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Mobilitarsi è un dovere
Redazione InPiù 07/12/2022

Il direttore della Stampa, Massimo Giannini, si mobilita in prima persona contro la repressione della libertà delle donne in Iran promuovendo un appello per il rispetto dei loro diritti. “Adesso basta – scrive Giannini in un editoriale intitolato “Mobilitarsi è un dovere” -. Non possiamo più assistere silenti e indifferenti alla macelleria iraniana. In una delle più grandi repubbliche islamiche del mondo si sta perpetrando il crimine più insopportabile: la soppressione feroce della libertà, la repressione spietata del dissenso. Il regime degli Ayatollah uccide le sue figlie e i suoi figli. Non pago di aver assassinato Mahsa Amini, massacrata a 22 anni per non aver indossato il velo, la ‘polizia morale’ di Teheran continua a bastonare, arrestare, uccidere le giovani donne che scendono in piazza, colpevoli soltanto di protestare con i capelli al vento. Finora ne sono morte oltre 250. Più di trenta avevano meno di 18 anni. Adesso si aggiunge Fahimeh Karimi, madre di tre bambini, rinchiusa in carcere e condannata alla pena capitale senza neanche un processo. Per lei, per tutte le iraniane, per tutte le donne che ovunque combattono per difendere i loro diritti, La Stampa lancia un appello, al quale hanno già aderito centinaia di personalità della politica, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Vi chiediamo di aderire e di sostenere questo grido di dolore e di sdegno. Ci riguarda tutti, perché l’intera umanità – sottolinea Giannini - è sconfitta ovunque vi sia un sopruso, un’ingiustizia, un diritto negato, una vita violata”.
Stefani Feltri, Il Domani
“Il sistema malato del calcio pretende un secondo salvataggio pubblico proprio mentre l’inchiesta della procura di Torino ha dimostrato che mezza Serie A era influenzata dalle esigenze contabili della Juventus”. Lo scrive sul Domani Stefano Feltri. “Durante il Covid - ricorda Feltri -, le società sportive hanno ottenuto un congelamento di 480 milioni di euro di tasse dovute sugli stipendi dei calciatori. Serviva per affrontare un momento difficile, con gli stati chiusi, ma ora non li vogliono pagare. La Lazio di Claudio Lotito, che sta ancora pagando i debiti con il fisco della gestione Cragnotti di vent’anni fa, nell’ultimo bilancio presentava un aumento dei debiti tributari relativi all’Irpef sui lavoratori dipendenti per 54,9 milioni di euro al 30 giugno 2022, rispetto ai 30,5 del 2021. Prima il decreto 104 del 2020, poi il decreto Aiuti Ter del governo Draghi nel 2022 hanno già previsto una rateizzazione di quei debiti. Ma le squadre non li vogliono pagare. E così proprio Lotito, che ora è anche senatore di Forza Italia, è tra i promotori di un emendamento al decreto Aiuti Quater che prevede un'ulteriore rateizzazione, abbinata a uno scudo penale per le società. Lotito, che della commissione bilancio è vicepresidente, non è solo: ci sono anche deputati del Pd e Cinque stelle (poi pentiti), che richiedono la stessa cosa: una rateizzazione fino a 60 rate mensili, quindi cinque anni, senza sanzioni e senza interessi”. Sarebbe, sottolinea Feltri, “un finanziamento di Stato, che permetterebbe alle società indebitate di avere risorse che altrimenti andrebbero dovrebbero ottenere dal sistema bancario o dal mercato a caro prezzo, vista la fragilità dell’oro finanze. Tutto gratis. In questa storia - conclude Feltri - c’è il pesante conflitto di interessi della lobby della serie A, che con bilanci trasparenti e senza aiuti di Stato sarebbe decimata”.
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