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I conti storti della guerra
Redazione InPiù 23/03/2023

Leonardo Becchetti su Avvenire parla dei “conti storti” della guerra in Ucraina: “Chi è nato nel secolo scorso e nel secolo scorso ha vissuto molti anni – scrive l’editorialista - ricorda bene che, allora, il conflitto tra i «buoni» e l’«impero del male», cioè l’Unione Sovietica e i suoi satelliti e alleati, era condotto su basi di cautela e prudenza. La risposta di oggi all’aggressione russa all’Ucraina è stata diversa, immediatamente muscolare e militare per evitare che i carri armati russi arrivassero a Kiev. Togliendo di mezzo la questione della paura di un’ulteriore escalation, toccherà un giorno fare il bilancio dei costi di questa scelta. A fine febbraio, dopo un anno di guerra, la Banca Mondiale stima costi economici per l’Ucraina tra i 600 e i 750 miliardi di dollari. Quanto ai costi umani, la stampa internazionale parla di almeno 300mila morti militari (tra soldati russi ed ucraini) e di 30mila civili. E nell’andirivieni incessante di questi terribili mesi – sottolinea Becchetti - si stima che un ucraino su 5 abbia abbandonato il proprio Paese diventando un rifugiato (circa 8 milioni). Non osiamo paragonare le sofferenze della popolazione colpita a quelle del resto del mondo, ma va pur detto che da questa guerra è nata l’esplosione dei prezzi del gas e una spinta inflattiva possente. Pensiamo sul serio che sia possibile porre termine con una “vittoria” a una guerra contro una superpotenza nucleare? È, insomma, possibile sconfiggere una superpotenza nucleare sul campo? E continuiamo davvero ad aspettare Godot, cioè la caduta del presidente russo Putin, quando sappiamo che un autocrate non fa che rafforzarsi di fronte a una minaccia esterna? Sarebbe bello in politica se si potesse scegliere tra un bene e un male, ma in realtà la scelta possibile è sempre il male minore tra due mali. Abbiamo scelto il minore tra due mali e lo stiamo facendo oggi? Se esiste una superiorità del nostro mondo democratico, forse è più che mai il momento, alla vigilia delle “magnifiche annunciate offensive di primavera”, di farci qualche domanda e di capire se stiamo facendo la cosa giusta aggiungendo guerra alla guerra. La riflessione critica e il dubbio e la decisione umana e ragionevole – conclude - sono parte, in fondo, della storia di quella civiltà di cui siamo così orgogliosi”.
Luigi Chiarello, Italia Oggi
“Si sente dire che la circolazione delle informazioni è la base della democrazia. Vero. Ma c’è anche un altro tema legato all’informazione e, che minaccia la democrazia: la comunicazione, quando impone narrazioni capaci di sostituire alla realtà percezioni distorte di essa”. Lo scrive Luigi Chiarello su Italia Oggi parlando del dibattito sul cambiamento climatico. Chiarello cita i casi dell’’uomo di Similaun’ trovato sulle Alpi quando, tra il 5.500 e il 3.500 a.C. “le temperature erano più elevate di adesso e i ghiacci e non arrestavano il passo di chi valicava quelle montagne” e dei vichinghi che “approdarono in Groenlandia e la denominarono ‘Terra verde’ perché i loro piedi non poggiarono su enormi lastre di ghiaccio, ma su una terra coperta di prati. A leggere i giornali, ad ascoltare la tv, invece – sottolinea - da qualche tempo sembra che gli umani abbiano deciso di botto di sciogliere i ghiacci eterni del pianeta. Il tutto grazie al loro infinito potere che piega le leggi del cosmo, usando un’arma letale: le puzzette delle mucche. Se, però, andiamo a leggere i dati dell’Ipcc, il panel Onu di esperti sul climate change – spiega Chiarello - vediamo che il 79% delle emissioni globali di gas serra arriva da energia, trasporti e costruzioni. Ad agricoltura e altri usi del suolo è imputato il 22%; al solo allevamento circa metà dei gas emessi dal primario. In sostanza l’11% circa del totale che, in Italia, secondo l’Ispra, scende al 5-6%, per la virtuosità delle pratiche messe in atto negli anni. Se così è, perché sui media la zootecnia, cioè quel 6% del totale di gas serra prodotti, diventa il killer del pianeta? E se è vero che nel Neolitico gli uomini valicavano abitualmente le Alpi e che nel Medioevo la Groenlandia era verde, perché si racconta di un pianeta moribondo a causa dell’infernale azione dell’uomo? In Olanda, il Movimento degli agricoltori e cittadini (BBB) è diventato primo partito, passando dallo 0 al 20% in tre anni: il suo manifesto? Contro la transizione verde dell’Ue. Europa che, sostiene il climatologo Franco Prodi, fratello di Romano, pur essendo climaticamente irrilevante, si suicida economicamente per dare il buon esempio. Auguri”.
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