Raccontami tutto
Elizabeth Strout, la grande narratrice americana, ad ogni libro che pubblica incanta i suoi fan: Olive Kitteridge, ormai novantenne, ospite in una casa di riposo a Crosby, nel Maine, fa amicizia con Lucy Barton, la scrittrice alter ego della stessa Strout. Avevamo lasciato Lucy che, all’arrivo della pandemia di covid, aveva chiuso il suo studio di New-York e insieme al primo marito, e padre delle sue due figlie, William, si era installata in Maine, nella fredda cittadina di Crosby. Lì viveva anche Bob Burgess, un caro amico di Lucy, insieme alla moglie Margaret, ministra di un culto cristiano. Tutti i personaggi dei suoi romanzi precedenti dunque si danno appuntamento nelle pagine di “ Raccontami tutto”, e ci raccontano, si raccontano, ricordano, forse inventano storie piene di pathos, di tradimenti, di amori, di nostalgie, di rimproveri, di rimpianti. Ecco allora formarsi coppie inedite: Bob che passeggia spesso con Lucy, e tra loro l’amicizia cresce, si dilata, deborda, diventa un affetto più serio e impegnativo; Bob che rivede la sua prima moglie, Pam, che in seguito ad un matrimonio infelice, è diventata alcolista, e chiede aiuto proprio a Bob. In paese una anziana donna è scomparsa, il suo copro non è stato ritrovato anche se è trascorso molto tempo: viene accusato della sua morte il figlio Matthew Beach, quando il corpo di lei viene ritrovato in una cava. Bob, che è stato un avvocato, accetta di difendere lo stravagante ed ingenuo Matt, che viveva ossessionato dalla madre, non ha cellulare e dipinge donne incinte nude. Lucy Barton si lega alla rude e intelligente Olive: le due si raccontano storie, si scoprono curiose l’una dell’altra, si aspettano incuriosite di quanto ciascuna di loro è in grado di narrare; storie assurde, tristi, meravigliose. Attraverso i lunghi e fitti dialoghi che i personaggi intessono, Elizabeth Strout dà vita ad una specie di affresco sociologico, antropologico, umano, nel quale riusciamo a ritrovare pezzi della sensibilità, dello smarrimento, delle incertezze che ognuno di noi ha vissuto in qualche momento della vita. Rapporti tempestosi tra fratelli, difficile la storia familiare tra Bob e suo fratello Jim, che al momento di perdere l’amata moglie Helen, ha estremo bisogno del fratello Bob, che lo aiuti a ritrovare il proprio figlio Larry. Difficili i rapporti tra ex mogli ed ex mariti: le famiglie allargate non funzionano tanto neppure nella libera società statunitense; tra le famiglie narrate da Strout, emergono passati scabrosi, storie di abusi taciuti, di genitori sconosciuti e lontani, di dolorose vedovanze. Olive rimpiange suo marito Henry, Lucy il suo amato David, eppure la vita appare più forte della morte: Lucy ha il coraggio di affrontare una vita rinnovata, Bob è capace di ritrovare la moglie Margaret, Matt con l’aiuto di Bob rientra in una esistenza quasi normale, in compagnia di una ragazza e di un telefono cellulare. La delicatezza dei sentimenti, l’ironia di certe situazioni, la profondità dei dialoghi attraverso i quali Strout riesce a farci vivere accanto ai suoi personaggi fanno dei suoi romanzi una summa delle caratteristiche dell’età matura, dei suoi terrori, del senso di perdita, ma anche della capacità di vivere, attraverso le relazioni più diverse, la ricchezza di doni della vita. "Raccontami tutto", “Tell Me Everything”, nel titolo originale, mostra una volontà di farsi raccontare dall’altro, di attingere dall’interlocutore nuova linfa vitale, di vivere la vita grazie anche alle storie degli altri, se le nostre non ci soddisfano. Bob, Olive, Lucy, sembrano davvero nostri amici, quelli con i quali ci piacerebbe confrontarci e invecchiare, raccontando le nostre difficoltà man mano che il tempo passa.