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Nick Clegg (Meta): “La realtà virtuale entri nelle classi. Studieremo meglio”
Pier Luigi Pisa, La Repubblica, 14 settembre
Redazione InPiù 15/09/2023

I docenti, dunque, non scompariranno. «Ogni volta che compare una nuova tecnologia, dalle prime calcolatrici ai computer, fino alle lavagne digitali, qualcuno pensa che gli insegnanti non servano più. E invece accade sempre il contrario. Se si spiega a un docente come usare una tecnologia in modo efficace, il suo ruolo sarà rafforzato, non distrutto». Qual è l’insegnante che le ha cambiato la vita? «Un professore di Storia. Avevo dieci anni. Era completamente pazzo. Ci ripeteva che saremmo morti tutti entro Natale perché la Russia avrebbe scatenato la Terza guerra mondiale. Però mi ha spinto a interessarmi alla storia moderna e alla politica». In futuro uno studente potrà dire lo stesso di una macchina? «No, quel ragazzo dirà che un professore e una macchina lo hanno ispirato. E che un insegnante gli ha mostrato nella realtà virtuale come creare qualcosa». Lei come andava a scuola? «Non ero forte in matematica. E proprio qualche giorno fa a San Francisco, nella sede di un’azienda chiamata Prisms, ho partecipato a una lezione nella realtà virtuale». Come è andata? «Spiegavano le equazioni esponenziali, ed era grandioso il modo in cui venivano visualizzate. Avrei voluto uno strumento simile quando ero uno studente. Ora ho 56 anni, è troppo tardi». Anche l’Italia investirà 2,1 miliardi di euro del suo Pnrr per rendere le scuole più innovative. «È un bel segnale, è importante che il governo disponga di fondi per offrire agli studenti esperienze immersive. L’Università di Camerino, per esempio, nel prossimo semestre terràil suo primo corso nel metaverso: insegnanti e studenti parteciperanno attraverso un visore». Oltre ai benefici questa tecnologia comporta dei rischi? «A scuola le tecnologie immersive sono sempre controllate dagli insegnanti: questo le rende sicure come un libro di testo». Dopo aver vietato inizialmente ChatGpt, le scuole stanno tornando sui loro passi. Come andrà a finire? «Ho letto che in Svezia il governo vuole tornare a carta e matita, chiudendo le porte al ventunesimo secolo. Ma è difficile vietare una tecnologia in classe. È meglio farsela amica, usarla come un assistente per diventare più intelligenti».
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