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Altro parere

L'effetto Boccia non è mai esistito

Redazione InPiù 09/09/2024

Altro parere Altro parere Mario Sechi, Libero
“La realtà è un mosaico, bisogna mettere insieme le tessere per capire come va il mondo”. Così Mario Sechi su Liberi a proposito del presunto ‘effetto Boccia’: “La storia non è solo quella dei grandi eventi, spesso sono i piccoli fatti, i segnali deboli che anticipano un cambiamento, a dare un senso a quello che accade. Ieri sera Enrico Mentana sul telegiornale de La7 ha mandato in onda un sondaggio di Swg (realizzato tra il 4 e il 9 settembre) che è una doccia fredda per i teorici del declino della destra: l'affaire Sangiuhano-Boccia non ha provocato nessun cambiamento sul consenso di Fratelli d'Italia (-0,1%), gli elettori non hanno fatto un plissé, hanno preso atto delle dimissioni del ministro e non danno credito alle accuse della Maria Rosaria Boccia. La fiducia nel governo – sottolinea Sechi - non cala perché in tv oracola la nostra signora di Pompei, sono ben altri gli elementi che contano per gli elettori. Il quadro politico è invariato. Sono i numeri di uno scenario di stabilità che gli italiani apprezzano, una questione di fiducia che è riposta nelle scelte del capo del governo, di Matteo Salvini e Antonio Tajani, come era già apparso chiaro durante l'intervista di Giorgia Meloni al Forum di Cernobbio, quando gli imprenditori hanno chiesto a gran voce («basta!») di lasciar perdere le domande sul gossip e passare al dialogo sull'agenda di Palazzo Chigi e la situazione internazionale. Al governo si chiedono fatti e una rotta per navigare nel futuro. L'investimento di fiducia delle famiglie e delle imprese su Meloni dopo quasi due anni a Palazzo Chigi è ancora alto - e si tratta di un'eccezione in Europa - i dati economici dell'Italia sono buoni, ieri il vertice di maggioranza si è svolto in un clima positivo, un buon segnale, visto che in agenda c'è la legge di Bilancio, in passato fonte di scontri epici tra gli alleati di governo, a destra e a sinistra. La sinistra crede ai miracoli, c'è solo un dettaglio: con piani di Schlein e Conte – conclude - saremmo già finiti in bancarotta, che abbiamo sfiorato con le alchimie contabili del governo giallo-rosso. Non è il tempo per i pifferai magici attaccati alla Boccia”.
 
Carlo Valentini, Italia Oggi
Carlo Valentini su Italia Oggi parla della ‘lezione da trarre dal caso Sangiuliano: “La vicenda del ministro Sangiuliano – scrive - è sia personale che politica e non è opportuno sovrapporre i due aspetti. E’ sbagliato giudicare la sfera personale di ognuno, anche di un politico, così come di un protagonista dello spettacolo, persone che pur hanno scelto un’attività che li pone sotto i riflettori. Ciascuno ha il diritto di comportarsi (entro i confini della legalità) come crede, rispondendo solo a sé stesso e a chi gli sta appresso. Sarebbe davvero un guaio ritornare al tempo della censura e dei ricatti basati su una morale corrente che è poi perfino difficile stabilire quale sia. I comportamenti privati possono piacere o meno ma sono affari propri. Perciò la levata di scudi contro il ministro per la sua liaison è del tutto fuori luogo e per di più finisce per coprire quello che è il vero vizio (cresciuto negli ultimi tempi) della politica: la nomina nei posti di responsabilità di persone non scelte per la loro competenza ma per legami familiari o personali. Anche nel caso in questione – sottolinea Valentini - c’è stato un tentativo di imposizione. Una persona, solo perché vicina al ministro, era sul punto di scavalcare staff assestati e funzionari di car riera. Il nodo è questo e trova sponda in una personalizzazione dei partiti, coi fondatori che sono gestori inappellabili. Del resto tra ciò che non si riesce a cambiare vi è il fatto che sono i segretari di partito a decidere, attraverso le liste elettorali bloccate, chi andrà in parlamento. La lezione da trarre dal caso-Sangiuliano è che la commistione tra personale e politico può trasformarsi in una vera iattura. E per fortuna ci sono state quasi risparmiate le illazioni complottiste. I funzionari ministeriali che sono insorti quando hanno visto catapultata un’estranea senza curriculum adeguato non sono congiurati ma estremi difensori di istituzioni che meriterebbero più rispetto da parte della politica. Sarebbero opportune regole che introducessero di nuovo una netta distinzione di ruoli tra chi è preposto al funzionamento della macchina e chi dovrebbe limitarsi a indicare gli indirizzi generali a cui attenersi e gli obiettivi da raggiungere, distinguendo nettamente l’ambito tecnico da quello politico. Se si riuscisse in ciò – conclude - la triste vicenda di queste settimane non sarebbe accaduta invano”.
 
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