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Le parole e i fatti

Sintesi degli editoriali dei principali quotidiani

Redazione InPiù 02/03/2023

In edicola In edicola Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera
“Prima l’appello all’Unione Europea affinché «non lasci sola l’Italia», poi la visita privata ai parenti delle vittime. A segnare la strada giusta da percorrere dopo il naufragio di Crotone è stato il presidente Sergio Mattarella”. Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera chiede di passare delle parole ai fatti e sottolinea che “adesso bisogna fare chiarezza. Nessuno può pensare che il dramma dei migranti in fuga da guerre e carestie si possa liquidare con un decreto flussi che concede un po’ di tregua agli stagionali ma lascia senza assistenza tutti gli altri. Servono soluzioni strutturali che passano certamente per l’apertura di corridoi umanitari, ma non solo. Nella lettera trasmessa alla commissione Europea la premier Giorgia Meloni ha scritto: «Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore». Per raggiungere l’obiettivo – scrive l’editorialista - serve un investimento politico della Ue, servono risorse economiche. Tutti a Bruxelles devono collaborare con l’Italia e con gli altri Stati di primo ingresso, quelli dove i migranti approdano ma dove spesso non hanno intenzione di rimanere. L’azione deve essere comune, le promesse della Ue — puntuali dopo ogni tragedia—devono trasformarsi in fatti, provvedimenti. La polemica politica di queste ore scatenata dalle parole del ministro Piantedosi rischia di vanificare quanto è stato fatto negli ultimi anni dal nostro Paese sullo scenario internazionale. Per pretendere aiuto dai partner europei bisogna dimostrare di essere all’altezza della situazione. E non comportarsi come se fossimo sempre in campagna elettorale soprattutto – conclude - in una materia così delicata come la gestione dei flussi migratori”.
 
Stefano Folli, la Repubblica
Quale sinistra per Schlein e Conte. Stefano Folli su Repubblica prova a tratteggiare lo scenario prossimo futuro: “Com’era prevedibile, le primarie e la novità Schlein hanno giovato alla salute del Pd. I sondaggi registrano un incremento non irrilevante: tra i 2 e i 3 punti. E si capisce: da giorni il fatto nuovo a sinistra occupa le pagine dei giornali e gli spazi televisivi. Inoltre – scrive l’editorialista - la neo segretaria ha indovinato la prima mossa politica: la richiesta di dimissioni, pur senza una mozione, del ministro dell’Interno per la tragedia di Cutro ha messo il governo sulla difensiva in un contesto drammatico. Non capitava da tempo. Ma c’è dell’altro. L’attacco a Piantedosi va letto come un passo preliminare volto a riaffermare una forma di ‘leadership’ nel campo del centro-sinistra. Almeno è un tentativo. Fino a ieri si poteva quasi dire che Conte e i suoi amici fossero riusciti a imporre un’egemonia culturale in sedicesimo nell’area che comprende 5S, Pd, Art.1 e segmenti minori. Oggi questa mini-egemonia rimane, ma la guida politica della coalizione forse diventa contendibile. In concreto c’è da capire se domenica i militanti non-iscritti del Pd hanno eletto la numero due di una coalizione alla cui testa c’è Conte, oppure se è Conte il numero due di Elly Schlein. Che si tratti di una coalizione di fatto, ci sono pochi dubbi.  Il terreno più semplice per avviare un cammino comune – sottolinea Folli - è intervenire a favore dei ceti più deboli. E infatti si parla del salario minimo garantito, battaglia senza dubbio di sinistra. Peraltro esistono le scorie del recente passato, il debole confine tra un certo grado di populismo e un’assoluta demagogia. Tutti aspettano altre mosse della neo-segretaria per capire dove vuole andare, quale sia la sua idea di politica economica, di come gestire la spesa pubblica. Il personaggio è ancora in parte celato dietro un ingombrante punto interrogativo. Sembra di capire che vorrebbe tenere a distanza il tema dell’Ucraina, che porta con sé parecchi interrogativi circa il rapporto con i nostri partner, con una visione euro-atlantica – conclude - fatta propria da quasi tutti i governi del dopoguerra e da ultimo difesa dal Pd di Letta”.
 
Lucia Annunziata, La Stampa
Sulla Stampa Lucia Annunziata si sofferma sui risvolti di due inchieste che sollevano il tema della responsabilità di due diversi governi italiani. “La prima indagine – scrive l’editorialista - ha radici in quello che appare oggi un tempo lontanissimo, denso di sbandamento e di paura - gli inizi della pandemia di Covid in Italia, in particolare nelle sue prime settimane, in quel di Bergamo. La seconda ha a che fare con il naufragio di cinque giorni fa sulla spiaggia di Crotone. Nella storia della gestione del Covid c’è la coda lunga di una polemica politica insistente e pesante, diventata negli anni una delle basi della costruzione della propria identità dell’attuale coalizione di centro-destra: la critica alla gestione, da parte del governo Conte2 ( 5S-Pd), dell’emergenza sanitaria descritta come inadeguata, irrazionale, autoritaria. E, aggiunge qualcuno di loro, anche corrotta. C’è un solo anello che non funziona in questo cerchio – osserva Annunziata - :come fa a stare insieme quel movimento di opinione della destra che è stato sempre contrario al lockdown, con una inchiesta in cui si accusa il governo Conte2 di non aver fatto il lockdown? A dispetto delle diverse dimensioni, anche le implicazioni politiche (in questo caso a sinistra) del naufragio e dei mancati soccorsi, sono ampie. Non a caso la nuova segretaria del Pd, Elly Schlein, ha scelto la discussione in merito della Commissione parlamentare con il ministro dell’Interno Piantedosi, come occasione del suo primo intervento pubblico. Già questo investimento basterebbe a misurare il valore che la sinistra dà oggi al tema. È uno scontro, come si vede, che ha un ampio raggio e un ampio scopo: attraversa la questione delle ’culture’ delle identità politiche diverse e ha come fine l’azzoppamento dell’avversario – le dimissioni e/o la condanna della legge. Il tempo della politica insomma si è, da ieri, accelerato. Ritornando, come non avveniva da tempo, sul terreno della legalità e delle inchieste giudiziarie. Un passaggio che – conclude - rivela quanto si sia fatto già corto il filo del confronto governo-opposizione”.
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