Tabacco Clan
Giuseppe Lupo, Marsilio - 2023
Ex libris - Elisabetta Bolondi 12/05/2023

Un enorme cartello pubblicitario, quello che mostrava lo slip Roberta, campeggiava di fronte alle finestre dell’austero pensionato, sollecitando i sogni proibiti dei ventenni inesperti e ancora legati ad una cultura maschilista; inseguire le ragazze, cercare un’intimità con loro, fare goal: tutta una serie di metafore, frasi, espressioni gergali, scherzi, goliardate, ci descrivono anni che il libro di Giuseppe Lupo ricostruisce con leggerezza ma grande profondità. Ciò che rende il romanzo godibile è l’elenco degli abiti che si indossavano, i cibi che venivano consumati in economiche pizzerie, la scatoletta che conteneva i gettoni telefonici che consentivano di parlare e litigare, discutere ed amoreggiare con le ragazze lontane, la moto Ducati, i soprannomi dati alle compagne di studio, Piccola Ketty, Madame Bovary, Ciuf Ciuf. Ma più di tutto è straordinaria la colonna sonora che accompagna la narrazione: da Una rotonda sul mare di Fred Bongusto a Rimmel di Francesco de Gregori, passando per Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè,Roberto Vecchioni, brani che rievocano atmosfere, odori, sapori, sensazioni lontane ma mai dimenticate, quelle della giovinezza. Ora gli stimati professionisti, i padri di una nuova generazione di ragazzi nati nel nuovo millennio, stanno dicendo addio al secolo passato, in attesa degli sposi che stranamente tardano a raggiungerli. Il Piccolo Chimico, che ha trascorso alcuni anni a New-York, conclude con un racconto struggente il romanzo di Giuseppe Lupo.
“Ci frequentiamo da quarant’anni, eppure ad ogni incontro è come se tutto debba tornare al tempo degli inizi: i nomi nell’elenco dei nomi, i ricorsi nella scatola dei ricorsi, gli sguardi, i gesti, le espressioni di quel tanto o poco che siamo stati. E’ questa la regola che non ci siamo mai dati ma che esiste da sempre, implicita come il silenzio.”
In un mondo nuovo dove tutto è precario, decadente, effimero, globalizzato, questa storia di un profondo legame di amicizia fra persone diverse, capitate per un gioco del destino nello stesso luogo di formazione, è una bella risposta alla negatività dei rapporti del presente. In esergo Giuseppe Lupo pone una frase di Walter Benjamin, “Sul concetto di storia”, da cui traggo una riflessione, “….Esiste un appuntamento misterioso tra le generazioni che sono state e la nostra. Allora noi siamo stati attesi sulla terra.” Gli sposi che si attendono al Grand Hotel Verbano, tra aperitivi e torte nuziali, smoking e abiti da cerimonia, sono il futuro, la speranza, il senso della vita. E il professore Lupo costruisce una storia che fa pensare, pur nell’apparente ironica memoria del passato.
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