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Pichetto Fratin: «Nucleare, entro fine anno le regole per i nuovi impianti»
Fausta Chiesa, Corriere della Sera, 7 settembre
Redazione InPiù 08/09/2024
Pichetto Fratin: «Nucleare, entro fine anno le regole per i nuovi impianti»
Gli imprenditori con Confindustria chiedono a gran voce l'energia nucleare. Un governo ha già aperto al ritorno dell'atomo in Italia, ma a che punto siamo visto che, tanto per cominciare, ci sono due esiti referendari con cui fare i conti? «Gli italiani — risponde il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin intervistato da Fausta Chiesa sul Corriere della Sera di sabato 7 settembre — si sono espressi su una tecnologia di 6o anni fa, quella di prima e seconda generazione. Noi guardiamo al nuovo nucleare, che non prevede la costruzione di grandi centrali». Avete nominato un consulente, il giurista Giovanni Guzzetta, ad aprile. Quando avremo il nuovo quadro legislativo? «Entro fine anno presenteremo il disegno di legge, che conterrà la normativa primaria e dove saranno previsti i soggetti regolatori. L'impegno è di approvare il disegno di legge con le deleghe nel 2025». Chi sarà il regolatore? «Ci sarà una Authority. Sarà l'Isin, l'attuale Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che dovrà essere rafforzato in rapporto ai nuovi compiti». Quindi sarà l'Isin a dare le autorizzazioni. Ma a quali tecnologie? «Il governo ha sempre escluso il ritorno delle grandi centrali. Penso agli Small modular reactor e agli Advanced modular reactor». Pensa solo alla quarta generazione, che ancora non esiste? «Penso anche alla terza generazione avanzata. Ma non è tanto il governo a dover decidere quale tecnologia utilizzare, far scegliere adesso alla politica non ha senso». Quindi a chi toccherà decidere la tecnologia? A chi costruirà l'impianto? «A chi lo costruirà o chi lo comprerà. In futuro saranno disponibili moduli da ioo megawatt preconfezionati». E dove li metteremo? «Un'ipotesi è accanto ai siti industriali che hanno una grande richiesta di energia». In quale data pensa che sarà possibile cominciare a richiedere le autorizzazioni? «Auspico verso il 2030». Il ministro delle Imprese Urso ha accennato a una partnership internazionale. «C'è interesse da parte di aziende francesi e americane, ma vorrei un nucleare che abbia come motore il sistema industriale italiano, senza chiudere a partnership internazionali. Stiamo lavorando per mettere a sistema le competenze italiane. Abbiamo Enel, Ansaldo e una serie di altre imprese che possono far parte di un pool». Enel potrebbe tornare a fare l'operatore del nudeare in
Italia? «Ha tutte le competenze per poterlo fare». Servono investimenti alti. Lo Stato darà incentivi?
«Il governo sostiene già con incentivi molte tecnologie che producono energia: eolico, solare, geotermico. Lo farà anche per il nucleare, valuteremo se incentivi agli investimenti oppure a tariffa». Abbiamo ancora quattro centrali da smantellare. Per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi non è ancora stato scelto il sito... «Valuteremo se ci converrà andare avanti con la valutazione dei siti per costruire il deposito geologico nazionale oppure se proseguire l'accordo con la Francia e il Regno Unito e avere lì depositi comuni. L'urgenza ora è trovare depositi per i rifiuti di bassa e media intensità di provenienza civile o sanitaria che aumentano ogni giorno». Col ritorno al nudeare che è considerato una fonte senza emissioni saranno rivisti i target delle rinnovabili? «Posto che bisogna rispettare i target di decarbonizzazione il punto non è rivedere la quantità di rinnovabili, ma rendersi conto che bisogna aumentare la produzione di energia, visto che la domanda al 2050 è prevista raddoppiare, e averlo con un prezzo inferiore per mantenere la competitività del nostro Paese».
Italia? «Ha tutte le competenze per poterlo fare». Servono investimenti alti. Lo Stato darà incentivi?
«Il governo sostiene già con incentivi molte tecnologie che producono energia: eolico, solare, geotermico. Lo farà anche per il nucleare, valuteremo se incentivi agli investimenti oppure a tariffa». Abbiamo ancora quattro centrali da smantellare. Per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi non è ancora stato scelto il sito... «Valuteremo se ci converrà andare avanti con la valutazione dei siti per costruire il deposito geologico nazionale oppure se proseguire l'accordo con la Francia e il Regno Unito e avere lì depositi comuni. L'urgenza ora è trovare depositi per i rifiuti di bassa e media intensità di provenienza civile o sanitaria che aumentano ogni giorno». Col ritorno al nudeare che è considerato una fonte senza emissioni saranno rivisti i target delle rinnovabili? «Posto che bisogna rispettare i target di decarbonizzazione il punto non è rivedere la quantità di rinnovabili, ma rendersi conto che bisogna aumentare la produzione di energia, visto che la domanda al 2050 è prevista raddoppiare, e averlo con un prezzo inferiore per mantenere la competitività del nostro Paese».
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