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Il fattore umano e il ruolo della fiducia
Redazione InPiù 21/03/2023

“La crisi del Credit Suisse, il successivo salvataggio grazie al matrimonio con Ubs e l'abbattimento dei bond subordinati invece di quello delle azioni, pongono altrettante domande che la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti farebbero bene a tenere nella massima considerazione”. Lo scrive su Mf Roberto Sommella, secondo il quale “se davvero la crisi di Credit Suisse è stata una crisi di liquidità occorre innanzitutto che le autorità svizzere spieghino al mondo, visto che la finanza è ormai interconnessa, come sia stato possibile un caso simile. In secondo luogo, occorre considerare che il ribaltamento delle priorità a favore degli azionisti di una società, invece di chi gli ha prestato denaro, cioè gli obbligazionisti, fa pendere l'attenzione degli operatori sul mercato del debito e forse in previsione su quello del debito pubblico, dove l'Italia è purtroppo grande protagonista. In terzo luogo, occorre capire che la decisione del presidente americano Joe Biden, dopo il crack della Silicon Valley Bank, di estendere la garanzia sui depositi senza limiti espone a rischi il mercato europeo, dove questa garanzia comune non c'è. Infine, alla luce del fatto che le banche centrali più importanti del mondo hanno deciso di fornire tutta la liquidità necessaria, occorre chiedersi se ci si trova solo di fronte ad una momentanea crisi di fiducia, rientrata dopo le rassicurazioni della Bce. L'economia come la finanza non sono entità astratte ma dipendono dal fattore umano che è fatto di pulsioni, memoria e appunto fiducia. Ed oggi non c'è bisogno di vedere le file fuori da una banca per capire che è in corso una crisi di fiducia: con un semplice click i clienti possono decretare la sfiducia in qualsiasi momento, ritirando i propri depositi. Le autorità monetarie europee – conclude Sommella - devono dimostrare di aver capito la lezione del 2008 e del fallimento di Lehman Brothers, occupandosi più della fiducia delle persone che degli indicatori monetari”.
Alessandro Sallusti, Libero
Il direttore di Libero, Alessandro Sallusti, invita il governo Meloni a non farsi trascinare dall’opposizione sul tema dei diritti. “Non voglio sottovalutare l'importanza dei temi etici né quella dei diritti. Ma possibile – sottolinea Sallusti - che un paese resti inchiodato per anni al dibattito su gay, trans, coppie di un modo, coppie di un altro, figli delle prime e figli delle seconde? Vogliamo dire che esiste un italiano medio, bianco di carnagione, etero di tendenza, marito più o meno convinto e padre naturale e felice? E vogliamo dire che questo signore arriva a casa dopo una dura giornata di lavoro, accende la tv per ascoltare le ultime notizie e scopre che a nessuno gliene frega nulla di lui, dei suoi problemi e dei suoi sogni perché la questione è sempre e comunque «l'altro», di solito uno distante anni luce da lui? Vogliamo prendere atto con rispetto che il suo problema non è come iscrivere il bambino all'anagrafe ma trovargli un posto all'asilo a una cifra abbordabile? Che una sua paura è di essere borseggiato mentre in tv son tutti lì a difendere i borseggiatori perché «anche loro hanno una dignità che va tutelata». Bene, vorrei fare notare che questo signore non è uno qualsiasi, cinico ed egoista, bensì rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani, sia di quelli che votano a destra, che di quelli che votano al centro che a sinistra. Uno degli errori che potrebbe fare questo governo è di farsi dettare l'agenda, quantomeno quella mediatica, rinunciando a dettare la propria, che dovrebbe riguardare invece l'Italiano di cui sopra. E quando dico il governo intendo tutta la classe politica di Centrodestra che mi pare abbocchi un po' troppo facilmente all'amo della sinistra”.
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