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Il tempo che resta

Bernhard Schlink, Neri Pozza editore, 2025

Ex libris - Elisabetta Bolondi 20/09/2025

Il tempo che resta Il tempo che resta Martin ha settantasei anni, è un professore di diritto in pensione, vive con agio a Berlino con la sua giovane moglie, la quarantenne Ulla, una pittrice astratta, e il piccolo David, di appena sei anni. In questo nucleo felice appare come una tempesta la malattia: Martin, durante una visita di controllo di routine, apprende dal suo medico che è malato gravemente; un tumore al pancreas lo sta consumando, gli rimangono poche settimane di vita. L’uomo è saldo, razionale, intelligente, ma la notizia della sua condanna lo costringe ad affrontare ciò che gli si prospetta nei pochi mesi che gli rimangono, a cominciare dal darne notizia all’amata Ulla. La donna lo ama, il loro rapporto quotidiano è buono, dialogano, fanno l’amore, si occupano di David, anche se Martin è consapevole di quale dono gli abbia fatto una donna tanto più giovane ad unirsi a lui. Cosa ne sarà del piccolo David, e della stessa Ulla quando lui non ci sarà più? Tutto il romanzo scorre sul filo dell’attesa della morte e dei progetti che l’uomo elabora per il dopo. Scriverà lunghe lettere al figlio, sceglierà oggetti che gli sono appartenuti e che lui stesso ha ricevuto in eredità dal nonno, deciderà di trascorrere con il bambino tante ore, interessandolo a diverse attività, dalle costruzioni del Lego alla gita allo zoo, dal soggiorno in montagna, attraversando un bosco, costruendo una diga su un piccolo ruscello, giocando e ridendo. Ma il rapporto con Ulla sembra incrinarsi; lei non sembra così vicina come si sarebbe aspettato, anzi in alcuni momenti è fredda, distante, spesso lontana da casa per seguire il suo atelier e i suoi probabili compratori. Martin farà scoperte interessanti, tanto sul passato della moglie quanto sulla sua vita attuale, che lo costringeranno a fare i conti con una realtà che non aveva immaginato. Bellissima la descrizione dei momenti che il padre/nonno trascorre con il piccolo David, a cui spiega cosa sta per succedere con sensibilità , grazia e infinito amore. Anche per la moglie e per il suo futuro formula progetti, quasi che volesse continuare a sopravvivere anche dopo la sua scomparsa. Toccante questa storia sulla malattia e sulla vecchiaia, anche se Martin non è affatto vecchio, ma ancora ben saldo nelle sue capacità intellettuali ed affettive. Giudicato uno dei più insigni scrittori tedeschi contemporanei,  Bernhard Schlink ci lascia pagine di grande sensibilità, molto lucide, molto consapevoli di quanto con la malattia e la morte si debba fare conti imprescindibili. Con dolore, con sofferenza, ma nondimeno con la serietà e la dignità di un intellettuale onesto e maturo, capace di padroneggiare la scrittura con eleganza e maestria.
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