Versione stampabile Riduci dimensione testo Aumenta dimensione testo

Altro parere

Cosa dice all'Europa il rapporto di Draghi

Redazione InPiù 05/09/2024

Altro parere Altro parere Angelo De Mattia, Il Messaggero
L' Unione si risveglia? È un leone dormiente vecchio, ma ancora con una certa forza, o un plantigrado destinato a un irreversibile declino? Sia pure con un ritardo variamente motivato – osserva sul Messaggero Angelo De Mattia –,  il Report di Mario Draghi sulla competitività dell'Unione è approdato, in una seduta ristretta e non pubblica, nell'Eurocamera e se ne è avviata la discussione. Occorrono maggiori investimenti pubblici nella ricerca e nell'innovazione, nelle infrastrutture e nei diversi comparti della transizione. Le conseguenze concrete che ne dobbiamo trarre sono diverse e importanti: vanno dalle unificazioni normative al superamento di un visione dell'Antitrust europeo fondata sulla competizione tra gli Stati membri anche a costo di affondare tutti insieme per la concorrenza di altri Paesi. Del resto, nei rapporti con gli Usa, la competitività dell'Unione segnala lo stesso effetto bradisismo che Antonio Fazio ha, a suo tempo, rappresentato per l'economia italiana rispetto a quella dei principali partner europei. Naturalmente, la concorrenza ha come pendant le forme di corretta cooperazione, e quasi mai il ricorso ai dazi che indica il fallimento del cooperare e del competere e di una situazione di marcato squilibrio negli strumenti e nelle possibilità. Nella transizione ecologica, in quella digitale, negli impieghi dell'Intelligenza artificiale generativa, la competizione chiama in causa, prima di tutto, l'intera Europa che, dunque, deve adeguatamente attrezzarsi e in ciò la spina dorsale è rappresentata dalle banche e dalla finanza con il finora incompiuto progetto di Unione bancaria e il neppure intrapreso progetto del mercato unico dei capitali. Bisogna aggiungere che anche l'assetto istituzionale della Bce merita una riflessione. Le proposte di Draghi si saldano con quelle del Report Letta sul mercato unico e sul ventottesimo Stato virtuale quale insieme di ordinamenti giuridici, societari, fiscali ai quali assoggettarsi per libera scelta: un'idea interessante, ma non facile da attuare.
 
Maurizio Crippa, Il Foglio
Contro tutti – commenta sul Foglio Maurizio Crippa – Roberto Saviano ce l’ha fatta, il suo “Insider - Faccia a faccia con il crimine” che giaceva inchiavardato in un baule di Viale Mazzini da un anno, senz’altro motivo che una “vendetta politica, terribile” – un così bel programma “già chiuso, montato!”, mannaggia – finalmente è andato in onda. Sull’eroica Rai 3. E Saviano, che già aveva spiegato “sui suoi social” che il merito è della “pressione delle associazioni e dei parenti delle vittime”, ha potuto urlare all caps: “Voglio ringraziare tutte le persone che ieri sera hanno seguito la mia intervista al pentito Antonio Patti e il racconto della Cosa nostra trapanese a Insider su Rai 3”. E certo, era “molto brutto silenziare questo tipo di storie”. E certo, un anno di sofferenza e resilienza dopo è proprio un altro smacco all’egemonia culturale delle destre, un’altra bella botta dopo il caso Genny a Pompei. Verità e giustizia si baceranno. Solo che poi, da tanto polverone, se ne escono i numeri. Che hanno la testa dura. E dai numeri si scopre che quella stessa sera, mentre come il mago Houdini “Insider” stracciava le catene del baule, su un’altra rete “Quarta Repubblica” di Nicola Porro è ripartita “col botto”, con un ospite tutt’altro che pentito come Giovanni Toti, e ha guadagnato 825 mila spettatori e il 7,18 per cento di share. Invece i ringraziamenti di Saviano si sono fermati a quota 785 mila spettatori, e al 5,22 di share. Insomma l’hanno censurato un’altra volta, quei geni del male: gli hanno controprogrammato Toti. Solo che stavolta non è censura, o magari invece sì: trattasi di quella particolare forma di censura, così tipica del mondo libero, difficile da invocare e anche da smentire, e che non abbisogna di mafie per agire col favore delle tenebre che si chiama semplicemente “pubblico”. Quello che l’altra sera era più interessato ad ascoltare un tartassato vero – dai magistrati, dalla politica e dai media – che non un professionista della censura e del paradigma vittimario come Saviano. Insomma è stato censurato, non dal Voldemort della Rai ma evidentemente dal suo stesso pubblico presunto.
Altre sull'argomento
Alla Ue servono soprattutto meno regole
Alla Ue servono soprattutto meno regole
Invece commentando il Rapporto Draghi quasi tutti parlano di incentivi ...
L'Europa tra tassi e rapporto Draghi
L'Europa tra tassi e rapporto Draghi
Mentre le spinte nazionaliste ostacolano l'operazione Unicredit-Commerzbank
Chi conta a Bruxelles
Chi conta a Bruxelles
Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani
L'energia nel rapporto Draghi
L'energia nel rapporto Draghi
Gli errori compiuti e gli investimenti necessari per cambiare rotta
Pubblica un commento
Per inserire un nuovo commento: Scrivi il commento e premi sul pulsante "INVIA".
Dopo l'approvazione, il messaggio sarà reso visibile all'interno del sito.