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I nostri errori negli anni
Müller: “I vescovi tedeschi hanno tesi eretiche sui gay. Il Papa deve punirli”
Iacopo Scaramuzzi, la Repubblica, 24 marzo
Redazione InPiù 26/03/2023

Lei ha criticato Francesco evocando la “confusione” dottrinale: perché? «Per principio mai criticherei un Papa pubblicamente. Francesco non ha cambiato e non può cambiare la dottrina rivelata, ma il compito del Sommo Pontefice non è solo evitare di causare confusioni, ma anche smentirle. Eugenio Scalfari ha per esempio riferito che gli avrebbe detto che l’inferno non esiste, il Papa potrebbe invece spiegare il senso di questa difficile dottrina. Nella Chiesa tedesca ci sono proposte direttamente contro la fede cattolica: benedire le coppie omosessuali è una blasfemia. Padre James Martin dice che il Papa ha fatto tanto per le persone lgbt+, il Papa dovrebbe dirgli: non mi devi strumentalizzare». Lei esclude che due persone dello stesso sesso che si amano con fedeltà siano benedette da Dio? «Quando prendiamo sul serio la parola di Dio questo non è possibile». I vescovi tedeschi dicono che il percorso sinodale è la risposta alla crisi degli abusi sessuali capace di restituire credibilità alla Chiesa. «Non possiamo distruggere la dottrina della morale sessuale perché alcuni hanno sbagliato, dobbiamo spiegarla. Non possiamo superare la pedofilia con l’omofilia, poiché anche i peccati contro gli adulti sono peccati». Con i vescovi tedeschi, lei non va contro il principio della collegialità? «Ci sono vescovi che hanno votato testi eretici, secondo me si deve fare un processo canonico. C’è la collegialità, ma esiste anche il primato e canonicamente il Papa ha la responsabilità di chiedere spiegazione, correggere o — in casi estremi — dimettere i vescovi per questioni dottrinali. Dicono che possono sviluppare la comprensione della dottrina, ma non possiamo sviluppare la rivelazione». Molti Papi sono santi: non hanno dovuto, per esigenze di governo, rinunciare a un po’ di santità? «Non posso giudicare coloro che sono già canonizzati perché è un atto d’infallibilità, ma la fama di santità viene dal popolo, non dall’autorità ecclesiastica. Giovanni XXIII godeva una grande popolarità ma non c’era venerazione, è stato necessario fare la dispensa del miracolo… Una scelta troppo politica. Da Papa, poi, uno può fare tanti sbagli, compromessi, e dopo è difficile da difendere. La posizione di Pio XII tra Mussolini e Hitler non era facile. Io consiglierei per il futuro di procedere con più cautela». Adesso si parla di Giovanni Paolo II che avrebbe coperto le denunce contro alcuni preti pedofili. «Queste sono accuse diffamatorie, con l’idea politica di danneggiare il cattolicesimo in Polonia, decapitandone la figura più importante».
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