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Altro parere

La sfida sulla sanità decisiva nelle urne

Redazione InPiù 13/09/2023

Altro parere Altro parere Paolo Pombeni, il Messaggero
Paolo Pombeni sul Messaggero parla del delicato tema della Sanità: “È da salutare positivamente il tentativo dell’opposizione di trovare un accordo per sfidare il governo sul problema della Sanità: così si può fare dialettica politica e non uno spettacolo deprimente di scontro sugli slogan e sugli stereotipi. Che la situazione del nostro sistema sanitario sia problematica – osserva Pombeni - non lo nega nessuno e già questo significa che il governo e la sua maggioranza hanno tutto l’interesse a rispondere a questa sfida. Da una parte e dall’altra si può finire sul solito ritornello dell’aumentare gli stanziamenti per la sanità, aumentare il numero e le retribuzioni di medici ed infermieri, accorciare quantomeno le liste d’attesa per esami ed interventi. Non che si tratti di aspetti di scarsa importanza: è che non si risolverà molto se non si inseriscono questi e altri in un quadro che è molto complesso. Il primo punto è che a gestire i fondi della Sanità sono le regioni, non tutte specchi di efficienza e di buona managerialità in questo settore. Si ventila l’ipotesi di controlli sull’effettivo e efficace utilizzo dei nuovi fondi (in parte possono venire anche dal Pnrr), ma non si può fingere di non sapere che si tocca uno dei gangli delicati del potere politico: non di una parte politica, ma più o meno di tutte. Mettere mano non ad una astratta Razionalizzazione della spesa, ma ad un suo efficientamento solleva un mare di contenziosi. La questione dell’aumento delle retribuzioni a medici e infermieri è anch’essa tutt’altro che banale. Non andrebbe poi sottovalutato – prosegue - il tema della medicina di base e di territorio, che è più che problematica. Infine ci permettiamo di segnalare un tema che ci pare abbia scarsa attenzione: il ruolo di educatore che un buon medico dovrebbe poter esercitare istruendo I suoi pazienti ad avere cura della salute, a tenere Comportamenti salutari e via dicendo. Insomma il compito davanti a cui, se davvero si riuscirà ad aprire un confronto sul tema della sanità, si trovano le opposizioni e il governo con la sua maggioranza non è di quelli da politica-spettacolo. Tutti devono sapere che la gente (e davvero è opportuno usare questo termine) si aspetta molto su questo terreno dove le problematiche sono molte e avvertite. La classe politica e i partiti – conclude - devono acquisire la massima consapevolezza in queste materie e sfuggire alla tentazione di usare un tema sentito dalla gente per fare un po’di populismo a buon mercato”.
 
Marco Travaglio, Fatto Quotidiano
“Casomai ce ne fosse bisogno, ieri la cosiddetta ‘sinistra’ italiana ha dato la prova più plateale del suo disastro mentale e culturale prim’ancora che politico. Al Csm nessun suo esponente – laico e togato – ha votato per il nuovo procuratore di Napoli Nicola Gratteri”. Lo scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano facendo notare che così “hanno regalato alle destre (e ai 5Stelle) tutto il merito di aver finalmente promosso uno degli ultimi fuoriclasse della magistratura al vertice di un ufficio di prima grandezza, dopo la scandalosa bocciatura alla Procura nazionale antimafia e le rinunce ‘spintanee’ a Roma e Milano. E hanno contribuito ad accreditare la leggenda di un Gratteri ‘di destra’, ‘giustizialista’, ‘manettaro’, ‘populista’, ‘complottista’, ‘negazionista’, ‘accanito’, ‘persecutore di innocenti’, ‘star’, ovviamente ‘professionista dell’anti mafia’ e altre scemenze diffuse dai professionisti della mafia e del malaffare, che in Calabria (e non solo) formano un bel partitone trasversale di destra-centro-sinistra. Anni di campagne scatenate contro di lui da Foglio, Riformista, Unità , Domani, Dubbio, Libero e Giornale – sottolinea Travaglio - sono la miglior prova dell’imparzialità di Gratteri almeno quanto le sue indagini, che mai hanno badato al colore degli indagati, e le sue implacabili critiche alle schiforme della giustizia: da quelle degli intoccabili Draghi&Cartabia a quelle del cosiddetto ministro della Giustizia Nordio. È probabile che le destre che l’hanno votato se ne pentiranno presto, non appena Gratteri si insedierà a Napoli, farà lavorare i suoi pm a pieno ritmo come ha fatto a Catanzaro e riprenderà a dire la sua sulle intercettazioni, i delitti contro la Pa, la separazione delle carriere, i bavagli ai pm e ai cronisti. Ma intanto – conclude - fanno un figurone grazie al tradimento di una sinistra acefala che scambia la legalità per giustizialismo e gli uomini liberi per fascisti”.
 
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