche dubbio. Hanno tutti a che fare con l’efficacia pratica dell’opposizione, forse troppo propensa all’invettiva apocalittica ripetuta senza posa e anche per questo incapace alla lunga di colpire l’opinione pubblica. Ma non è troppo tardi per il centrosinistra. Oggi la battaglia del consenso si gioca intorno alla legge di bilancio. È qui il terreno più favorevole per l’opposizione – conclude Folli - se riuscirà ad avanzare proposte realistiche e a mettere in luce la difficoltà in cui si agita la destra, alle prese con la carenza di risorse economiche”.
 
Marcello Sorgi, La Stampa
“OItre settemila accessi abusivi a conti correnti”. Marcello Sorgi sulla Stampa parla dell’ultimo caso di dossieraggio che ha coinvolto, scrive l’editorialista, i casi “delle sorelle Meloni, premier e capo segreteria del primo partito italiano; dell'ex compagno di vita della stessa presidente del consiglio, Giambruno; dei ministri Crosetto e Santanchè; del presidente del Senato La Russa; del procuratore nazionale antimafia Melillo; dei governatori di Veneto e Puglia, Zaia e Emiliano; del procuratore della Repubblica di Trani, Nitti; di ufficiali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. E viene da chiedersi oltre a questi dieci o venti personaggi importanti e titolari di incarichi delicati, chi c'era nell'elenco dello sconosciuto impiegato pugliese di Banca Intesa San Paolo - l'unico di cui venga protetta la privacy! -, scoperto e subito licenziato ad agosto, che si divertiva a frugare nelle spese e nella vita privata di tanta gente, importante e no? Per pigrizia o rassegnazione ci eravamo distratti dal caso Striano-Laudati, il funzionario e l'ex-magistrato della Procura Antimafia accusati dello stesso reato, e non si capisce perché non arrestati, sebbene il pm Cantone, che indaga su di loro, avesse chiesto subito per loro il carcere. Se neppure due elementi incaricati di svolgere un lavoro assai delicato, colti praticamente in flagrante a tradire il loro impegno di segretezza con lo Stato, venivano puniti, - sottolinea l’editorialista - era difficile conservare speranza e fiducia in istituzioni così autorevoli e altrettanto incapaci di fare pulizia al proprio interno. Le vacanze, il conto dell'albergo o del ristorante, la scuola o la piscina del figlio o della figlia, gli arredi per una nuova casa, perfino un quadro d'autore, se si ha la passione per l'arte? E soprattutto: chi ha cercato nelle tasche elettroniche degli illustri correntisti, lo ha fatto per vedere quanto spendevano e cosa pagavano, o per capire se si facevano regalare qualcosa, e cosa? Perché è vero: i soldi non sono tutto, ma dai soldi si capisce tutto. Ultima, ma non in ordine di importanza, una richiesta che consideriamo legittima, tra l'altro da correntisti di lunga fede, a Intesa San Paolo: non crederà di cavarsela, la prima banca del Paese, licenziando il dipendente infedele. E – conclude - cosa intende fare da domani, dalla prossima settimana, per proteggere i conti delle persone che finora avevano posto in lei la loro fiducia?”.
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