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I nostri errori negli anni
Tremonti: “Bce più lenta degli speculatori, è peggio del 2008; serve la politica”
Giuliano Balestrieri, La Stampa, 21 marzo
Redazione InPiù 25/03/2023

La classe dirigente è all’altezza della situazione? «Mi sembra un po’ suonata. Ma d’altra parte la politica è scomparsa per lasciare posto alla tecnica. Basti pensare a quanti capi di Stato e di governo erano in prima fila ad applaudire al passaggio di consegne tra Mario Draghi e Christine Lagarde al vertice della Bce. Non credo che De Gasperi, Adenauer, De Gaulle, Kohl, Mitterand o Cossiga lo avrebbero fatto». Questa è storia. Come si esce dalla crisi della globalizzazione? «Con una stagione di regole. Passando dalla finanza alla politica. Dal commercio libero a quello giusto. La soluzione dei problemi è nell’economia». Ci fu una proposta dell’Italia, in tal senso, nel 2008. «Riscosse molto consenso all’interno dell’Ocse, ma fu fermata al Financial stability board che pensava fosse sufficiente introdurre alcuni ratio nei parametri delle banche». Il presidente del Fsb era Mario Draghi. «La finanza non comprese che la causa della crisi era economica. Smarriti pensavano di passare dall’austerity a una stampa continua di moneta fuori dalla realtà e continuata per anni e anni. La liquidità divenne il nuovo paradigma a invarianza di classe dirigente. Fu l’errore più grave». Cosa avrebbe dovuto fare la Bce? «Intanto rispettare le regole dell’euro che fissavano l’inflazione al2%comeunplafonde non un target e poi non finanziando i governi, come ha fatto negli ultimi 10 anni. Il debito pubblico emesso dai governi è stato comprato dalle banche che lo hanno piazzato alla Bce. Un processo che ha trasformato la Banca centrale in un hedge fund intossicato e mezzo fallito. Ma contro la speculazione non si è fatto nulla». L’Italia può fare qualcosa? «Per cominciare, serve una risposta europea. L’Ue si è riscattata con gli eurobond per il Covid e con la guerra a fianco dell’Ucraina. Eppure non ha ancora evidente la follia della dimensione finanziaria. E adesso sembra presa da un eccesso di suggestione ambientale–dalle case verdi alle auto elettriche - che spiazza l’industria. Il vero nemico è nella speculazione che ha appena cominciato il suo sinistro lavoro».
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