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Tabacco Clan

Giuseppe Lupo, Marsilio - 2023

Ex libris - Elisabetta Bolondi 12/05/2023

Tabacco Clan Tabacco Clan Giuseppe Lupo, nel suo ultimo romanzo, Tabacco Clan (Marsilio 2023) ,  rievoca i tempi trascorsi a Milano, in un pensionato cattolico, da un gruppo di universitari provenienti da ogni parte della penisola, che negli anni ‘80 del secolo scorso frequentavano diverse facoltà : ingegneria, economia, giurisprudenza, chimica. Siciliani, calabresi, pugliesi, abruzzesi, il gruppo si era dato soprannomi, a seconda delle caratteristiche caratteriali, e alla fine anche un nome al gruppo, tratto da una qualità di tabacco che uno dei membri aveva scoperto fumando incessantemente la pipa. Ora, a quasi quaranta anni di distanza, tutti loro si sono riuniti in un albergo sulla riva piemontese del lago Maggiore, dove aveva soggiornato in incognito Winston Churchill, Il Grand Hotel Verbano, perché i figli di due membri del clan, si sono incontrati, conosciuti e domani si sposano celebrando le nozze in una piccola cappella, alla presenza di tutta la comitiva che da decenni è legata da rapporti assidui, fatti prima di lettere e telefonate, ora confluiti in una chat. La voce narrante, “Il piccolo chimico”, ci racconta, in un andirivieni temporale, le vicende che hanno portato il Presidente , il suo vice, detto Vice Capellone, Alfio Segretario e poi tutti i membri, tredici,  a ricostruire una sorta di piccola epopea contemporanea, che aveva visto tanti meridionali arrivare a Milano, la Milano da bere, dove si segnalava un rampante piccolo costruttore, Silvio Berlusconi, dove regnava Bettino Craxi, mentre si addensavano le nuvole che porteranno a Mani Pulite con tutte le sue drammatiche conseguenze.
 
Un enorme cartello pubblicitario, quello che mostrava lo slip Roberta, campeggiava di fronte alle finestre dell’austero pensionato, sollecitando i sogni proibiti dei ventenni inesperti e ancora legati ad una cultura maschilista; inseguire le ragazze, cercare un’intimità con loro, fare goal: tutta una serie di metafore, frasi, espressioni gergali, scherzi, goliardate, ci descrivono anni che il libro di Giuseppe Lupo ricostruisce con leggerezza ma grande profondità. Ciò che rende il romanzo godibile è l’elenco degli abiti che si indossavano, i cibi che venivano consumati in economiche pizzerie, la scatoletta che conteneva i gettoni telefonici che consentivano di parlare e litigare, discutere ed amoreggiare con le ragazze lontane, la moto Ducati, i soprannomi dati alle compagne di studio, Piccola Ketty, Madame Bovary, Ciuf Ciuf. Ma più di tutto è straordinaria la colonna sonora che accompagna la narrazione: da Una rotonda sul mare di Fred Bongusto a Rimmel di Francesco de Gregori, passando per Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè,Roberto Vecchioni, brani che rievocano atmosfere, odori, sapori, sensazioni lontane ma mai dimenticate, quelle della giovinezza. Ora gli stimati professionisti, i padri di una nuova generazione di ragazzi nati nel nuovo millennio, stanno dicendo addio al secolo passato, in attesa degli sposi che stranamente tardano a raggiungerli. Il Piccolo Chimico, che ha trascorso alcuni anni a New-York, conclude con un racconto struggente il romanzo di Giuseppe Lupo.
 
“Ci frequentiamo da quarant’anni, eppure ad ogni incontro è come se tutto debba tornare al tempo degli inizi: i nomi nell’elenco dei nomi, i ricorsi nella scatola dei ricorsi, gli sguardi, i gesti, le espressioni di quel tanto o poco che siamo stati. E’ questa la regola che non ci siamo mai dati ma che esiste da sempre, implicita come il silenzio.”
In un mondo nuovo dove tutto è precario, decadente, effimero, globalizzato, questa storia di un profondo legame di amicizia fra persone diverse, capitate per un gioco del destino nello stesso luogo di formazione, è una bella risposta alla negatività dei rapporti del presente. In esergo Giuseppe Lupo pone una frase di Walter Benjamin, “Sul concetto di storia”, da cui traggo una riflessione, “….Esiste un appuntamento misterioso tra le generazioni che sono state e la nostra. Allora noi siamo stati attesi sulla terra.” Gli sposi che si attendono al Grand Hotel Verbano, tra aperitivi e torte nuziali, smoking e abiti da cerimonia, sono il futuro, la speranza, il senso della vita. E il professore Lupo costruisce una storia che fa pensare, pur nell’apparente ironica memoria del passato.
 
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