Stella Benson. La cacciatrice di parole
La giornalista Francesca Cosentino, che aveva lavorato per la sua tesi di laurea sulla vita di questa scrittrice inglese poco conosciuta, Stella Benson, ora ha fatto diventare un libro ricco, pieno di affettività per una donna morta giovane nel 1933 a Hongay, nell’Indocina cinese, con a fianco il marito Shaemas; la ricca bibliografia, contenuta nel volume, ci ricorda quanto sia stata prolifica la sua produzione letteraria, quanto abbia saputo esprimere nei suoi libri una poetica ricca, pur essendo fragile e malata, ma dotata di una energia vitale che le ha consentito, sin da giovanissima, di seguire la sua vocazione di scrittrice, interessata al mondo, ai viaggi, affamata di esperienze e di incontri, disponibile all’amicizia e all’amore, per la sua famiglia, la sorella morta bambina, la bellissima madre, il fratello George, la zia Mary, l’amica Winifred, il primo amore di gioventù Nigel, le tante donne a cui la legava un’affinità di sensibilità e di interessi, prima fra tutte Virginia Woolf, con cui ebbe un rapporto di grande vicinanza emotiva, malgrado la difficoltà che il carattere della celebre Virginia poneva nell’accostarsi ad altri, che non facessero parte della ristretta cerchia di Bloomsbury. Francesca Cosentino ha scelto per l’architettura del suo romanzo di fantasia, cinque voci, dai cui diversi punti di osservazione e registri espressivi viene raccontata la storia. In questo modo il trascorrere del tempo, dall'infanzia di Stella alla sua morte precoce a quarant’ anni, viene descritto in modo dettagliato, esplorandone ogni componente, artistica, umana, affettiva, sessuale, spirituale. Ecco allora l’amato Nigel, che l’ha conosciuta ventenne e l’avrebbe voluta per sempre; la sorella di sua madre, la zia Mary, anticonformista, femminista convinta anche se vissuta dalla ricca casa di Knightsbridge , scrittrice di successo: la piccola Stella per il suo decimo compleanno riceverà da lei un piccolo quaderno nero, il primo dei suoi diari, scrivere i quali diverrà un’abitudine di tutta la vita. Nella casa paterna di Lutwyche Hall, adorata dalla bambina, si ripetono i riti delle grandi famiglie inglesi, argenteria, maggiordomi, fedeltà alle tradizioni ed eleganti riunioni per festeggiare insieme i momenti salienti dell’anno, che resteranno nel cuore della futura scrittrice. Anche l’amica fedele Winifred ha una sua lettura della vita di Stella : lei l’accompagnerà anche a Rodmell, nel Sussex, nel 1926: è la casa di campagna di Leonard e Virginia Woolf, e la giovane Stella sarà entusiasta di poter visitare la mitica Virginia…..”Osservo da lontano il profilo di Virginia, i suoi movimenti composti. La testa leggermente inclinata, il mento appoggiato alla mano destra, l’aria languida e sognatrice. Rigira le perle lucide della collana, si aggiusta i capelli ben stretti sulla nuca…..Stella la guarda con espressione interrogativa. Appare tesa, ha le braccia rigide, le spalle curve. E’ vulnerabile, sembra una giovane allieva davanti al maestro”. Anche Stella parla alla fine del libro: ormai pensiamo di sapere quasi tutto di lei, e invece ci sorprende con i racconti dei suoi viaggi, i soggiorni a New-York, dove conosce Bertha, che si circondava di artisti ancora poco affermati, in un clima bohémien che sembra piacere a Stella; poi per un anno le due vivranno insieme a San Francisco, in una rapporto turbolento interrotto da una crisi polmonare di Stella che sembra irreversibile. Si riprenderà, per fuggire in Cina, dove trascorre gli ultimi dieci anni della sua vita con il bellissimo irlandese Shaemas che ha accettato di sposare, contro le sue stesse convinzioni e l’ostracismo dei suoi amici, soprattutto zia Mary, delusa dal suo tradimento. Ci sono pagine incantevoli in questo romanzo, tante citazioni appropriate, poste come esergo ai capitoli; ripercorriamo la narrativa inglese, da Woolf a T.S Eliot , Elizabeth Von Arnim, Kipling, Conrad, Lewis Carroll, Tennyson, Yeats; vediamo Nigel e l’amico George nell’inferno delle trincee della Prima Guerra Mondiale, il gruppo degli artisti di Bloomsbury nella casa decorata con gusto moderno dalla sorella di Virginia, Vanessa Bell; le atmosfere cinesi, in cui si beve tè al gelsomino, in un caldo umidissimo che sarà letale per la delicata salute di Stella, che continua a scrivere fino ai suoi ultimi giorni, con una frenesia perché la scrittura, la ricerca delle parole per raccontare, restano il centro della sua vita: la cacciatrice di parole, il sottotitolo del libro, le descrive intimamente e ce la fa conoscere, apprezzare, amare.