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L'Austria e i rischi del cordone sanitario
Redazione InPiù 30/09/2024
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Luca Ricolfi, il Messaggero
“E così, anche in Austria, come poche settimane fa in Sassonia, Turingia e Brandeburgo (3 länder della Germania Est), le elezioni le hanno stravinte due partiti che la maggior parte dei media definiscono neo-nazisti”. Ne parla Luca Ricolfi ricordando che “mai, nella storia elettorale dell’Austria, lo scarto fra i consensi alla destra e quelli alla sinistra era stato così forte: giusto per fare un paragone, in Italia le forze di destra superano quelle di sinistra di circa 6 punti, in Austria di 36. Ciononostante, è probabile che il Partito della libertà e il suo leader Herbert Kickl restino fuori del governo, in base alla dottrina del ‘cordone sanitario’ contro l’estrema destra (come in Francia e Germania): Popolari e Socialdemocratici austriaci, infatti, hanno seggi a sufficienza per formare un governo, anche senza l’aiuto dei partiti minori (Verdi e Neos, di orientamento liberale). Ma quali sono le idee di fondo del Partito della libertà austriaco? Direi che sono fondamentalmente quattro: ostilità alle chiusure durante il Covid; opposizione alle politiche green; contrarietà all’invio di armi in Ucraina (anche perché l’Austria dipende fortemente dal gas russo); difesa dei confini e rimpatrio degli stranieri irregolari (‘remigration’). Come è facile immaginare, il punto più importante è quest’ultimo”. Tuttavia, aggiunge, “l’accostamento fraFPÖ e nazismo è fuorviante. Se guardiamo all’ideologia e agli obiettivi del partito di Kickl, non possiamo non notare almeno tre differenze significative con il partito hitleriano. Primo, il nazionalismo dell’FPÖ è pacifista, e tutt’altro che aggressivo o guerrafondaio verso gli stati confinanti. Secondo, nel caleidoscopio ideologico dell’FPÖ una componente essenziale è il libertarismo. Terzo, il bersaglio principale sono gli immigrati, in particolare gli islamici, non certo gli ebrei. Insomma, il paragone con il Nazismo non regge: si può essere pericolosi senza essere nazisti. Il vero problema è che nessun partito, né in Austria, né in Germania, né altrove in Europa, ha una soluzione per il paradosso migratorio: gli immigrati sono troppi (o troppo poco integrati), per assicurare ordine e sicurezza, ma sono troppo pochi per coprire la domanda di lavoro, specie qualificato. Il tutto – conclude - complicato dai vincoli legislativi, soprattutto di carattere internazionale e umanitario, che rendono estremamente difficoltose anche modeste misure di espulsione degli irregolari, e persino degli autori di gravi reati”.
Alessandro Sallusti, il Giornale
Alessandro Sallusti sul Giornale parla di ‘amici e nemici della famiglia’: “Oggi – scrive - il governo, in vista della prossima legge di bilancio, incontra le associazioni impegnate sul tema della famiglia. Con l'aria che tira prepariamoci alla reazione isterica del mondo così detto Lgbtq che nella difesa della famiglia tradizionale vede una sorta di diavolo. Un diavolo, detto per inciso, che ha generato anche loro, venuti al mondo nell'unico modo possibile in natura quale è l'incrocio tra un uomo e una donna eterosessuali. Forse non a tutti è chiaro che la famiglia è oltre che l'unica garanzia di sopravvivenza di uno Stato, anche il cuore della sua laicità. Il concetto di famiglia, e la sua tutela, esisteva già qualche migliaio di anni prima dell'avvento del cristianesimo e quindi della Chiesa cattolica. Già, perché dalla famiglia tradizionale lo Stato laico trae ciò che gli è necessario per sopravvivere e crescere: i suoi figli, cioè nuova forza lavoro, nuovi soldati, soprattutto i futuri pagatori di tasse. Agevolare le unioni in grado di procreare nei tempi e nei numeri necessari – osserva Sallusti - non ha nulla a che fare con la religione, l'etica e la morale, bensì con l'economia. E non a caso, al vertice di oggi saranno presenti, oltre alla ministra delle Pari opportunità, quello dell'Economia e quello della Sanità. Assenti, sempre non a caso, preti, filosofi, sociologi, sessuologi e avvocati divorzisti. Nei giorni scorsi Francesca Pascale, già compagna di Silvio Berlusconi, intervistata da Bianca Berlinguer ha rispolverato uno dei cavalli di battaglia di chi è contrario a considerare la famiglia tradizionale un caposaldo della società: «Questi del governo parlano tanto ma le loro famiglie sono quasi tutte sfasciate». In realtà le due cose non stanno insieme, soprattutto per i motivi che abbiamo appena detto ma anche perché, sul piano della coerenza, sarebbe come dire che Francesca Pascale non può più sostenere i matrimoni omosessuali avendo lei divorziato da sua moglie - la cantante Paola Turci - pochi mesi dopo averla sposata. I fallimenti personali, subiti o provocati, non hanno nulla a che fare con i principi che li hanno generati, cosi come gli orientamenti sessuali con le ricette economiche per arginare il declino demografico che a sua volta genera decrescita. Aiutare le famiglie tradizionali a sostenere l'onere dei figli – conclude - è il vero e forse unico modo per garantire libertà e benessere anche a Francesca Pascale e a chi legittimamente la pensa come lei”.
