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Altro parere

Il ministro stoccafisso

Redazione InPiù 01/08/2024

Altro parere Altro parere Salvatore Merlo, Il Foglio
Sul Foglio Salvatore Merlo sbeffeggia il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, “che gioca a fare il sovranista ma non si cura della vera odissea dell’estate italiana: i trasporti”. “Il Terzo mondo che Salvini, da capo leghista, non vuole qui da noi, fermando l’immigrazione, ce lo sta costruendo qui da ministro – scrive Merlo -. Non c’è convoglio che non sia naufragio, non esiste volo che non diventi odissea e tra ritardi, condizionatori sfiatati, piedi pesti, toilette inavvicinabili e sudate di fetida sugna per chiunque s’avventuri in un viaggio l’Italia dei trasporti è diventata un campo profughi, un centro di raccolta dove in luogo delle hostess e degli steward sbucano gli operatori della Protezione Civile. Siamo lieti che il ministro Salvini, l’uomo pescato più volte a mare insieme col pesce azzurro, attualmente ministro dei Trasporti (guardate che cosa può capitare a un Ministero) affermi ogni giorno sui social che bisogna fermare l’immigrazione clandestina per impedire, all’incirca, l’approdo del Terzo mondo in Italia. Ne siamo lieti. Ma c’è appunto un problema a incrinare la nostra letizia. Ovvero la sensazione che il Terzo mondo egli lo stia realizzando nei patri trasporti. Ieri abbiamo incontrato un povero capotreno dall’aria rassegnata. «Anche domani sarà terribile», ci diceva come un granatiere di Napoleone alla vigilia di Waterloo. «Tutti i giorni ce n’è una». E non parliamo degli aeroporti. Quando l’aereo parte in orario (se parte) scatta la ola. Perché invece di pensare a Trump il nostro ministro non si mette a fare il sovranista per quel tanto che serve: far arrivare almeno i treni in orario? Mentre fa il Ponte sullo Stretto gli si allarga infatti la platea dei ritardi. Non vuole l’indulto per paura di perdere voti, ma li va a perdere sfasciando la rete dei trasporti. Quest’uomo che la Provvidenza non ci ha inviato, ma ci invidia, dovrebbe riflettere. Salvini, la preghiamo, faccia il sovranista. Pensi alla patria. I treni, ministro. E gli aerei”.
 
Paolo Pombeni, Il Messaggero
"Tra i problemi della ripresa post vacanze ci sarà senz’altro il tema del commissario europeo che spetta all’Italia". Lo ricorda sul Messaggero Paolo Pombeni, secondo il quale “il tema che rischia di essere centrale è la capacità o meno della classe politica italiana di fare un’azione che metta l’interesse del nostro Paese prima di quello delle lotte politiche di casa nostra, per non dire di quelle intestine ai nostri gruppi politici. Non possiamo infatti dimenticare – spiega Pombeni - che due rilevanti partiti italiani hanno posizioni importanti nella maggioranza che sostiene VdL. Si tratta di Forza Italia nel Ppe e del Pd nel gruppo dei Socialisti e Democratici. Saranno capaci queste forze politiche di cooperare ad una scelta che è di notevole importanza per l’Italia senza farsi condizionare, vuoi in un caso dalle tensioni interne alla coalizione che regge il nostro governo, vuoi nell’altro dalla spinta a sgambettare Meloni, come suggerisce tutta una compagine di suoi pasdaran in servizio permanente? La domanda non è retorica. La posizione del commissario che sarà designato dal nostro governo non può essere quella di un sostenitore della politica di chi lo ha designato: c’è una precisa disposizione che prevede l’indipendenza di ogni commissario dal suo Paese di provenienza e ancor più dal governo di questo. C’è invece un ruolo più importante, e che è sempre stato esercitato per quanto non formalmente sancito, che è quello di essere un argine a possibili politiche che risultino sfavorevoli agli interessi legittimi del proprio Paese. In ragione di tutto questo dovrebbe essere interesse di tutti i partiti italiani agire nell’ottica di promuovere un adeguato posizionamento del membro italiano nel quadro della nuova Commissione europea. Non fosse per altro, ricordando che questi resterà in carica cinque anni, mentre al massimo fra tre anni avremo un nuovo governo che potrebbe anche essere diverso da quello attuale”.
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