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Cosa non ha fatto Giorgia
Redazione InPiù 21/09/2023

Alessandro Sallusti sul Giornale fa un bilancio ‘da destra’ dell’esecutivo Meloni: “Alla vigilia del primo compleanno del governo – osserva il direttore - giornali e talk show si sono scatenati nel compilare sterminati elenchi di quello che Giorgia Meloni non avrebbe fatto. Detto che nel suo discorso di insediamento la premier aveva dichiarato che la vera novità del governo di centrodestra consisteva nel fatto che aveva non uno, bensì cinque anni davanti per realizzare il programma, e che quindi è un po' presto per fare bilanci detto questo, non ce la sentiamo di sottrarci al coro dei maestrini con la penna rossa, e quindi proponiamo anche noi il nostro bell'elenco. Per dire, con severità, che è vero: Giorgia Meloni non ha fatto nulla, assolutamente nulla di ciò che la sinistra, durante la campagna elettorale, per spaventare gli italiani, aveva detto che avrebbe fatto se avesse vinto le elezioni. Vediamo. La fascistizzazione dell'Italia è al palo – fa notare Sallusti - in giro non si vedono ronde di camicie nere; i diritti civili delle minoranze sono intonsi, gay e trans restano a piede libero, come pure Saviano e compagnia; l'Italia è ancora in Europa senza se e senza ma, le transazioni avvengono ancora in euro; Putin resta nemico dichiarato e il democratico presidente americano Joe Biden adora la nostra premier; esercito e marina non sparano sugli immigrati, anzi ne salvano e accolgono come non mai, la libertà di stampa e di espressione è salva, eccetera eccetera. Mettiamo quindi un punto fermo. A un anno di distanza, la prima certezza è che la sinistra ha raccontato sul governo delle destre un mare di cazzate da fare paura. Ma c'è un'altra cosa che Meloni non ha fatto, cosa giustamente imperdonabile agli occhi dei suoi critici: non ha fatto un governo di sinistra, non fa politiche di sinistra, non piazza uomini di sinistra né a destra e neppure a manca. Insomma, il bilancio onesto di un anno è il seguente: Giorgia Meloni è una donna conservatrice che ha vinto le elezioni e governa con pragmatismo, cioè tenendo sempre ben presenti gli interessi generali del Paese e le risorse a disposizione, come farebbe un leader conservatore, per di più – conclude - camminando sulle macerie economiche e sociali provocate da tredici anni di governo delle sinistre. E questo è tutto”.
Franco Adriano, Italia Oggi
Le ripercussioni del del giro di vita senza fine indotto dalla cronaca quotidiana. Franco Adriano su Italia Oggi prende in esame la situazione carceraria italiana: “Dopo i rave party, le pene più severe per i piromani, per il reato di istigazione sul web, per il reato di gestazione per altri, per le violenze al personale scolastico - scrive Adriano - mercoledì il reato di omicidio nautico, equiparato a quello stradale, è entrato nell'ordinamento italiano. Il testo diventato legge, pressoché all’unanimità, era di iniziativa parlamentare, ma come per le precedenti iniziative di natura governativa relative all’inasprimento delle pene, è stato sospinto dall’onda emozionale della cronaca. In questo caso, la tragedia di Umberto Garzarella e Greta Nedrotti travolti e uccisi nel 2021 da un motoscafo sul lago di Garda. Ora, più a mente fredda, e senza infierire sugli insignificanti effetti deterrenti sulla realtà che hanno avuto il cosiddetto Codice Rosso sui femminicidi del 2020 oppure la più recente stretta per l’immigrazione clandestina – osserva Adriano - si può osservare quanto sia vera la vulgata che tanto a pagare sono sempre e soltanto gli stessi. Triste affermarlo, ma dietro le sbarre ci finiscono e ci restano soltanto i poveracci. L’Associazione Antigone ha toccato un tema scabroso, ripreso quasi da nessuno, sul fatto che le carceri italiane sono popolate quasi esclusivamente da immigrati e meridionali. Al 30 giugno ‘23 il 45 per cento dei carcerati proviene dalle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia mentre il 35 per cento sono immigrati. Lungi l’idea razzista che le due categorie abbiano una più spiccata indole naturale criminale, di certo tutti costoro godono di redditi bassi o assenti nonché di scarsa educazione: il carcere non da oggi è il riflesso dell’emarginazione sociale. Resta da capire perché – conclude - il legislatore si dà tanta pena per prevedere sulla carta ancora la detenzione forzata come soluzione a tutti i mali”.
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