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Gli amanti di Casablanca

Tajar Ben Jelloun, La Nave di Teseo, 2024

Ex libris - Elisabetta Bolondi 27/09/2024

Gli amanti di Casablanca Gli amanti di Casablanca Il nuovo romanzo di Tajar Ben Jelloun, noto scrittore franco-marocchino,“Gli amanti di Casablanca”, è ambientato nella città marocchina, molto nota in Europa, palcoscenico dell’omonimo celeberrimo film con Ingrid Bergman e  Humphrey Bogart: racconta la storia di una coppia esemplare e la segue nel corso degli anni. Il libro parte dal 2016, mentre i due protagonisti, un pediatra lui, una farmacista lei, sposati felicemente, hanno appena finito di vedere il film “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman: la vicenda raccontata li fa ridere, loro vengono da solide famiglie, dove il divorzio è inconcepibile come la infedeltà, perché “La famiglia era la base di tutto, non si faceva nulla al di fuori di essa”. Lo scrittore ci descrive una coppia contemporanea, con gusti occidentali, cinema, sport, lettura, parità di genere, molti amici, buoni vini, tranne che nel periodo del digiuno del Ramadan, vacanze prestigiose, mostre, shopping,  “con un piede nella tradizione e l’altro nella vita moderna”. Avevano due figli, maschio e femmina, una brillante condizione economica, famiglie disponibili ad aiutarli. Nabile e Lamia, che sembrano una coppia da cartolina, entrano in crisi. Lei, stanca della routine, non più coinvolta in una sessualità coniugale sporadica e ripetitiva, priva di fantasia, si innamora, fortemente attratta sessualmente da un giovane commercialista, Daniel, ebreo, il classico tombeur de femmes per il quale Lamia perde letteralmente la testa, gettando a mare matrimonio, tradizioni, e infine confessando allo sconvolto Nabile la sua intenzione di lasciarlo, dopo che la storia  nella quale si era gettata si conclude bruscamente. Lo scrittore segue la vicenda come un cronista, raccontando emozioni, sconfitte, angosce che seguono negli anni questa storia emblematica di una società divisa tra una tradizione religiosa rigida e basata su principi ineludibili, e la variabilità delle emozioni umane, dei sentimenti, dei legami, dei desideri intimi, dell’amore insomma. Lamia e Nabile attraversano varie fasi della loro dolorosa storia di coppia, mentre Casablanca offre uno scenario che somiglia alla loro vicenda affettiva, con gli alti e bassi che vengono raccontati: “Casablanca è una città gigantesca, sporca, bella e brutta, una città dura dove i più ricchi si scontrano con i più poveri. ….E’ una città dove le frustrazioni sono palesi, dove i valori sono schiacciati dall’arroganza del denaro, dalla mobilità verso l’alto e la corruzione...La globalizzazione ha trasformato una parte della città in una vetrina parigina o milanese. Accanto, persone sfortunate rovistano tra i rifiuti...”. Notazioni di carattere sociale che  lo scrittore mette in bocca al pediatra Nabile, uomo sensibile e ferito dal comportamento della moglie, che gli appare un’estranea, presa dall’ambizione del denaro che la sua carriera le consente di guadagnare facilmente  sulla pelle dei diseredati. La loro vicenda familiare avrà inediti effetti nel finale del romanzo, ma resta interessante l’attenzione  che Tajar Ben Jelloun riserva al suo paese d’origine, la lettura amara e profonda che riserva ad un paese affacciato sul Mediterraneo ma pieno di contraddizioni sociali, politiche e religiose  mai sanate. Il ruolo delle donne, la loro libertà in un paese a forte tradizione islamica ci interroga, ci fa riflettere sul  valore della tradizione, sul  significato della trasgressione, sull’importanza della sessualità che non può essere semplicemente relegata ad una sorta di abitudine dominata da legami talvolta imposti dalla convenienza e dalle opportunità familiari. Lamia e Nabile sono personaggi davvero riusciti, capaci di farci penetrare nell’intimità di due contemporanei, con le loro terribili contraddizioni, i tradimenti, la necessità di stabilità e di rispetto. Pubblicato da La Nave di Teseo, il romanzo è tradotto da Annamaria Lorusso.
 
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