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Lettera d'amore e d' assenza

Sarai Shavit, Neri Pozza - 2023

Ex libris - Elisabetta Bolondi 29/09/2023

Lettera d'amore e d' assenza Lettera d'amore e d' assenza Ci sono infiniti modi per comunicare attraverso le lettere, e il genere epistolare ha avuto successo in ogni letteratura: ma come si racconta una storia d’amore che dura nel tempo ma destinata al fallimento, servendosi solo di pochissime parole scritte su altrettanto brevi lettere? Ci riesce con efficacia narrativa, grazie anche alla brillante traduzione italiana di Sarah Kaminski e Maria Teresa Milano, la poetessa, presentatrice televisiva e scrittrice Sarai Shavit, molto attiva nella vita culturale israeliana, come insegnante di scrittura creativa a Tel Aviv. L’autrice delle lettere è una studentessa universitaria iscritta al secondo anno di letteratura, che ha incontrato un professore, un noto scrittore, ovviamente molto più anziano di lei, e se ne è innamorata. Lui la corteggia, la desidera, si fa attendere, si defila, ma infine la possiede; lei costruisce intorno alla loro storia segreta momenti poetici, brani di scrittura straordinariamente acuta, brevi, icastici, taglienti, tutti tesi a raccontare una storia fortemente interiorizzata: “La pelle del tuo collo emana il profumo di un cucciolo appena rimasto orfano”, dice in una pagina, oppure “(Lo scrittore di tutti/ vuole solo me/ segna il mio corpo /bianco /unico.)”. Il rapporto tra i due è molto difficile, lui ha moglie, sta per avere un figlio, ed è molto esitante ad ufficializzare una storia evidentemente proibita.  Quando finalmente vanno a New York insieme, lo scrittore famoso è ospite d’onore per una presentazione di un suo libro, lei lo segue radiosa, minigonna e ballerine, e al bar dell’hotel, dopo l’amore, scrive poesie su di lui che poi strappa rabbiosa. Ma dopo inevitabilmente i due devono lasciarsi, malgrado un erotismo selvaggio, vicinanza di corpi e idee d’amore e morte, li avesse tenuti strettamente legati a lungo. Si incontreranno di nuovo casualmente a Chicago venti anni dopo: lui è diventato un anziano scrittore, calvo, “i pochi capelli ingrigiti……. E ora, davanti a te, una bambina invecchiata. Io taccio, tu tieni un bastone da passeggio”. Le immagini evocate attraverso le parole fanno di questo piccolo libro una sorta di mémoir intimo pieno di suggestioni, di carezze leggere, di abbracci timidi, di un sesso forte e trasgressivo, in una storia amorosa durata troppo poco, finita troppo presto. L’autrice fa uso di una lingua poetica, fatta di frasi brevissime, essenziale, ellittica, ma non per questo meno ricca di spunti pieni di ridondanze che non sono mai solo noiose ripetizioni. Un talento notevole, quello di Sarai Shavit, di cui parla con entusiasmo il più grande, ai miei occhi, rappresentante della narrativa israeliana contemporanea, Eskhol Nevo, che non esita a definirla “la star della nuova letteratura israeliana”. Fidiamoci del suo giudizio.
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