Saakashvili: “Solo il popolo in piazza può salvare la Georgia dalla dittatura filorussa”
Rosalba Castelletti, la Repubblica, 31 ottobre
Redazione InPiù 02/11/2024
Saakashvili: “Solo il popolo in piazza può salvare la Georgia dalla dittatura filorussa”
Nel 2003 fu l’eroe della pacifica “Rivoluzione delle Rose”. Rovesciò Eduard Shevardnadze chiedendo democrazia e riforme per il Paese e incarnò il desiderio di emancipazione di alcune ex Repubbliche sovietiche sfociato nelle cosiddette “rivolte colorate” contro il Cremlino. Oggi Mikheil Saakashvili, 56 anni, presidente dal 2004 al 2013, è l’uomo più amato e più odiato di Georgia. Per alcuni è un riformatore che ha lottato contro la corruzione, per altri l’ennesimo leader diventato autocrate. Dopo otto anni di esilio che lo avevano portato a inseguire una seconda vita politica in Ucraina, nel 2021 l’ex eroe rivoluzionario è tornato in patria ed è stato arrestato. Da allora sconta una condanna a sei anni di carcere per abuso di potere. Un’accusa politica, secondo lui e i suoi sostenitori. Nonostante la prigionia, resta la forza trainante del Movimento Nazionale Unito (Unm), una delle quattro forze d’opposizione che hanno promesso di portare il Paese nella Ue e che, all’indomani delle parlamentari di sabato, si sono rifiutate di riconoscere la vittoria del partito al potere Sogno Georgiano guidato nell’ombra dal miliardario Bidzina Ivanishvili, accusato di loschi legami con Mosca. Dalla cella Saakashvili invita i suoi cittadini a «non perder tempo» e a «manifestare in massa». «Solo se il popolo georgiano continuerà a protestare e a restare unito si salverà», ha scritto nella sua prima intervista dopo il voto, rispondendo alle domande che Repubblica, in con un’intervista di Rosalba Castelletti pubblicata il 31 ottobre, è riuscita a fargli arrivare in carcere, con una lettera di quattro pagine vergate a mano con penna blu e grafia obliqua su carta intestata “Mikheil Saakashvili — 3° presidente di Georgia”. Che cosa pensa delle elezioni di sabato? Che cosa significherebbe un nuovo governo di Sogno Georgiano per il Paese? «Per prima cosa, non si è trattato di elezioni. Se l’autocrate non eletto (Ivanishvili, ndr) riuscirà a mantenere il potere, la Georgia cesserà di esistere come Stato indipendente». I quattro gruppi pro-Ue, tra cui Unm, hanno corso separatamente alle parlamentari e non hanno fatto il nome del candidato premier prima del voto. Pensa che questo abbia indebolito l’opposizione? «Io avrei potuto facilmente consolidare e riunire i diversi gruppi, ma è proprio per questo che sono in prigione e non mi è stato permesso di fare campagna elettorale. D’altro canto gli elettori così hanno potuto optare per un’alternativa sistemica alla coalizione di Ivanishvili, senza che ci fosse un leader indiscusso. E, stando agli exit poll, apparentemente è quello che hanno fatto». (Leggi l'intervista completa sul sito InPiù)
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