“E così, anche in Austria, come poche settimane fa in Sassonia, Turingia e Brandeburgo (3 länder della Germania Est), le elezioni le hanno stravinte due partiti che la maggior parte dei media definiscono neo-nazisti”. Ne parla Luca Ricolfi ricordando che “mai, nella storia elettorale dell’Austria, lo scarto fra i consensi alla destra e quelli alla sinistra era stato così forte: giusto per fare un paragone, in Italia le forze di destra superano quelle di sinistra di circa 6 punti, in Austria di 36. Ciononostante, è probabile che il Partito della libertà e il suo leader Herbert Kickl restino fuori del governo, in base alla dottrina del ‘cordone sanitario’ contro l’estrema destra (come in Francia e Germania): Popolari e Socialdemocratici austriaci, infatti, hanno seggi a sufficienza per formare un governo, anche senza l’aiuto dei partiti minori (Verdi e Neos, di orientamento liberale). Ma quali sono le idee di fondo del Partito della libertà austriaco? Direi che sono fondamentalmente quattro: ostilità alle chiusure durante il Covid; opposizione alle politiche green; contrarietà all’invio di armi in Ucraina (anche perché l’Austria dipende fortemente dal gas russo); difesa dei confini e rimpatrio degli stranieri irregolari (‘remigration’). Come è facile immaginare, il punto più importante è quest’ultimo”. Tuttavia, aggiunge, “l’accostamento fraFPÖ e nazismo è fuorviante. Se guardiamo all’ideologia e agli obiettivi del partito di Kickl, non possiamo non notare almeno tre differenze significative con il partito hitleriano. Primo, il nazionalismo dell’FPÖ è pacifista, e tutt’altro che aggressivo o guerrafondaio verso gli stati confinanti. Secondo, nel caleidoscopio ideologico dell’FPÖ una componente essenziale è il libertarismo. Terzo, il bersaglio principale sono gli immigrati, in particolare gli islamici, non certo gli ebrei. Insomma, il paragone con il Nazismo non regge: si può essere pericolosi senza essere nazisti. Il vero problema è che nessun partito, né in Austria, né in Germania, né altrove in Europa, ha una soluzione per il paradosso migratorio: gli immigrati sono troppi (o troppo poco integrati), per assicurare ordine e sicurezza, ma sono troppo pochi per coprire la domanda di lavoro, specie qualificato. Il tutto – conclude - complicato dai vincoli legislativi, soprattutto di carattere internazionale e umanitario, che rendono estremamente difficoltose anche modeste misure di espulsione degli irregolari, e persino degli autori di gravi reati”.
Alessandro Sallusti, il Giornale
Alessandro Sallusti sul Giornale parla di ‘amici e nemici della famiglia’: “Oggi – scrive - il governo, in vista della prossima legge di bilancio, incontra le associazioni impegnate sul tema della famiglia. Con l'aria che tira prepariamoci alla reazione isterica del mondo così detto Lgbtq che nella difesa della famiglia tradizionale vede una sorta di diavolo. Un diavolo, detto per inciso, che ha generato anche loro, venuti al mondo nell'unico modo possibile in natura quale è l'incrocio tra un uomo e una donna eterosessuali. Forse non a tutti è chiaro che la famiglia è oltre che l'unica garanzia di sopravvivenza di uno Stato, anche il cuore della sua laicità. Il concetto di famiglia, e la sua tutela, esisteva già qualche migliaio di anni prima dell'avvento del cristianesimo e quindi della Chiesa cattolica. Già, perché dalla famiglia tradizionale lo Stato laico trae ciò che gli è necessario per sopravvivere e crescere: i suoi figli, cioè nuova forza lavoro, nuovi soldati, soprattutto i futuri pagatori di tasse. Agevolare le unioni in grado di procreare nei tempi e nei numeri necessari – osserva Sallusti - non ha nulla a che fare con la religione, l'etica e la morale, bensì con l'economia. E non a caso, al vertice di oggi saranno presenti, oltre alla ministra delle Pari opportunità, quello dell'Economia e quello della Sanità. Assenti, sempre non a caso, preti, filosofi, sociologi, sessuologi e avvocati divorzisti. Nei giorni scorsi Francesca Pascale, già compagna di Silvio Berlusconi, intervistata da Bianca Berlinguer ha rispolverato uno dei cavalli di battaglia di chi è contrario a considerare la famiglia tradizionale un caposaldo della società: «Questi del governo parlano tanto ma le loro famiglie sono quasi tutte sfasciate». In realtà le due cose non stanno insieme, soprattutto per i motivi che abbiamo appena detto ma anche perché, sul piano della coerenza, sarebbe come dire che Francesca Pascale non può più sostenere i matrimoni omosessuali avendo lei divorziato da sua moglie - la cantante Paola Turci - pochi mesi dopo averla sposata. I fallimenti personali, subiti o provocati, non hanno nulla a che fare con i principi che li hanno generati, cosi come gli orientamenti sessuali con le ricette economiche per arginare il declino demografico che a sua volta genera decrescita. Aiutare le famiglie tradizionali a sostenere l'onere dei figli – conclude - è il vero e forse unico modo per garantire libertà e benessere anche a Francesca Pascale e a chi legittimamente la pensa come lei”.
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