-
I tormenti di Parigi e Berlino
-
Müller: “I vescovi tedeschi hanno tesi eretiche sui gay. Il Papa deve punirli”
-
Tremonti: “Bce più lenta degli speculatori, è peggio del 2008; serve la ...
-
Incalzare Pechino
-
Altro parere
-
Altro parere
-
L'accordo che serve
-
La bussola (europea) sui diritti dei bambini
-
Altro parere
-
Altro parere
-
Se le banche centrali non fermano l'inflazione
-
Pensioni, che cosa frena la riforma Macron
-
Flick: “Una scelta politica non tutelarli, si fa battaglia sulla pelle dei ...
-
Patuelli: “Alzare i tassi indebolisce le banche, gli speculatori ci stanno ...
-
Altro parere
Altro parere
Le due Italie l'interesse nazionale
Redazione InPiù 15/03/2023

“Ad assistere al primo confronto, potrebbe definirsi scontro, in rosa in Parlamento tra la premier Giorgia Meloni e il capo dell’opposizione Elly Schlein, si ha l’impressione di avere di fronte due mondi distinti e distanti. Sull’economia, sui diritti sociali, su quelli civili”. Lo scrive Augusto Minzolini sul Giornale parlando di due Italie e di interesse nazionale: “Più pragmatica, concreta la Meloni. Più evanescente, pindarica la Schlein. E fin qui ci siamo. Quello che, invece, non è condivisibile nelle premesse del duello che caratterizzerà la prossima stagione politica è la viscerale contrapposizione, per alcuni versi l’insulto appena camuffato, che caratterizza il confronto. Specie per volontà della sinistra. Accusare il governo di strage per il naufragio di Cutro è davvero un’enormità che rasenta la follia. Ieri in Parlamento la tesi non è stata ripetuta apertamente dall’opposizione, ma sono stati espressi tutti i suoi corollari. Sul fisco – osserva il direttore - i due schieramenti parlano lingue diverse, non si comprendono. Sui diritti civili sono agli antipodi. Siamo quindi ad una polarizzazione dello scenario politico. Un processo che, al di là delle differenze, esclude ogni punto di incontro. Ma, soprattutto, ogni problema diventa argomento di speculazione politica. Ieri, a proposito degli scontri tra tifosi a Napoli, c’è chi è arrivato a criticare il ministro Piantedosi per non essersi comportato «da questurino». Uno stile che fino ad una settimana fa era rinfacciato all’inquilino del Viminale come un’«offesa» adesso viene additato come una «carenza». Il punto è che l’incomunicabilità tra le anime del Parlamento avviene in una fase complicata, nella quale a guai si aggiungono altri guai che spesso esigerebbero un dialogo collaborativo – sottolinea Minzolini citando la guerra in Ucraina, la crisi dei migranti e i default bancari. “La verità – conclude - è che questo processo di polarizzazione del quadro politico, che si porta dietro un tentativo dell’opposizione di delegittimare il governo, ci rende orfani del tutto di un’«attenzione» che tutti dovrebbero dimostrare, sia pure nelle differenze, verso l’interesse nazionale”.
Tommaso Di Francesco, il Manifesto
“State sereni, non è successo nulla”. Tommaso di Francesco sul Manifesto usa l’ironia per evidenziare una situazione potenzialmente esplosiva: “Che volete che sia il confronto militare tra un caccia russo e un drone americano - caduto o abbattuto non lo sapremo mai - nel Mar Nero, ai confini di una guerra a bassa intensità dal 2014, e d’aggressione con l’invasione russa dal febbraio 2022? È – scrive l’editorialista - solo un passetto in più, il tassello mancante del puzzle della terza guerra mondiale a pezzi, ma state tranquilli. Gli americani «sconfitti» nell’occasione, insieme abbassano e alzano i toni rilanciando: il Mar Nero non è più il lago di casa della Russia. Hanno ragione, con l’allargamento della Nato a est il Mar Nero, con decine di basi americane e Nato in Bulgaria e Romania, è ormai altra cosa -peggiore o migliore nella prospettiva della pace? Fatto grave, il confronto diretto russo-americano nei cieli - sottolinea Di Francesco - avviene, da una parte, nel momento del rilancio di una, certo difficile, prospettiva di negoziati, non solo con il Vaticano ma per il ruolo attivo della Cina e dall’altra nel momento dell’affare Usa del secolo: tre sommergibili nucleari venduti all’Australia, che insidiano i Trattati nucleari, fanno infuriare Pechino e aumentano la militarizzazione di Pacifico e Asia. Quello del drone e dei jet nel Mar Nero è dunque solo un incidente? Non proprio. Perché ora c’è da chiedersi per un conflitto sanguinoso che comunque finora non è stato aereo ma da trincea - quale sarà la risposta della Nato e degli Usa. Alla luce delle profferte atlantiche pronte a fornire a Kiev nuovi caccia - perfino dalla Finlandia - c’è il rischio che ora si avvii non già una esplosiva no-fly zone sui cieli ucraini, ma qualcosa di peggio nel teatro di guerra celeste del Mar Nero. Mentre la guerra appare sempre più come la vera polizza assicurativa del governo Meloni che giustifica, con l’Europa, la politica di riarmo perché «gli arsenali sono ormai svuotati» per i tanti invii di armi a Kiev, ci si chiede: ma – conclude - cacciabombardieri e droni sono armi di difesa o di offesa, visto che già hanno già colpito in territorio russo?”.
Altre sull'argomento

Calenda e la delega fiscale
Non è vero che la riforma Leo-Meloni riproduce la riforma Draghi
Non è vero che la riforma Leo-Meloni riproduce la riforma Draghi

Xi Jinping e Putin, partenariato senza fine
E la pace si allontana
E la pace si allontana

La sfida geopolitica di Pechino
Ricordando Napoleone: "Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà"
Ricordando Napoleone: "Quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà"

La premier e le Ardeatine
Perché la retorica della Meloni suona anacronistica
Perché la retorica della Meloni suona anacronistica
Pubblica un commento